Una delle sale vlt coinvolte nell’inchiesta Gambling Machine aveva un’accordo con la vicina filiale della Banca Popolare di Bari, per cambiare gli assegni delle vincite centrate dai giocatori, senza che questi ultimi dovessero depositarli sui propri conti correnti. Il tutto in palese violazione delle norme sull’antiriciclaggio. E’ uno dei risvolti dell’inchiesta, venuto alla luce grazie alle dichiarazioni di un agente di polizia che era anche un assiduo frequentatore della sala in questione. L’uomo ha spiegato alla Procura di aver centrato 57 vincite, per un importo complessivo di 80mila euro. Ogni volta ha ricevuto un assegno che avrebbe appunto dovuto depositare sul proprio conto-corrente, invece si recava nella filiale della Popolare di Bari a poche centinaia di metri, e lì riceveva i contanti: “Hanno un rapporto con la sala e glielo permettono. Cioè” riporta Repubblica “la sala li ha incaricati e loro fanno cambiare qualche assegno” ha spiegato. Ora però gli inquirenti sospettano che questo stratagemma venisse in realtà utilizzato per riciclare denaro illecito, in sostanza dei finti giocatori avrebbero potuto inserire somme anche rilevanti nelle macchine e – dopo aver effettuato una o due giocate – avrebbero stampato il ticket e quindi cambiato facilmente l’assegno.
L’inchiesta Gambling Machine – condotta dalla Guardia di Finanza di Bari a inizio gennaio – ruota attorno alla figura di Baldassarre D’Ambrogio che, attraverso società di noleggio e sale da gioco, avrebbe controllato praticamente in regime di monopolio il settore degli apparecchi nel capoluogo pugliese. I soggetti coinvolti nell’inchiesta sono 49, sequestrati inoltre beni per 7,5 milioni, tra cui 3 sale da gioco di Bari. lp/AGIMEG