Senato, Decreto Sostegni ter: presentati in Commissione Bilancio 2.307 emendamenti

La Commissione Bilancio del Senato è impegnata con l’esame del ddl di conversione del decreto-legge n. 4/2022, su sostegno a imprese e operatori economici, lavoro, salute e servizi territoriali, per emergenza Covid-19, e per contenimento effetti aumenti prezzi in settore elettrico, avviato nella seduta di martedì 8 febbraio.

Sono 2.307 gli emendamenti al decreto Sostegni ter, presentati dai gruppi politici del Senato allo scadere del termine per depositarli. Di questi, 454 sono dei senatori di Forza Italia, seguiti dai 400 della Lega, 356 dal Pd, 323 da Fratelli d’Italia, 308 dal M5S, poi Misto (200) e Italia Viva (180).

La Commissione Bilancio del Senato deciderà oggi come procedere, visto il numero di emendamenti arrivati al decreto che, tra le altre cose, assegna ristori alle attività chiuse durante il periodo invernale per le restrizioni anti-Covid, e prevede interventi per aiutare famiglie e imprese a far fronte al caro-bollette. I 2.307 emendamenti quindi caleranno dopo che i gruppi avranno scelto i loro ‘segnalati’, anche dopo incontri bilaterali per accorpare i temi.

Ricordiamo che il Decreto Sostegni Ter prevede che i datori di lavoro di diversi settori, tra cui sale giochi e bingo, che nel periodo che va dal 1° gennaio 2022 fino al 31 marzo 2022 sospendono o registrano una riduzione dell’attività lavorativa sono esonerati dal pagamento della contribuzione addizionale.

“Il provvedimento – disattendendo completamente le richiese del settore che subito dopo la pausa estiva aveva già ribadito la necessità della proroga della cassa Covid anche per il 2022 – ha confermato l’utilizzo degli ammortizzatori ordinari, come novellati dalla legge di Bilancio 2022 a partire dal 1° gennaio 2022, esonerando i datori di lavoro di alcuni dei settori più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia dal pagamento del contributo addizionale per un periodo di tre mesi, fino quindi al 31 marzo 2022. Una misura che però riteniamo ancora insufficiente per la situazione di grave crisi che coinvolge il settore. L’immediato passaggio dalla cassa Covid agli strumenti ordinari, senza la previsione di un periodo transitorio tra i due strumenti, ha evidenziato una serie di criticità che nel perdurare di una crisi determinata dall’emergenza epidemiologica da Covid 19, rischiava di compromettere la copertura reddituale di migliaia di lavoratori del settore. Per questo, abbiamo accolto con grande soddisfazione i due recenti interventi del Ministero del Lavoro (Circolare n.3 del 16/02/2022) e dell’Inps (Messaggio 000802 del 17/02/2022) che hanno semplificato le modalità di presentazione dell’istanza all’INPS per l’accesso all’ammortizzatore sociale riconosciuto dal FIS, in particolare di informativa e consultazione sindacale, riconoscendo l’assoluta eccezionalità del quadro attuale. Lo stato di profonda insicurezza che vive il settore lascia però aperte molte incertezze per i prossimi mesi: le aziende saranno certamente costrette a usufruire ancora in modo continuativo degli ammortizzatori sociali – magari perché la domanda non permette di richiamare in servizio contemporaneamente l’intero organico – con il rischio che a breve si troveranno ad aver esaurito le settimane a loro disposizione. A riguardo è necessario prevedere la copertura di tale strumento almeno fino a tutto giugno – ricordiamo infatti che le imprese con numeri ridotti di dipendenti hanno a disposizione solamente 13 settimane – sterilizzando le settimane di FIS utilizzate in questa fase di emergenza dalle imprese, per garantire la disponibilità di questo imprescindibile strumento ancora nei prossimi mesi. Analogamente è necessario portare fino a giugno anche l’esonero dal pagamento del contributo addizionale”, si legge nella memoria depositata dall’Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

cdn/AGIMEG