“Purtroppo il settore del gioco ottiene spazio nei periodi di redazione della legge bilancio o di campagna elettorale. In questa tragedia causata dal coronavirus che ha coinvolto tutti è difficile accettare questa ghettizzazione culturale della nostra categoria e della nostra entità come industria, come comparto produttivo. Il gioco legale è gioco dello Stato, su cui ha specifica riserva, affidato in concessione a tanti operatori che con dignità lavorano in questo comparto e rivendicano un diritto di cittadinanza, dando tanto alla comunità in termini di investimenti e di occupazione. Così come diamo, vorremmo ricevere: è una battaglia di dignità”. E’ quanto ha dichiarato Fabio Schiavolin, Ad Snaitech, nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, su come la rete delle scommesse, sulla quale pende un aumento della tassazione per finanziare il mondo dello sport, sta vivendo questo periodo delicato in attesa della riapertura delle sale.
“Capisco gli imprenditori che ogni mattina tirano su la saracinesca per portare avanti un’attività attraverso cui danno lavoro ad altre persone e famiglie, che credono e investono nella loro attività, ma che ora si vedono sorpassare sulla destra da altre categorie che non si capisce come possano essere accomunate alla nostra. Ringrazio per l’importante lavoro che fa la rete, un lavoro che rende forte il nostro brand, ma oggi è giusto parlare dei giochi in modo allargato. Le persone stanno legittimamente auspicando che arrivino risposte dalla politica e che arrivino non solo quelle risposte che sentiamo in questi giorni. Mi riferisco al nuovo contributo richiesto alla rete, un inasprimento della tassazione ad attività chiuse. Credo che sia nobile il tema del sostegno agli sport minori e dilettantistici, ma il Ministro dello Sport Spadafora non sta proponendo di prendere soldi dalle vincite, bensì dalla filiera che è chiusa da oltre due mesi. Il mondo delle banche è in ritardo, eppure gli imprenditori continuano a sostenere i costi delle proprie attività anche restando chiusi, hanno famiglie che vogliono riprendere a lavorare e dover discutere di un ulteriore balzello ci sembra una cosa difficile da accettare, senza nulla togliere all’importanza del gesto. Infatti destinare risorse a sport minori credo che sia una cosa meritoria, ma oggi stiamo parlando di cose più pratiche. Non vorrei assistere alla riapertura di centri estetici, con tutto il rispetto, in cui ci sono interazioni più pericolose di quanto possa accadere nelle nostre agenzie e poi vedere odg respinti sulla riapertura dei nostri punti vendita. Una cosa inaccettabile in quanto non possiamo stare tanto tempo chiusi mentre il mondo si sta preparando a ripartire. Il paradosso è che ci si aspetti legittimamente una somma a supporto dello sport, ma che si possa contare solo su metà anno di attività. Il rischio è di dover anticipare somme, cosa che speriamo non sia neanche da prendere in considerazione”.
Come si è mossa Snaitech per tutelare la rete? “Abbiamo cercato innanzitutto di venire incontro ai temi di liquidità proponendo dilazioni e piani che consentissero ai gestori di affrontare le prime fasi del blocco – ha detto Schiavolin – poi abbiamo cercato di fare nostre le problematiche dei singoli imprenditori aprendo uno sportello attivabile da tutti i nostri punti vendita di supporto legale e fiscale per l’accesso alle misure previste dal Governo. Stiamo inoltre provvedendo ad adottare per i punti vendita presidi sicurezza e sanitari per poter riaprire, il tutto condito da un grande lavoro sui protocolli per la riapertura in sicurezza e sull’informatizzazione dei punti vendita, al fine di evitare l’effetto delle code, che consentirà ai nostri utenti di entrare in agenzia evitando assembramenti. Queste sono le cose minime che possiamo fare; in questi mesi abbiamo cercato di coinvolgere i clienti del fisico con singole iniziative quotidiane sul web di Radio Snai e con iniziative che hanno lanciato un ponte tra retail e mondo digitale. Stiamo cercando di mantener alto il morale. La gente ha investito denaro per un’attività che ha pienissima dignità, sono imprenditori con la ‘i’ maiuscola. E’ ora di sfatare il tabù che il gioco debba avere diritti minori rispetto ad altri comparti. Lo stato ha deciso di gestirlo in questa maniera, attraverso operatori controllati come nessuna altra categoria produttiva. E’ il momento di ottenere la piena dignità, la piena cittadinanza, non siamo nel dark web. Il nostro è un business trasparente, è evidente che il driver principale sia la sicurezza degli utenti e dei lavoratori anche a livello associativo. In questo momento si sta dialogando per garantire la massima sicurezza”. Sui rischi di un ritorno dell’illegalità, causato dal lockdown del gioco lecito, Schiavolin ha detto che “l’illegalità è evidentemente un problema che insiste nel nostro settore e dove lo Stato lascia libero il campo, come abbiamo visto nel caso di alcuni regolamenti regionali restrittivi, molto spesso emerge un’offerta irregolare. Credo che a supporto di questo vi siano importanti pareri di Commissioni Antimafia, Gdf, Adm. Da questo punto di vista il pericolo illegalità esiste. Per il resto è evidente che quanto prima si apre, si riduce anche l’anomalia di vedere ad esempio librerie aperte e sale scommesse chiuse. Siamo penalizzati sulla considerazione della sicurezza dell’utente, non è accettabile, forse allora è una questione di prodotto. C’è meno interesse nella riapertura del nostro settore, certamente non pensavo che saremmo stati i primi a riaprire, ma non vorremmo essere gli ultimi”. Tornando a parlare della tassa sulle scommesse, un tema particolarmente caldo e su cui l’intera rete dei punti vendita è in rivolta, Schiavolin ha ribadito che “la nostra posizione su questa tassa è negativa, è un ulteriore intervento sulla marginalità di una filiera già colpita più volte da provvedimenti di vario genere, i punti vendita fanno fatica a restare aperti con gli attuali livelli economici. Rispetto a questa tassa, non riteniamo che in questo momento di difficoltà, con negozi chiusi da mesi, si possa tassare il settore, al di là della bontà della causa che va a restituire qualcosa agli sport minori. Stiamo facendo il possibile per rappresentare le nostre istanze, abbiamo una posizione attiva sulla questione. Tutti a tutti i livelli stiamo cercando di far capire a nostri interlocutori istituzionali che lo Stato con il lockdown perde 1 miliardo di euro al mese di gettito e prolungandosi il periodo di stop sono centinaia di milioni in meno per lo Stato. Sono stati numerosi gli interventi sul gioco negli ultimi anni, alcuni anche legittimi e condivisibili come la razionalizzazione dell’offerta e l’attenzione al consumatore, ma anche ante Covid-19 qualsiasi aumento di tassazione sarebbe stato visto negativamente, figurarsi ora che le attività sono ferme”. Sulla possibile data di riapertura, l’Ad di Snaitech ha azzardato un pronostico: “Direi 5 giugno. E’ un auspicio ma con le date previste per la ripartenza dei principali campionati di calcio tenere i negozi chiusi sarebbe una pazzia. Per il 5 giugno i parrucchieri saranno aperti, noi spero non staremo ancora con le saracinesche abbassate”.
Che mercato si avrà alla riapertura? “Abbiamo vissuto gli ultimi due mesi e mezzo in maniera creativa con palinsesti non molto ricchi. Abbiamo offerto tennis tavolo e un paio di campionati minori, dalla Bielorussia al Nicaragua. Spero che ci si trovi con un mercato che riparte in maniera positiva, non credo che la gente si precipiti subito in agenzia. Ripartiremo in sicurezza con tutta la dignità degli operatori. Rappresentiamo una categoria di operatori di intrattenimento per persone che scelgono quel tipo di intrattenimento rispetto ad altri. Non siamo per il gioco aggressivo, tra l’altro il Regolatore ha avviato attività sempre più improntate al gioco responsabile. Abbiamo una platea di appassionati dello sport, a me piace parlare di pronostico più che di scommessa, di passione legata allo sport che non è mai esagerazione. Vogliamo che ritorni quello spirito, l’agenzia è un punto di aggregazione sociale, nel quale gli amici si incontrano per confrontarsi su pronostici”.
Nel ritorno alla normalità, saranno previsti anche altri giochi in agenzia o si potrà accedere solamente per scommettere? “Non so cosa il Governo intenderà fare, ma è evidente che alcune attività specificamente improntate alla creazione di assembramenti nel punto vendita non saranno permesse in questa prima fase, penso al gioco live, così come alle scommesse virtuali in cui c’è il tema della rappresentazione video degli eventi, delle corse, sulle quali ci sono pensieri diversi su come la tecnologia possa aiutare. Siamo a favore della massima tutela e sicurezza di addetti e clienti, garantita attraverso l’applicazione di protocolli confrontabili e paragonabili con altre attività commerciali, poi ogni singolo operatore potrà fare la propria proposta per colmare le problematiche di sicurezza”. Schiavolin ha tenuto a specificare come “non siamo mai stati inermi rispetto a qualsiasi intervento fatto al nostro settore, chiedo la cortesia a tutte le persone che ci seguono di concepire la diversità dei ruoli, ognuno interviene secondo i protocolli e le linee più consone al proprio ruolo. Noi siamo concessionari, il nostro primo interlocutore è ADM e possiamo assicurare a tutti che con i Monopoli abbiamo un’interlocuzione attiva e costruttiva, anche se a volte non si incastra con la visione del Governo che legifera spesso in emergenza, e questa è un’emergenza, ma allo stesso tempo non vogliamo essere vittime sacrificali. Il nostro settore è in grande difficoltà, le istituzioni ci diano una via di uscita per continuare a contribuire con un importante gettito erariale e facendo da baluardo ad ogni attività illecita”. Altro tema trattato nel corso della diretta facebook con l’ad Snaitech, quello della negazione di accesso al credito lamentato da molte aziende di gioco. “Le aziende di gioco oggi non hanno alcun tipo di inibizione al credito dal punto di visto normativo , ma gli istituti di credito hanno codici etici che non prevedono finanziamenti per alcune attività, come il gioco. Su questo noi possiamo fare ben poco, in tanti anni abbiamo dovuto accedere al credito dialogando con le istituzioni bancarie parlando della specificità del nostro settore: il gioco è riserva dello Stato ed è garantito dallo Stato, ma ciò non basta per cambiare i codici etici delle banche. Ricordiamo poi che il gioco nell’interezza della filiera è rappresentato da una miriade di attività imprenditoriale, dai piccoli punti vendita alle società di capitali, siamo una controparte importante per il mondo del credito”. cr/AGIMEG