“Ci troviamo in una situazione non facile da gestire. La questura di Bologna nega la licenza di pubblica sicurezza alle sale scommesse quando vengono riscontrate lacune nelle documentazioni necessarie ad aprire. Allo stesso tempo è in piedi una normativa regionale che con lo scopo di tutelare i cittadini ci porta ad intervenire quando le sale dedicate al gioco sono troppo vicine ai luoghi sensibili come chiese e asili. La mancanza di chiarezza tra la Regione e il Governo crea però un contenzioso tra gestori e istituzioni locali che finisce al Tar”. E’ quanto commenta ad Agimeg la Questura di Bologna, in merito al contenzioso tra alcuni gestori di sale scommesse e la stessa Questura. Molti ctd che hanno aderito all’ultima sanatoria prevista dal Governo si stanno di fatto scontrando con un buco burocratico che ha un peso per le nuove attività. Il risultato? Negli ultimi tre mesi sono state ben 15 le sospensioni dei dinieghi dell’88 Tulps per i ced Goldbet sanati, decise dal Tar Emilia sui provvedimenti della Questura di Bologna, che aveva negato la licenza di pubblica sicurezza ai centri collegati al bookmaker bloccandone l’attività. Tutto trae origine dalla Legge Regionale dell’Emilia Romagna del 1° maggio 2015, che impone alle sale giochi e scommesse – che iniziano la loro attività successivamente a tale data – di richiedere uno speciale permesso a costruire per effettuare interventi murari o semplici mutazioni nella destinazione d’uso dei locali. Numerosi ctd che hanno aderito all’ultima sanatoria si sono però visti negare la richiesta di licenza ex art. 88 TULPS. Le stessa questura sembra avere la necessità di lavorare in un contesto normativo più chiaro. “Il nostro primo obiettivo – spiegano dalla Questura di Bologna – è colpire le sale che lavorano illegalmente. In questo caso è l’Adm ha segnalarci se la sala lavora con regolare concessione o meno, ma resta da sciogliere il nodo non ancora risolto del distanziometro. In tal senso si attendono direttive. Per quanto riguarda le altre sale, una volta fornita l’intera documentazione il problema sarà superato”.I Ced collegati a Goldbet, a gennaio scorso, avevano però presentato ai Monopoli di Stato tutta la documentazione prevista per partecipare alla sanatoria, che doveva valere anche come istanza per il rilascio dell’88 Tulps, secondo quanto disposto della Legge di Stabilità. Al momento, di fronte ad ogni contenzioso, la risposta del Tar Emilia è stata più o meno sempre la stessa: “Si ravvisa la sussistenza dei presupposti per la concessione dell’invocata misura cautelare, anche in ragione del pregiudizio grave e irreparabile che soffrirebbe l’attività dalla sua protratta stasi”. cz/AGIMEG