Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: “Attribuire ai ministeri Welfare, Salute e Istruzione la prevenzione e comunicazione sul GAP”

La ricerca presentata oggi a Roma, sulle stime di gioco illegale nelle province italiane, sono “complementari e coerenti con quelli che la Consulta Nazionale Antiusura ha da sempre proposto e sottolineato. Innanzitutto si rileva la necessità del netto distanziamento delle istallazioni di gioco dai luoghi sensibili dei quartieri, per ripristinare una separatezza chiara nella vita quotidiana della comunità tra gli spazi dell’azzardo e quelli della vita civile”. E’ inoltre doverosa la “fissazione di precisi limiti di orario di svolgimento dell’offerta che valga a porre fine all’intrusione persino nei bioritmi, oltre che nella scansione dei tempi della vita, ai quali viene espropriato una parte, almeno, del campo dei significati, dei valori relazionali, dell’organizzazione dei rapporti interpersonali”, e “l’obbligo di tempi minimi inderogabili per ciascuna singola operazione di gioco almeno non inferiori due minuti, affinché la “meccanica” dell’azzardo non provochi lesioni vere e proprie del sistema psichico della persona, oltre a impedire a essa di avere contezza di quel che la stia coinvolgendo”. Servono poi “controlli capillari, frequenti e qualificati da parte dei Comuni, anche tramite dei servizi dello loro Polizie Municipali, su precisa indicazione dei  Sindaci e un migliore coordinamento delle inchieste giudiziarie e delle indagini sia dal lato delle forze di  polizia e sia dalla Procura della Repubblica”. Necessaria inoltre la “rapidissima predisposizione di un’ampia offerta di servizi di counseling, terapia e accompagnamento per le persone con problemi di GAP e per le rispettive famiglie e l’abolizione in toto di ogni e qualsivoglia pubblicità nelle strade, nelle emittenze radiotelevisive e sui giornali”. Secondo la Consulta inoltre,serve sottrarre al “MEF e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ogni competenza in materia di prevenzione e comunicazione sul GAP, e attribuire tali materie ai ministeri del Welfare, della Salute e dell’Istruzione”. La ricerca sostiene inoltre la necessità di fissare “un rapporto “matematico” inderogabile, tra l’ammontare “lordo” delle somme giocate d’azzardo e l’ammontare percentuale della tassazione applicata, non inferiore al 22 per cento, con rigida corrispondenza tra PREU e aliquota IVA attuale che grava su tutti i consumi “non primari””. lp/AGIMEG