Scommesse, Consiglio di Stato: “Mancanza dei requisiti di buona condotta legittimano il diniego della licenza”

Il titolare di una sala scommesse si è rivolto al Consiglio di Stato per contestare una sentenza emessa dal Tar della Calabria in merito alla revoca della licenza di raccolta di gioco imposta dal Questore di Reggio Calabria a causa della mancanza dei requisiti di buona condotta richiesti per il rinnovo della licenza. I giudici hanno affermato: “le autorizzazioni di polizia possono essere revocate o sospese in qualsiasi momento, nel caso di abuso della persona autorizzata. Ai sensi dell’art. 11, comma 3 TULPS, le autorizzazioni devono inoltre essere revocate quando nella persona autorizzata vengono a mancare, in tutto o in parte, le condizioni alle quali sono subordinate, e possono essere revocate quando sopraggiungono o vengono a risultare circostanze che avrebbero imposto o consentito il diniego della autorizzazione. A norma del comma 2 del medesimo art. 11, le autorizzazioni di polizia possono essere negate a chi non può provare la sua buona condotta. E’ pacifico che, ai fini del rilascio delle autorizzazioni di polizia in genere, sono necessari determinati requisiti di affidabilità, la cui sussistenza è accertata mediante un giudizio prognostico e complessivo da parte dell’Amministrazione. Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, l’Autorità di P.S. dispone di un potere ampiamente discrezionale nella valutazione della esistenza dei suddetti presupposti, necessari al rilascio dell’autorizzazione, che risulta sindacabile in sede giurisdizionale nei soli limiti della irragionevolezza ed arbitrarietà”. Con questa motivazione il Consiglio di Stato conferma la legittimità del provvedimento del Questore e della sentenza del Tar della Calabria. ac/AGIMEG