“Oggi festeggiamo un annuncio molto importante, finalmente si riparte. Eravamo in attesa che si sbloccasse la situazione anche per le corse dei cavalli, si potrà tornare a correre da lunedì prossimo. Dopo due mesi e mezzo di lockdown era difficile continuare ad andare avanti così, ogni giorno che passa senza poter ripartire rappresenta un costo. I cavalli – in Italia ve ne sono 15 mila tra cavalli da corsa, stalloni, fattrici e puledri – anche in questo periodo di stop, sono stati nutriti, allevati e allenati. Ora si torna i pista dopo il blocco, è un primo ma importantissimo passaggio”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Sandi, Presidente di Ippica Nuova (associazione di filiera che raggruppa oltre 450 operatori del settore trotto, proprietari, allevatori, gentlemen, amazzoni, allenatori e guidatori tra i più importanti del nostro paese), commentando l’annuncia di Giuseppe L’Abbate, sottosegretario di Stato per le Politiche Agricole, che ha anticipato nella giornata di ieri la decisione del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali di far ripartire le corse ippiche.
“Questo risultato è frutto del lavoro di molti: noi come associazione della filiera del trotto abbiamo subito appoggiato il Ministero per trovare una soluzione in vista di una pronta ripartenza. Visto dall’ esterno capisco che la ripresa delle corse dei cavalli non fosse la priorità, ma abbiamo apprezzato il lavoro sia degli uffici del Ministero sia del Sottosegretario L’Abbate e della Ministra Bellanova, che hanno compreso il problema e cercato di trovare una soluzione. E’ stato fatto un lavoro serio, dialogando con tutti gli interlocutori possibili. Ci siamo confrontati con il Ministero della Salute per dare il via libera ai protocolli di concerto con il Comitato tecnico scientifico, oltre ad aver dialogato con la Conferenza dei presidenti delle Regioni. Ora attendiamo gli atti concreti: il Ministero era molto avanti, sono già state fatte cose propedeutiche per la ripartenza, ora serve una circolare attuativa in cui il Ministero dovrà comunicare a ogni ippodromo il numero delle giornate di corse e i montepremi, dialogando con le Asl, con un protocollo articolato che disciplinerà la ripartenza delle gare. Bisogna poter garantire a tutte le scuderie di poter prendere parte alle corse”.
Ora che la situazione sbloccata, serve dare ossigeno al settore: “Non siamo che all’inizio – ha proseguito Sandi – in quanto in due mesi e mezzo di lockdown sono stati accumulati 18 milioni di euro di montepremi che dovremo recuperare nei prossimi mesi e che dovranno essere stanziati con attenzione per aiutare la ripartenza. I soggetti più piccoli sono quelli che rischiano di uscire se non riescono a contemperare i costi del mantenimento dei cavalli con i premi disponibili. Serve un calendario per i Gran Premi che sia valido, una cosa complessa. Molto dipenderà da quanto sarà efficace il pagamento dei premi, sarà più facile organizzare le aste e le vendite dei puledri tanto più il Ministero riuscirà a recuperare il ritardo accumulato per cause esterne al ministero stesso, ma i premi devono arrivare velocemente. Noi lavoriamo continuamente per dare il nostro contributo importante in questa fase per riportare i cavalli in pista”.
Per il Presidente di Ippica Nuova c’è ancora tanto da fare per il settore: “Serve un disegno di riforma dell’ippica italiana: come Ippica Nuova siamo nati per proporci come associazione di filiera che possa aiutare il Ministero e le istituzioni a trovare una formula di gestione più moderna e internazionale. Il primo passo è quello della ricostituzione degli enti tecnici, che dovranno andare ad occuparsi specificamente dei singoli comparti. Saranno fondamentali in quanto dovranno essere punto di riferimento per le attività relative a quel determinato comparto. Necessitiamo inoltre di un disegno moderno che autorizzi la collaborazione tra ente pubblico e privato. Serve un ente di gestione che superi i limiti tecnici del Ministero, fermo restando quanto di buono è stato fatto dal Ministero che ci ha riportato alle corse. La priorità ora è ripartire, ma contemporaneamente, proprio per valorizzare quanto si fa oggi, bisogna studiare come gestire domani il nostro comparto. Una delle competenze che ancora vanno affinate è quella di ottenere un dialogo ancora più fecondo di quanto fatto finora con MEF e con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Abbiamo l’assoluta necessità del rilancio delle scommesse ippiche, che sono tuttora uno strumento fantastico sia per nostro comparto – per alimentare il nostro montepremi e coprire i costi delle scuderie e dei cavalli da corsa – ma che al contempo sono un’opportunità magnifica per gli operatori del settore del gioco, con le corse dei cavalli che possono tornare ad essere un motore importante. Oggi – evidenzia Sandi – con il protocollo approvato si è immaginato di mettere un limite, per motivi sanitari, al numero di cavalli che possono partecipare a una corsa, non più di 12, ma questo numero non è adatto per essere giocato sotto forma di Tris-Quarté-Quinté. Per questo devono lavorare insieme Ministero, operatori del settore e Mef/ADM per costruire su questa base un’ippica italiana che ha dimostrato di esserci e di lottare per il proprio futuro, e che merita di partecipare alle scelte. In prospettiva di un rilancio, il comparto ha ancora molto da offrire”.
Su quando si potrà tornare a vedere pubblico negli ippodromi (la ripartenza delle corse il prossimo 25 maggio sarà a porte chiuse ndr), Sandi si dice ottimista: “Trentacinque ippodromi in attività devono adeguare tutta le proprie modalità di gestione delle giornate di corse in funzione di quanto scritto in un protocollo reso noto da poche ore. Se la pandemia continuerà nel trend discendente, spero che da metà giugno si possa nuovamente vedere il pubblico negli ippodromi, anche se con limiti numerici. Del resto in media un ippodromo conta su 20/30 ettari di terreno, un ambiente ideale per ripartire in sicurezza”. cr/AGIMEG