Riordino gioco fisico, Gordini (Emilia Romagna): “Necessario tutelare autonomia norma regionale sul gioco e mantenere distanziometro e limiti orari”

“Tutelare l’autonomia normativa della Regione sul gioco salvaguardando gli strumenti comunali di prevenzione e contenimento del fenomeno”.

E’ Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) a sollecitare la giunta dell’Emilia Romagna in tal senso riferendosi a una proposta di riforma nazionale del settore “che sembra prevedere la riduzione della distanza obbligatoria dai luoghi sensibili, ipotizzando addirittura una azzeramento delle distanza in caso di ‘certificazione’ degli operatori che hanno partecipato a corsi di formazione specifici”.

Nello specifico, Gordini sottolinea che se tale previsione venisse adottata, “si estenderebbero in modo significativo gli orari di apertura delle sale gioco, riducendo notevolmente le fasce orarie di chiusura obbligatoria e generando così un’estensione, quasi continuativa, del tempo di fruizione dei giochi”. Di più: per il civico la riforma “entrerebbe in contrasto con le regolamentazioni orarie più restrittive, già in vigore in numerosi comuni dell’Emilia-Romagna, stabilite nell’ambito delle proprie competenze”.Emilia Romagna

“L’eventuale ampliamento della libertà di esercizio del gioco lecito previsto nella proposta di riforma nazionale genererebbe quindi un probabile incremento degli introiti fiscali per lo Stato, ma comporterebbe anche un significativo aggravio per i bilanci regionali, specialmente per quelle Regioni, come la nostra, che hanno investito nella costruzione di una rete strutturata di prevenzione e cura per tale fenomeno”, ha aggiunto.

Da qui l’atto ispettivo presentato in cui si sollecita l’esecutivo regionale a scongiurare “una riforma ispirata a logiche di introiti a breve termine con un incremento significativo dei casi da disturbo da gioco e conseguente aggravio dei costi per i servizi regionali dedicati alla cura delle dipendenze”.

L’Assessore alle politiche per la Salute Massimo Fabi ha chiarito che “il tema è di grande rilevanza sociale e sanitaria. Attualmente la legislazione si basa su un criterio di distanza da luoghi sensibili mentre l’iniziative del governo sembra propendere per la cancellazione di questo requisito in favore di una maggiore certificazione e preparazione degli esercenti. Questo approccio è stato più volte contestato e anche la Corte Costituzionale si è espressa nello scorso gennaio in favore di misure che privilegino la distanza dai luoghi sensibili. Ad oggi siamo in attesa delle indicazioni finali da parte del Ministero dell’economia e delle finanze ma in ogni caso la Regione Emilia-Romagna ribadirà in ogni sede la preferenza per politiche che prevedano distanze minime da luoghi particolarmente critici”. cdn/AGIMEG