Distante (Pres. Sapar) ad Agimeg: “Gestori slot tartassati. Il settore già in crisi prima del Covid-19. Lavoriamo con e per lo Stato. Banche e Governo ci aiutino subito non c’è più tempo”

“Sono molte le persone che parlano, ma non conoscono il settore del gioco. Negli ultimi due anni abbiamo subìto sette aumenti del Preu, siamo diventati il bancomat della politica, a cui attingere quando serve denaro. In particolare il gestore è stato tartassato, abbiamo dovuto cambiare le macchine nel 2019 e poi di nuovo nel 2020. Ora siamo fermi da due mesi per il coronavirus, ma già prima dell’epidemia il settore era in crisi a causa delle ordinanze comunali, delle leggi regionali contro il gioco che hanno introdotto distanziometri e limiti orari. La Conferenza Stato-Regioni non è mai stata portata a termine, ancora oggi non abbiamo un sottosegretario all’economia con delega ai giochi come referente, una cosa inconcepibile per un comparto che dà così tanti soldi all’erario”. E’ lo sfogo di Domenico Distante, Presidente della Sapar, intervenuto nella diretta Fb con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sulla situazione del comparto slot. “Nessuno tutela i nostri dipendenti, che si vedono negare il diritto a un mutuo prima casa perché lavorano per un’azienda di gioco. Chi vuole aprire un conto corrente si sente dire che non è possibile per motivi ‘etici’, come se il gioco fosse il male assoluto, e dei finanziamenti previsti dal decreto legge dello scorso 8 aprile non abbiamo visto un euro”, sottolinea Distante. “Siamo pronti a ripartire come tutte le altre aziende, rispettando tutte le misure di tutela del giocatore, siamo pur sempre un’attività economica. Sappiamo che non si può ripartire come prima, ma se aprono le altre attività possiamo farlo anche noi, con le dovute precauzioni, forniremo guanti e mascherine, magari lasciando accesa una slot sì e una no, ma lo Stato ci deve ascoltare, dobbiamo sapere come ripartire, con quale regole, aiuti di liquidità non ci sono, non incassiamo un centesimo da due mesi. Dovremmo ripartire eliminando distanze e limiti orari, serve un riordino nazionale di tutti i giochi, così si aiutano le piccole imprese, non possiamo più essere discriminati. Lo Stato ci dica se non vuole più il gioco, visto che non possiamo sottostare ogni mese a un cambio di Preu o a un’ordinanza del sindaco che chiude le sale slot”. L’analisi del presidente Sapar si sposta sul rischio illegalità che deriverebbe dalla scomparsa del gioco pubblico legale. “Tempo fa in audizione in Piemonte ho detto che se il gioco legale chiude – ed è successo – il suo posto verrà preso dal gioco illegale, come confermato da numerose inchieste della Guardia di Finanza. Non bisogna dimenticare che noi siamo le sentinelle che stanno sul territorio, difendiamo il gioco pubblico e denunciamo il gioco illegale prima ancora che lo facciano le forze dell’ordine”. La ripartenza per Distante è ancora possibile, a patto che “non si continui a parlare contro il gioco. Serve una norma a livello nazionale con regole chiare e precise, ma dobbiamo ripartire tutti. Serve buonsenso, è inutile continuare ad innalzare il Preu, bisogna invece abbassarlo. Ad oggi le banche non hanno fatto nulla, non hanno dato un euro di finanziamento alle piccole imprese. Come possiamo pensare ai bandi di gara? Dobbiamo rinviare tutto. Come possiamo pagare il Preu di maggio se siamo ancora chiusi? Non abbiamo più soldi, serve una ripartenza in condizioni chiare”, ha concluso. cr/AGIMEG