Scommesse, Tar Lazio accoglie ricorso di un ctd. “L’avviso della Questura deve avere motivazioni reali”

Il Tar Lazio ha accolto il ricorso di un centro trasmissione dati che contestava un avviso orale emesso dalla Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Roma. La Questura di Roma sosteneva che a carico del ctd sussistessero “fondati ed attuali motivi per ritenere che sia dedita alla commissione di reati che mettono in pericolo la sicurezza o la tranquillità pubblica”, invitando l’interessato “a tenere una condotta conforme alla Legge”. Alla base del provvedimento del Questore di Roma, in sostanza, il fatto che il gestore del centro svolgesse la propria attività senza licenza di pubblica sicurezza. Nonostante fossero stati avviati procedimenti penali nei suoi confronti, il gestore è sempre stato prosciolto, una circostanza che il Tar ha ritenuto determinante: “l’avviso orale contestato” si legge nella sentenza, “si presenta carente sotto il profilo motivazionale ed appare adottato all’esito di una istruttoria insufficiente, in quanto fa generico riferimento al fatto che il ricorrente, negli ultimi due anni, è stato sottoposto ad indagini ed annovera precedenti di Polizia per esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa e per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, ma non tiene conto dell’esito dei procedimenti penali avviati nei confronti dello stesso ed, in particolare, della sentenza del Tribunale di Roma Giudice Monocratico del 15.4.2011”.

Il Collegio precisa che il Questore ha facoltà di emettere un avviso orale nei confronti di una persona “se esistono sospetti a suo carico”. L’avviso orale presuppone tuttavia la sussistenza di “elementi di fatto” che inducano a ritenere che il soggetto rientri in quelle categorie di persone “pericolose per la sicurezza e la pubblica incolumità”. In sostanza, il presupposto per l’emanazione dell’avviso orale consiste non tanto nell’esistenza di specifiche prove in ordine alla commissione di reati, bensì nella presenza di elementi di fatto che, secondo “le regole della logica e della ragionevolezza, conducono a riscontrare condizioni di pericolosità sociale”.lp/AGIMEG