“Abbiamo un progetto nuovo e interessante, il presidente Gravina ci permetterà di lavorare in maniera più dinamica. In assemblea erano presenti 50 società su 54, hanno risposto molto bene e lavoreremo tutti insieme per ottimizzare la gestione delle attività delle società stesse, che è la priorità in questo momento”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Mauro Grimaldi, eletto vicepresidente della Lega Pro – in passato è stato anche direttore del servizio tecnico del Totocalcio, e come responsabile delle scommesse sportive ha gestito per il Coni la fase di avvio nel 1998 – che ha poi allargato l’analisi all’attuale situazione di Totocalcio e Scommesse Sportive, il vecchio e nuovo che avanza.
“Credo che il Totocalcio ormai abbia dato quello che doveva dare”, ha detto Grimaldi commentando i dati dei primi tre mesi del 2016, con una raccolta di poco superiore ai 5 milioni di euro, ennesimo segno meno. “Come gioco si è sovrapposto alle scommesse sportive, ma non ha lo stesso appeal, serve un’altra forma di scommessa al totalizzatore. Oggi sono in pochi a puntare sulla schedina, i giocatori preferiscono scegliere uno o più eventi su cui scommettere, creandosi un pacchetto ad hoc, cosa impossibile per il Totocalcio. Inoltre si sta sempre più affermando la modalità di scommessa online che spinge ulteriormente il settore, motivo per il quale ormai la schedina è un’arma spuntata, un gioco che non rende e che andrebbe lasciato morire con dignità. Tutt’altro discorso per le scommesse – ha proseguito Grimaldi – che lo scorso anno hanno raccolto 5,5 miliardi di euro, di cui 5 miliardi puntati sul calcio, una cifra in crescita e che quest’anno, con gli Europei in programma in Francia, salirà ulteriormente. Numericamente, la Lega Pro rappresenta il sesto campionato in termini di raccolta, davanti a campionati più blasonati come Bundesliga o Ligue 1, e appena poco sotto l’Europa League. Un risultato di prestigio che dimostra l’appeal che la Lega Pro ha sugli scommettitori”. Infine, parlando del fenomeno del match fixing, il neo vicepresidente ha detto che “si tratta di un problema molto vasto e complesso che vede in prima fila la criminalità organizzata e non sempre la prevenzione è sufficiente. Serve un progetto coordinato che possa vedere la partecipazione di più attori, tra cui le società di calcio. Serve soprattutto ripartire dal basso, dalle scuole, educare i giovani sul valore dello sport attraverso un nuovo modello etico. E’ necessaria una nuova educazione, mentre oggi la repressione è l’unica risposta a questo fenomeno”, ha concluso Grimaldi. Cr/AGIMEG