“La regolamentazione del gioco online ha portato a 120 licenze, 50 in particolare assegnate a società estere che hanno investito su un mercato italiano con dei limiti ben definiti. Ma per comprendere bene il fenomeno online bisogna smontare quattro luoghi comuni. Non è vero che in temi di crisi si gioca di più, anzi. Negli ultimi tre anni il volume di gioco è calato di pari passo con i dati Istat pubblicati sulla spesa degli italiani. La spesa complessiva per il gioco, compresa la rete fisica, è 18 miliardi e non 80. L’online, come ho letto anche in questi giorni, non sta “mangiando” il gioco terrestre. L’online è comunque un settore economicamente piccolo e vale il 4% del mercato, circa 700 milioni. Per quanto riguarda la tassazione, infine, gli equilibri sono molto delicati. Basta guardare cosa accade in Francia, dove a causa di un prelievo eccessivo le società del gioco hanno abbandonato il settore. Di fatto si gioca sui siti non autorizzati. E’ per questo che serve uno stato forte in grado di controllare il mercato dei giochi”. E’ quanto ha ricordato Francesco Rodano, dirigente responsabile del gioco a distanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel corso del tavolo nazionale sul gioco organizzato dall’associazione Open Gate alla Camera. cz/AGIMEG