Salerno: operazione “Poker”, società di noleggio di slot adottava metodo mafioso per istallazione di apparecchi sul territorio

Questi gli ulteriori dettagli emersi nella conferenza stampa che si è svolta presso la Procura della Repubblica di Salerno in merito all’operazione “Poker”. Oggi  i ROS, unitamente ai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P del Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, scambio elettorale politico-mafioso, illecita concorrenza in materia di esercizio dell’attività commerciale, abigeato su vasta scala e tentata estorsione aggravata. Le indagini sono state avviate dal ROS nel 2013 al fine di accertare le modalità di accordo criminale tra le organizzazioni camorristiche dell’area vesuviana e dell’agro nocerino-sarnese ed i rappresentanti di una società di noleggio di macchinette videopoker e di piattaforme telematiche di gioco dell’area vesuviana, la Viscomatic Srl gestita da Vitiello Raffaele da Boscoreale. Il materiale sviluppo delle indagini ha consentito di documentare il cospicuo volume di affari della suddetta società e, soprattutto, il pragmatico modus operandi adottato dall’imprenditore di avvalersi, per la locazione delle macchinette videopoker presso esercizi pubblici, del placet da parte dei rappresentati della criminalità organizzata dei territori ove i locali sono ubicati. In cambio di utili in denaro elargiti ai clan, pertanto, l’imprenditore si aggiudicava così un notevole volume d’affari, in totale spregio alle leggi relative alla libera concorrenza imprenditoriale. Gli interessi dell’impresa vesuviana di noleggio videopoker si estendevano, oltre che nella provincia di Napoli e Salerno, anche in quella di Foggia, secondo le medesime procedure in tutti i suddetti territori. Nell’estate 2013, la sfera d’illeciti interessi del Vitiello a Sarno finiva per incidere sui già precari equilibri criminali di quel territorio, che vede contrapposti storicamente Parlato Luigi ed i suoi sodali con l’altrettanto blasonato clan  camorristico “Serino”, capeggiato da Serino Aniello inteso “O’ Pope” e dal figlio Matteo, entrambi detenuti in quanto condannati a significative pene  detentive.  Nell’estate del 2013 il contrasto tra i Serino ed i Parlato si acuiva proprio a causa del Vitiello il quale aveva deciso di allocare alcune macchinette videopoker in un esercizio pubblico di Sarno, in ossequio ad alcuni accordi criminali intercorsi con Parlato Luigi ma evidentemente non condivisi da Serino Gianluigi, figlio “cadetto” del detenuto Serino Aniello. 11 concentramento delle iniziative investigative sul conto dei componenti del clan “Serino”, tra il 2013 ed il 2014, consentiva di delineare ancora più precisamente la sfera degli interessi criminali del gruppo investigato, così riassumibili: il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, nonché la gestione del controllo delle piazze di spaccio a Sarno di questo narcotico, ad opera di Gianluigi Serino, coadiuvato da una serie di affiliati, la gestione dell’indotto costituito dalla locazione di macchinette videopoker presso esercizi pubblici di Sarno, attività questa gestita in prima persona da Serino Gianluigi e dai suoi sodali, attraverso la sinergia iniziatasi a creare con gli imprenditori Lapelazzuli Vincenzo e Delli Bovi Pompeo, l’attività di abigeato su vasta scala, gestita in prima persona da Albero Aniello e da Michelina Serino, con la collaborazione di Della  Cava Franco, Dello Russo Ernesto, Cerzosimo Luigi, Inchico Giuseppe cd Elia Domenico. In tale ambito, nel quale storicamente il clan Serino è operativo, Albero Aniello ricopre anche il delicato incarico di “cerniera” e collegamento con esponenti criminali dell’area picentina, a cavallo tra le provincie di Avellino, Salerno e Potenza, l’intestazione fittizia di beni ed attività imprenditoriali nel settore delle scommesse e del noleggio di macchine distributrici di alimenti e bevande presso aziende del territorio. Questa attività viene attesa da quello che può essere definito il centro decisionale della famiglia Serino, costituito da i fratelli Serino Michelina, Gianluigi e Nicola, nonché da Albero Aniello. Tutte le iniziative e le attività del sodalizio risultavano ispirate e comunque oggetto di condivisione e consiglio da parte di Serino Aniello, inteso “O’ Pope”, ergastolano detenuto presso la struttura penitenziaria di Padova. L’occasione per dispensare le istruzioni generali È’ costituita dai colloqui carcerari con i propri familiari che Serino Aniello effettua con cadenza regolare. Nel mese di maggio 2014, in occasione delle elezioni amministrative tenutesi a Sarno, venivano acquisiti importanti elementi probatori in relazione alla concreta ipotesi di accordi criminali relativi allo scambio elettorale politico -mafioso tra i componenti in libertà della famiglia Serino ed Aannunziata Franco, Consigliere allora in carica della Provincia di Salerno e candidato Sindaco di Sarno, quale capolista di tre liste civiche riconducibili al partito del Nuovo Centro Destra. Le indagini hanno permesso altresì di accertare che la necessità di creare un’asse diretto con l’amministrazione comunale di Sarno rientrava in una delle priorità di Gianluigi Serino. In più circostanze infatti il giovane Serino non faceva mistero del proprio progetto di voler supportare il futuro Sindaco di Sarno al fine di ottenerne in cambio anche concrete agevolazioni per il proprio inserimento nell’indotto dell’imprenditoria locale. Nel corso della medesima operazione, in ottemperanza alle disposizioni del G.I.P salernitano, i Carabinieri hanno anche proceduto al sequestro preventivo dei beni riconducibili ad alcuni degli indagati, quali imprese, alcune aziende agricole, conti correnti postali ed autovetture per un ammontare totale di circa due milioni di euro. mdc/AGIMEG

Salerno: Operazione “Poker”, 21 arresti. Tra gli interessi del clan narcotraffico, sale scommesse e videopoker

 

Sono 21 gli indagati nei confronti dei quali i Carabinieri stanno eseguendo ordinanze di custodia cautelare, nel salernitano. Sono tutti accusati di associazione di tipo mafioso. Al centro delle indagini dell’operazione denominata “Poker”, tutti gli interessi del clan camorristico sarnese Serino, che vanno dal narcotraffico alla gestione di sale scommesse e videopoker. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa oggi presso la Procura della Repubblica di Salerno. lp/AGIMEG