Titolare sale scommesse a Bari e Taranto: “Siamo il settore più controllato e tassato d’Italia, i soldi che versiamo servono a pagare il reddito di cittadinanza”

“E’ ora che lo Stato inizi a rispettarci, siamo lavoratori del gioco lecito, i più controllati e tassati d’Italia. Le banche non ci devono considerare dei delinquenti, non dimentichiamo che versiamo miliardi all’erario e le nostre tasse servono a pagare molte misure, come il reddito di cittadinanza. Siamo persone che lavorano onestamente e che imprenditori che danno lavoro, la mela marcia può esserci in qualunque attività, è ora di dire basta a questo trattamento, non siamo limoni da spremere”. E’ lo sfogo di Andrea De Marzo, che ha 5 sale scommesse nella provincia di Bari più altre due sale in apertura in provincia di Taranto, commentando l’ennesimo aumento dello 0,75% sulle scommesse, previsto dal Decreto Rilancio. “Sono nel settore da quando sono nato, lo Stato ha fatto di tutto per uscire dall’illegalità, siamo operatori del gioco lecito ma veniamo ancora visti come ‘criminali’. Sono anni che paghiamo i continui aumenti del Preu per gli apparecchi, ora arriva questa ulteriore tassa sulle scommesse, in un momento in cui non solo non ci sono campionati, ma le sale scommesse sono chiuse. E’ assurdo tutto questo – racconta ad Agimeg – senza contare che in altri Paesi come la Germania hanno già riaperto le sale, in Spagna stanno riaprendo, mentre noi non abbiamo ancora nessuna certezza sulle riaperture. Sappiamo solamente che dobbiamo continuare a pagare le tasse, a pagare affitti e utenze anche se siamo fermi da marzo, e che le banche non ci concedono finanziamenti. Eppure raccogliamo soldi per conto dello Stato esponendoci anche a rischi. La mia sala scommesse di Casamassima, in provincia di Bari, è stata rapinata sei volte negli ultimi due anni. Siamo il presidio del gioco legale sul territorio, ma di questo passo saremo costretti a chiudere e a quel punto il settore tornerà nelle mani della criminalità. E’ ora di dire basta, siamo stanchi di uno Stato che dalla sera alla mattina introduce tasse su un settore già colpito da distanziometri e limiti orari. Non capisco questo continuo accanimento sul gioco. Le sigarette uccidono, ma il gioco non ha mai ucciso nessuno. Indubbiamente ci può essere chi esagera, ma non è con il proibizionismo che si risolve il problema”. cr/AGIMEG