Si è svolta a Roma la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.
Qui di seguito riassumiamo quanto lo studio studio intende mettere in evidenza su alcuni aspetti decisivi e intrinsecamente tra loro collegati.
- Alla giusta attenzione che, certo, deve essere riservata al fenomeno dell’esplosione del gioco online, deve corrispondere analoga attenzione al gioco fisico che necessita di interventi urgenti e non può essere messo in secondo piano, o vedere rinviate le organiche misure che sono attese da anni. I recenti elementi saliti alla ribalta nel pubblico dibattito sulle scommesse di noti personaggi dello sport attraverso piattaforme illegali, hanno certamente la loro rilevanza ma, per un verso non possono condurre a omologare nella sensibilità diffusa l’offerta online legale a quella illecita, per l’altro non devono concentrare un’attenzione tanto grande da oscurare le problematiche della rete fisica che impatta sui territori ai quali la criminalità organizzata guarda sempre con immutato interesse.
- Il riordino dovrebbe operare per superare l’impatto del “federalismo” sul gioco pubblico, ovvero la tendenza delle Regioni e dei Comuni a legiferare in ordine sparso sulle distanze dell’offerta di gioco dai “luoghi sensibili” e a emettere delibere sugli orari dell’offerta della rete fisica al fine di contrastare le dipendenze da gioco. Ciò perché la storia dell’ultimo decennio ha dimostrato la pratica impossibilità di coniugare, ad esempio, l’applicazione del “distanziometro” e l’esistenza dell’offerta fisica del gioco pubblico. Vista la consapevolezza che su questo è stata acquisita dalla maggior parte delle Giunte e dei Consigli regionali che hanno già operato per dilazionare queste misure, man mano che si avvicinava la scadenza della loro entrata in vigore, è opportuno che si riprenda lo spirito dell’Intesa del 2017 sulla base della quale, per altro è già avvenuta, come abbiamo visto, una importante riduzione dell’offerta nei diversi territori. Per quanto riguarda il rapporto tra gioco fisico e gioco online, ferma restando l’opportunità di giungere ad una equilibrata valutazione complessiva di tutte le tipologie di giochi pubblici, va segnalata l’impraticabilità di quanto ad oggi avanzato per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, risultando in qualche misura paradossale che gli strumenti proposti per il gioco fisico (distanziometro e riduzione oraria) possano essere raggirabili attraverso il gioco on line, che resta “aperto” 24 ore al giorno e risulta fruibile via smartphone anche dall’interno di “luoghi sensibili”.
- È necessario evitare la marginalizzazione e/o la ghettizzazione dell’offerta di gioco pubblico, per preservare l’obiettivo di mantenere la funzione di presidio di legalità che la rete fisica esercita. Il contrasto del gioco illegale, come riconosciuto dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine che vi sono deputate, vede proprio nella presenza dell’offerta del gioco pubblico un alleato essenziale. D’altro canto, la riduzione e la concentrazione dell’offerta in esercizi dedicati esclusivamente al gioco, con il sacrificio della rete generalista, rischiano di creare quella ghettizzazione che di fatto indebolisce il presidio esercitato sul territorio dalla rete legale e controllata. E l’effetto rischia di essere amplificato dalla persistenza del richiamato “federalismo”.
- Ne consegue che nel riordino va riconosciuto il ruolo rilevante occupato dai punti vendita generalisti, in quanto in essi si realizza l’afflusso della grande maggioranza di cittadini-giocatori sociali che consumano molteplici prodotti e, per quanto riguarda gli apparecchi da gioco, quelli (AWP) più classicamente “da intrattenimento”; essi, inoltre, generano circa due terzi degli incassi per l’Erario. Va poi considerato che l’offerta di gioco pubblico da parte degli esercizi generalisti si avvale del supporto essenziale dei gestori che, nelle loro attività, generano lavoro per molte piccole e medie aziende diffuse nei diversi territori, contribuendo alla connotazione labour intensive della filiera del gioco fisico.
- Con riguardo al contrasto del Disturbo da Gioco d’Azzardo, si deve partire dalla costatazione dell’insufficienza dell’attuale offerta sociosanitaria ed operare per potenziarla unitamente ad implementare le iniziative di prevenzione finalizzate alla sensibilizzazione dei rischi verso le nuove generazioni. Oltre a ciò, appare assai utile valorizzare il ruolo degli esercenti che, supportati da una adeguata e specialistica formazione continua, obbligatoria e certificata, possono intercettare sul nascere le manifestazioni di gioco problematico. Formati e “messi in rete” con le Istituzioni ed i Servizi sociosanitari del territorio, sono proprio questi i soggetti che vanno attivati, per valorizzare l’intermediazione umana nell’esercizio del gioco, potendo contare su di una loro esplicita disponibilità in questo senso da sempre manifestata dalle associazioni rappresentative. Alcune recenti iniziative avanzate nei territori possono essere prese ad esempio, con l’obiettivo però di giungere ad una formazione certificata omogenea in tutto il Paese, le cui cornici devono necessariamente essere fissate dallo Stato.
- In merito agli aspetti erariali e in un’ottica di equilibrio tra le diverse aree del gioco pubblico, si deve prestare attenzione a non rendere alcune tipologie di offerta – quelle già fortemente gravate – meno appetibili per il giocatore, con ulteriore riduzione delle percentuali di restituzione in vincite (cosiddetti payout); ciò vale in particolar modo per gli apparecchi AWP. In generale, va tenuto presente che l’abbassamento del payout per il gioco fisico rende più attrattivo quello online.
- Infine, con uno sguardo alla cornice europea dentro la quale il riordino si pone, la tutela della salute, dei minori e dell’ordine pubblico possono giustificare restrizioni alla libertà di impresa ma tali restrizioni devono essere sempre proporzionate, non discriminatorie e adeguate al perseguimento dello scopo per cui sono state introdotte. Questa è la sfida europea di ogni mercato regolato e la stella polare dell’opera di riordino normativo del settore che non può guardare esclusivamente all’incremento delle entrate erariali.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi è essenziale che sul tema del riordino dell’offerta del gioco pubblico si svolga un ampio confronto che veda la partecipazione e i contributi di tutti i soggetti, istituzionali, imprenditoriali e della società civile, impegnati nel settore. Quanto più questo dibattito sarà approfondito, maggiori saranno le possibilità di ridisegnare un sistema funzionale. Garantire una offerta di intrattenimento ordinata e sicura, in grado di contrastare l’area dell’illegalità; limitare i rischi di insorgenza di comportamenti problematici nel consumo di gioco pubblico; assicurare risorse certe per l’Erario; rendere possibile il consolidamento di una filiera imprenditoriale importante per il Paese, che assorbe una assai rilevante quota di lavoro: questi sono gli obiettivi da raggiungere.
Infine, l’Eurispes segnala l’esigenza che questo processo di riordino ‒ ma anche la complessiva offerta di gioco pubblico che ne deriverà ‒ possano avvalersi di studi adeguati alla rilevanza che il settore ha nel panorama economico e sociale del Paese; studi che, al momento, sono carenti o addirittura assenti. In particolare, manca una analisi approfondita della realtà del gioco illegale, sia nella sua dimensione fisica che nell’online, che si rende oggi quanto mai necessaria per accendere una luce chiarificatrice sui confini tra legale ed illegale e superare quelle ricostruzioni che, in particolare per l’area del gioco online, qualificano erroneamente come infiltrazioni nel gioco legale quelli che sono business illeciti completamente avulsi dai sistemi di gioco autorizzati e controllati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Anche il Disturbo da Gioco d’Azzardo necessita di costanti studi che portino all’elaborazione di protocolli adeguati alla cura dei soggetti patologici presi in carico dai Servizi per le Dipendenze. Su questi piani l’Eurispes intende proseguire, in una linea di impegno e di ricerca consolidata negli anni.