Scommesse, Ughi: La nostra lettera serve a tracciare un confine netto tra scommesse pubbliche e private

Snai Servizi depositerà tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno il ricorso per ottenere il riconoscimento a operare senza concessione. E’ la tempistica che sostanzialmente traccia Maurizio Ughi, presidente della compagnia, da  alcune settimane al centro di un vivace dibattito per la lettera inviata a ADM e Mef in cui chiede in sostanza di operare nelle stesse condizioni di un bookmaker comunitario. “Impugneremo l’eventuale silenzio rifiuto delle Amministrazioni, dobbiamo attendere quindi che scadano i termini previsti per la loro replica” spiega a Agimeg. Ovviamente Ughi non si attende un via libera da Piazza Mastai: “Vogliamo che un giudice tracci un confine netto tra le scommesse pubbliche – quelle offerte grazie alla concessione – e le scommesse private – ovvero quelle che propongono i bookmaker esteri”. La differenza è sostanzialmente nel rispetto del regolamento Aams dei Monopoli: “I concessionari di Stato sono tenuti a rispettarlo; è come se fosse scritto nella roccia e ci vuole un anno e mezzo per modificarlo. Gli operatori esteri invece hanno ognuno il proprio regolamento, e possono modificarlo in qualunque momento. Quello che vogliamo è che i giudici ci dicano se possiamo offrire anche noi scommesse private. Se non possiamo farlo allora che lo impediscano anche agli operatori senza concessione”. Insomma, quella che poteva sembrare la resa di un concessionario – per giunta quello che ha sostanzialmente tenuto a battesimo il mercato – di fronte all’impossibilità di difendere il sistema concessorio, altro non è in realtà che un tentativo di restituire vigore al sistema stesso. Ughi respinge infatti l’idea che, per porre termine a una guerra che dura da oltre un decennio, le concessioni possano essere rimpiazzate da delle licenze: “Lo Stato non potrà mai ammettere di non essere in grado di difendere il sistema concessorio”. E soprattutto, “il monopolio serve a garantire la regolarità del sistema nei confronti dello scommettitore. E’ come se le scommesse fossero considerate un prodotto potenzialmente tossico, che lo Stato vuole tenere sotto controllo”. Insomma, prima di lanciare la gara del 2016 secondo Ughi ci sarà una deregulation, ma che non toccherà le caratteristiche principali del sistema. Ma pur difendendo l’impianto, Ughi sottolinea che la sua richiesta non è una mera provocazione: “Serve a rimarcare l’attenzione su qualcosa di completamente dimenticato. Al di là dei proclami pubblici – fatti anche attraverso testate giornalistiche di grande diffusione – servono interventi concreti”. glm/AGIMEG