L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha rinunciato all’accertamento fiscale nei confronti del gestore di un punto vendita ricariche, cosiddetto PVR, della provincia di Bari, poichè “non vi era prova certa che si fosse realizzata evasione di imposta unica, non essendo dimostrato che con l’utilizzo del Pc si accedeva a siti non autorizzati”.
Le scommesse, infatti, realizzate tramite un pc rinvenuto nell’attività, finivano nel Totalizzatore nazionale e il concessionario Betaland ha versato regolarmente l’imposta unica su tali puntate.
Nel locale, nello specifico, sono state trovate “2 postazioni pc ad uso esclusivo del titolare e 9 postazioni pc a disposizione del pubblico, una delle quali era occupata da un avventore intento ad accedere al proprio conto di gioco al fine di effettuare delle scommesse online sul sito del concessionario”.
Il gestore – riporta una nota dello studio legale associato Sisto Ruggiero Advisors – aveva presentato ricorso alla Corte di Giustizia tributaria di primo grado sottolineando l’inesistenza di somme incassate a fini della imposta unica e l’errata identificazione del pc tra gli apparecchi slot. lp/AGIMEG