La Corte di Giustizia boccia la clausola sulla cessione gratuita della rete, ma mette una serie di paletti che comunque non fanno pensare a una stroncatura piena. Specifica soprattutto che la sentenza Laezza “non può essere analizzata come diretta a porre in discussione, nel suo complesso, il nuovo sistema di concessioni istituito in Italia”. Agimeg ne ha discusso con John Whittaker, Ceo del bookmaker StanleyBet.
Com’è possibile bocciare una clausola così significativa, ma al tempo stesso salvare la gara?
È semplice, non c’è nessun salvataggio della gara. Il “periodo” segue l’affermazione dell’avvocato generale che il compito della Corte è analizzare non il sistema nel suo complesso ma la compatibilità della clausola con il diritto dell’Unione. La conclusione della Corte è che la clausola è discriminatoria e ha impedito la partecipazione di Stanleybet. Quindi, il sistema concessorio in generale è un sistema valido ma la gara, in particolare, è risultata discriminatoria.
La Corte spiega anche che la clausola può scoraggiare la partecipazione alla gara, ma allo stesso tempo che non è discriminatoria visto che vale per qualunque candidato. E ancora spiega che può essere una sanzione proporzionata per il concessionario decaduto, mentre non appare giustificata quando si applica alla scadenza naturale della concessione. Come vanno lette tutte queste affermazioni altalenanti?
Francamente non mi sembra che si stiano facendo domande ma si sta tentando di fare una serie di affermazioni totalmente prive di corrispondenza con la realtà della sentenza. Non si tratta di affermazioni contrastanti ma della doverosa prudenza di una corte seria come quella europea, che valuta tutti gli elementi globalmente considerati. Ma non c’è contrasto tra le affermazioni. La conclusione finale è che la clausola e’ discriminatoria ed ha impedito il nostro accesso alla gara.
I Monopoli – con le risposte ai quesiti sulla gara del 2012 – avevano fornito un’interpretazione molto ampia di questa clausola. Solo qualche mese fa, in occasione dell’udienza conclusiva della causa Laezza, Agimeg ha rivelato che l’applicazione pratica era molto più limitata (di fatto riguardava la connessione telematica e la porzione di spazio sul server Sogei). Del resto questa clausola non è mai stata applicata, e lo stesso Governo alla fine l’ha abrogata. Questa circostanza è stata portata di fronte alla Corte di Giustizia? Che riflessi avrà nei giudizi di fronte ai giudici nazionali che avranno il compito di verificare se una simile restrizione sia proporzionata?
Mi sembra che l’effetto sui giudici nazionali sia scontato, dopo una presa di posizione così netta della corte. Naturalmente sono d’accordo che Aams e lo Stato abbiano poi chiarito che – dato che la clausola non è stata mai applicata – non si trattava di una clausola seria. E d’altra parte, queste valutazioni non si possono fare dopo la gara. L’operatore non può sapere che la clausola é poco seria e, poi, non verrà applicata. In UK non esistono queste valutazioni. Si valuta la gara in tutte le sue clausole e si stabilisce se é conveniente e se consente la partecipazione a condizioni paritaria con gli operatori già esistenti. La gara Monti aveva clausole poco chiare, poco trasparenti, rimesse alla discrezionalità del regolatore. Siamo stati impediti a partecipare. Oggi la Corte lo ha riconosciuto e confermato a chiare lettere. gr/AGIMEG