Scommesse, ecco le novità del bando di gara inviato al Mef: nuovi requisiti di accesso e rimodulazione al ribasso delle fideiussioni. Ma resta il nodo della Conferenza Unificata

Il bando di gara per le scommesse è finalmente in procinto di approdare al Ministero delle Finanze per poi ricevere il parere preventivo del Consiglio di Stato. I Monopoli di Stato, dopo una serie di consultazioni con l’Antitrust, sono infatti arrivati alla stesura definitiva del bando di gara che assegnerà le nuove concessioni per la raccolta delle scommesse. Diverse le novità inserite nel bando, che tuttavia non entra nel merito della questione delle distanze delle sale sul territorio, in attesa di un definitivo accordo che uscirà solamente a seguito della Conferenza Stato-Regioni-Enti locali rimandata a settembre.
Tra le novità della gara, i requisiti di accesso alla stessa. Saranno naturalmente ammessi tutti i soggetti già concessionari e anche quei soggetti con potenzialità di collegamento di almeno 50 punti vendita. Altra novità è la rimodulazione al ribasso degli importi delle fideiussioni che gli operatori dovranno garantire all’amministrazione per il mantenimento dei servizi e dei requisiti concessionari. Il testo licenziato dai Monopoli non contiene tuttavia alcun limite di concentrazione per gli operatori futuri assegnatari di titoli concessori, come previsto invece per i concessionari delle slot. Gli operatori che parteciperanno alle selezioni per tutte e tre le tipologie di autorizzazione, comprendenti negozi di gioco, corner sportivi all’interno dei bar e corner in altri esercizi diversi dai bar, dovranno presentare tre offerte distinte.
Le criticità del nuovo bando di gara risiedono nei tempi di attuazione. Molto dipenderà dalle mosse del MEF che molto probabilmente, prima di emanare la procedura di selezione, vorrà attendere l’esito della Conferenza Unificata di metà settembre che stabilirà in quale scenario il bando verrà a operare. La legge di Stabilità aveva già previsto la proroga automatica degli attuali titoli concessori in caso di mancato accordo tra Stato ed Enti locali, ma i tempi rapidi sono richiesti dal fatto che i proventi che dovrebbero scaturire dalla gara delle scommesse, così come per quella del bingo e dell’online, erano già stati inseriti nel bilancio di esercizio dello Stato per l’anno 2016. In altre parole, si rischierebbe un ‘buco’ di almeno 400 milioni di euro, come stimato da Agimeg, in un momento particolarmente critico e delicato della nostra economia. Tra le ipotesi percorribili, l’invio del bando al Consiglio di Stato per guadagnare tempo e farsi trovare pronti in caso di verdetto positivo sul fronte della Conferenza Unificata, in modo che la gara possa partire entro la fine dell’anno. lp/AGIMEG