“Non abbiamo mai chiesto l’esecuzione della sentenza del Tar Lazio – che censurava i troppi lacciuoli imposti dai concessionari delle scommesse alle società di gestione che intendevano risolvere il contratto, NdR – perché avrebbe arrecato un danno all’Erario e alla stessa rete”. E’ quanto commenta a calco Francesco Ginestra, presidente di Agisco, riferendosi all’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha sospeso quella sentenza, in sostanza per rinviare al merito la definizione della controversia. “Il nostro obiettivo è che il quadro sia definito quando verrà lanciata la nuova gara” aggiunge ancora Ginestra, “di modo che le società di gestione possano partecipare liberamente, al pari di tutti gli altri soggetti”. La questione è appunto che le agenzie – che attualmente operano come gestori di grandi concessionari – sarebbero costretti a rimanere in questo ruolo, e non potrebbero partecipare alla gara per acquisire una concessione propria: “Ci sono una serie di vincoli che rendono impossibile partecipare alla futura gara, come le penali (che in precedenza arrivavano anche a 150mila euro, ma poi si sono ridotte nel tempo a 50mila euro) o il divieto di concorrenza – che vale anche per i dipendenti delle agenzie – per un anno”. Per Ginestra, comunque, il quadro è stato già definito in maniera sufficiente dal Garante della Concorrenza, nel parere emesso nell’ottobre 2016 – in cui appunto censurava queste clausole – e poi ripreso dai Monopoli con una circolare. “Per la Verità i Monopoli hanno fatto il minimo, si sono limitati a emettere una circolare interna, quando invece sarebbe stata necessaria una comunicazione più ampia” commenta ancora Ginestra. E conclude, “La cosa più importante è che il Consiglio di Stato prenda atto del parere dell’Antitrust quando verrà chiamato a rendere il parere sul prossimo bando di gara”. gr/AGIMEG