Scommesse, Cassazione respinge ricorso contro condanna per raccolta abusiva: “Attività di illecita intermediazione”

La Settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso contro la condanna a quattro mesi di reclusione da parte della titolare di un centro scommesse pugliese, accusata di raccolta abusiva dal Tribunale e la Corte di Appello di Lecce. Secondo la Cassazione “la Corte di appello ha steso una motivazione del tutto congrua, fondata su oggettive emergenze dibattimentali e priva di illogicità manifeste; come tale, quindi, non censurabile. In particolare, ha evidenziato che il dolo del reato risiedeva nell’aver la ricorrente svolto un’attività di illecita intermediazione senza richiedere affatto l’autorizzazione di cui all’art. 88 T.u.l.p.s (la cui domanda, infatti, era stata avanzata soltanto nel 2010, a fronte di condotte contestate fino al gennaio 2009); con riguardo, poi, alla causa di non punibilità (…) la Corte di merito l’ha esclusa «in considerazione delle finalità di contrasto a fenomeni criminali o di frode cui l’autorizzazione di polizia risponde». Ciò posto, ed a prescindere da tale considerazione, osserva comunque il Collegio che il fondamento implicito del diniego dell’istituto ben si ricava dal tenore complessivo della motivazione, che evidenzia – in capo alla ricorrente – un’attività illecita adeguatamente strutturata, stabile, organizzata; in sintesi, un comportamento abituale”. lp/AGIMEG