Rivolta social al Decreto Sostegni: “Provvedimento vergognoso, una presa in giro per chi si occupa di gioco legale. Importante ottenere data riapertura e non nuovamente per ultimi”

Sui social corre lo sconforto per le risorse che il Governo Draghi assegnerà alle imprese italiane con il decreto Sostegni. Il Premier nella conferenza stampa di venerdì scorso ha sottolineato più volte che il Parlamento aveva approvato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi – in sostanza alludendo al fatto che non c’erano ulteriori margini di manovra – e nelle scorse settimane ha annunciato l’intenzione di chiederne un nuovo sforamento. Gli imprenditori dei giochi però non sembrano rassicurati: “Il decreto sostegni è un provvedimento vergognoso” esordisce Agostino su Facebook. E spiega “Nel 2020 le mie due sedi sono state chiuse per 7 mesi. Nel 2021 siamo chiusi da tre mesi e sappiamo che resteremo chiusi ancora a lungo. Io sono un piccolo imprenditore, che tra l’altro lavora per lo Stato. In questi 10 mesi di chiusura già trascorsi, solo di fitti ho speso 15mila euro. E poi utenze per energia, acqua, telefoniche, tasse locali, condominio, assicurazioni, contributi previdenziali, e altre, ho speso abbondantemente altri 12/15 mila euro”. In altre parole: “10 mesi di chiusura su 15 hanno comportato una perdita dell’84% del fatturato”. Agostino sottolinea che con i Ristori del Governo Conte ha percepito 6.000 euro, “adesso ci propongono il 60% della perdita calcolato sulla MEDIA MENSILE”. E quindi sbotta: “Ma riuscite a comprendere? mi costringono a stare chiuso per 10 mesi minimo, e mi indennizzano per un solo mese e per giunta al 60%. A casa mia non solo non riusciremo a pagare le spese, e non so con quali conseguenze, ma non sapremo più se andare a comperare i generi di prima necessità o pagare i debiti ed i fornitori”. Gli fa eco Gianni: “Durigon, Giorgetti; Tajani, Brunetta, Gelmini hanno giocato con le percentuali per ingannare la gente. Aliquote come il 60% sulla perdita di fatturato hanno fatto sperare in un sostegno cospicuo. Sono disonesti, dovevano spiegare che l’aliquota del 60% andava divisa per 12 con il risultato di un ristoro del 5% sulla perdita di fatturato. La mia perdita di fatturato di 35000 mi frutterà la bellezza di un ristoro di 1750 euro”. Isacco sintetizza: “L’Italia non ha neppure i soldi per piangere”, mentre Caterina e Davide si uniscono “al tuo grido …. abbiamo avuto il 50% di perdite e con il loro bel calcolino prendiamo una miseria … questi ristori era la speranza di poter tirare avanti senza affondare per i mesi che ci tenevano chiusi … e invece non basteranno a coprire neanche un mese tra affitti utenze e sopravvivenza!!! È una grandissima presa in giro a lavoratori che pagano onestamente tasse e che adesso si trovano a essere offesi da ristori non degni e seri !!!!”. E Mattias conclude: “Questi soldi non salvano nessuno, oltretutto è importante capire ed ottenere una data di apertura. Non prima di altre categorie ma nemmeno dopo o per ultimi di nuovo”. lp/AGIMEG