Scino (Consiglio Comunale Firenze) “Su sanatoria slot bene il lavoro della Corte dei Conti”

“Lo scorso 8 novembre, la Corte dei Conti ha confermato integralmente il provvedimento emesso in precedenza all’ultimo decreto “salva IMU” ed ha così imposto il pagamento del 30% delle penali comminate alle concessionarie delle slot, ovvero il 10% in più rispetto al 20% stabilito dal Governo”. Lo ha ribadito il vicepresidente del Consiglio comunale di Firenze, Salvatore Scino (Pd), che ha aggiunto: “Naturalmente, in considerazione della mia oramai nota avversione per tutto ciò che ruota intorno al mondo dei giochi d’azzardo, sono soddisfatto della decisione della Magistratura contabile; tuttavia mi rammarica il fatto che due poteri dello Stato, il Governo e la Magistratura, debbano contendersi la “percentuale” di penale da far pagare per un danno erariale incontestato nel fatto e nel diritto. Ricordo, in proposito, che la Corte dei Conti ha sentenziato la culpa in vigilando a carico di due Funzionari dei Monopoli dello Stato, per le omissioni da loro commesse – appunto – nelle attività di controllo. Ma solo due Funzionari avrebbero dovuto accorgersi che i concessionari delle slot, per anni, non comunicavano decine di miliardi di ricavi allo Stato? Ciò appare inverosimile! Rammento, inoltre, che i Monopoli dello Stato sono un Ente alle dirette dipendenze del Governo. Quindi, ricapitoliamo: la Magistratura contabile stabilisce un danno erariale, ma un altro potere dello Stato, il Governo, fa uno sconto alle concessionarie condannate che avrebbero dovuto essere controllate da un suo importante Ente, i Monopoli dello Stato. Successivamente, la medesima Magistratura contabile ribadisce la propria sentenza, riportando la percentuale della sanzione da versare allo Stato a quella stabilita prima dell’intervento del Governo. Lascio alla libera interpretazione di ciascuno riguardo ai comportamenti tenuti della Corte dei Conti e del Governo, rispettivamente. A prima vista, sembra quasi che perseguano interessi diversi! Quello che mi preme, ancora una volta, ribadire è che lo Stato sta trattando il gioco d’azzardo come un mero problema finanziario, di “cassa”, non un grave problema sociale, le cui nefaste dinamiche epidemiologiche sono oramai note e conclamate! Continuo così, ancora in questa sede, ad occuparmi del problema della ludopatia, principalmente per due motivi tra loro connessi: primo, per sensibilizzare le nuove generazioni che fanno politica, anche a livello delle amministrazioni locali, affinché prima di promuovere un’attività che porti finanziamenti nelle casse della Pubblica Amministrazione, si accertino che tale intervento non crei un danno maggiore dei benefici previsti; secondo, per richiamare l’attenzione sulla situazione imbarazzante che si è venuta a creare con l’industria dei giochi d’azzardo. Lo Stato, in un periodo di crisi finanziaria, si aggrappa ad un’attività che, per tradizione oserei dire, è stata spesso appannaggio della criminalità organizzata, che l’ha utilizzata (e, probabilmente, utilizza ancora) per riciclare il denaro sporco. Se poi ci mettiamo anche il fatto che, a conti fatti, nelle casse dello Stato entra solo una parte residuale del volume d’affari dell’industria del gioco, mi chiedo a chi tutto questo affare possa giovare. Anzi, invito tutti i cittadini a domandarselo!”. lp/AGIMEG