Due sale scommesse di Lusciano, Caserta, si danno battaglia di fronte al Tar Campania, una sostiene che l’altra sarebbe stata autorizzata ad aprire nonostante violasse alcune previsioni della legge regionale del 2013. La vicenda ha inizio nel 2019 quando la seconda società presenta una Scia per aprire una stazione di servizio con annesso bar e sala scommesse. La prima sala a quel punto invia una diffida al Comune, sottolineando appunto che la legge regionale del 2013 vieta di aprire sale scommesse all’interno di un impianto per la distribuzione di carburanti. La seconda società presenta quindi una nuova Scia “denunciando l’attività di bar e ristorazione, ma includendovi anche surrettiziamente l’attività di servizi scommesse sportive e attività connesse”, riassume il Tar. La prima invia una nuova diffida al Comune, che tuttavia non risponde, e quindi si rivolge al Tar, sottolineando in particolare “la contraddittorietà del comportamento del Comune che aveva originariamente rilevato al incompatibilità dell’attività richiesta con quella di stazione carburanti”. Il Tar accoglie in parte il ricorso: “al Giudice spetta unicamente di accertare e dichiarare l’illegittimità del silenzio”, mentre spetta “all’Amministrazione il potere di verificare la ricorrenza dei presupposti per l’adozione del provvedimento richiesto, compiendo le verifiche del caso e l’apprezzamento della situazione concreta “. Il Comune ha quindi un termine di 30 giorni per riesaminare la questione, ma “In caso di inadempimento nel termine suindicato, va nominato il Commissario ad acta nella persona del Prefetto di Caserta”. lp/AGIMEG