Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it e responsabile per lo sport di Scelta Civica-Ala, pone l’accento sulle ipocrisie che coinvolgono società e sport prendendo spunto dall’accordo tra Figc e Intralot. “Che la Nazionale abbia il dovere di scegliersi degli sponsor eticamente più validi siamo d’accordo, però allora non dovremmo accettare il fatto che tutte le società di calcio italiane (come quelle europee) abbiano gli stadi e gli spogliatoi addobbati con i cartelloni pubblicitari che rimandano a società di gioco. Le società di calcio inglesi da tempo incentivano la formazione di community di scommettitori fornendo ai concessionari del betting il database dei loro tifosi, regalandogli in pratica dei potenziali clienti”, si legge nell’intervista pubblicata oggi sull’Avvenire. Diversi gli esempi che Marcel Vulpis cita per sottolineare i legami tra il sistema sportivo e il suo rapporto con il mondo del betting,come ad esempio l’esistenza di una community di scommettitori, “Gazzabet”, promossa dalla “Gazzetta dello Sport”, casa editrice (Rcs), simbolo per eccellenza della cultura sportiva in Italia. Alla domanda riguardante un modo per arginare il fenomeno delle ludopatie, Vulpis risponde chiedendo maggior attenzione da parte dei concessionari nei confronti degli appassionati, facendo tornare il gioco nell’alveo del puro divertimento. Infine il direttore di Sporteconomy sottolinea che: “A mio avviso la chiusura delle agenzie di scommesse legalizzate avrebbe come effetto collaterale l’aumento delle attività da parte della criminalità organizzata che non aspetta altro di impossessarsi della vita e degli averi dei ludopatici”, conclude. cdn/AGIMEG