Tar Lazio, verranno discussi nel merito i due ricorsi intentati dalla francese PMU e da FederIppodromi e altri contro il decreto sul palinsesto complementare – ovvero le scommesse su eventi non inseriti nel palinsesto dei Monopoli – pubblicato dai Monopoli nel luglio scorso. E’ quanto si è deciso al termine dell’udienza in camera di consiglio che si è appena conclusa di fronte alla Seconda Sezione. La data dell’udienza di merito non è ancora stata fissata, ma si terrà prima dell’estate. I ricorsi perseguono obiettivi differenti, entrambi non contestano l’offerta di nuovi prodotti, ma il fatto che nel decreto non sia previsto in maniera esplicita che parte del prelievo debba essere destinato alla filiera ippica. FederIppodromi, in particolare, punta a ottenere un riconoscimento esplicito del principio, soprattutto visto che nei palinsesti complementari verranno inserite le scommesse live sulle corse dei cavalli, prodotti non previsti nel palinsesto ordinario dell’ADM. Secondo l’Avvocatura di Stato (che difende le posizioni dell’Amministrazione) una simile previsione sarebbe tuttavia inutile, dal momento che anche per il palinsesto liberalizzato valgono le previsioni generali che destinano quota del gettito alla filiera. La PMU invece pone l’accento sui diritti che devono incassare gli organizzatori di corse ippiche estere per le scommesse che vengono organizzate in Italia. In precedenza tali rapporti venivano regolati dall’Unire-Assi, e successivamente dal Ministero dell’Agricoltura. La carenza di risorse economiche da un lato, e il lancio del palinsesto complementare dall’altro, hanno messo in crisi questo sistema. I Monopoli di Stato a metà novembre hanno pubblicato infatti un comunicato chiedendo ai concessionari che intendono offrire un palinsesto complementare sull’ippica di “garantire la corretta acquisizione dei diritti relativi alle corse nazionali e estere”. In particolare, devono acquisire “dai e filmati relativi agli avvenimenti oggetto del palinsesto complementare”. In sostanza, devono essere i singoli concessionari di volta in volta a versare i diritti agli organizzatori delle corse su cui intendono accettare scommesse. La PMU di conseguenza si trova a avere invece di un unico interlocutore – appunto il Mipaaf – una pluralità di controparti, con cui potrebbe avere difficoltà a interloquire. gr/AGIMEG