Riaperture Regione Lazio: associazioni protagoniste della manifestazione di Roma scrivono a Zingaretti: “Annullare Ordinanza di aperture sale giochi al 1° luglio”

Le associazioni di esercenti e lavoratori che hanno dato vita alla storica manifestazione del 9 giugno scorso a Roma, hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in merito alla ritardata apertura delle sale scommesse, bingo e slot al 1° luglio, come previsto dall’Ordinanza firmata dal Governatore.

“Il Dpcm dell’11 giugno 2020 alla lettera l) ha previsto l’apertura delle sale giochi, sale scommesse e sale bingo : le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite a condizione che le Regioni e le Province Autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi; detti protocolli o linee guida sono adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10.

La regione Lazio con sua ordinanza  n. Z00047 del 13 giugno 2020 : Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019. Aggiornamento delle Linee Guida inerenti la riapertura delle attività economiche, produttive e sociali. Ordinanza ai sensi dell’articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica, ha ordinato al punto 1) ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica,  fermo restando le attività sociali, economico produttive e istituzionali già autorizzate con precedenti provvedimenti sono consentite le seguenti ulteriori attività:

  1. a decorrere dal 15 giugno 2020: le fiere, i congressi, le cerimonie, nonché attività che hanno luogo in discoteche e locali assimilati, con eccezione delle attività di ballo.
  2. a decorrere dal 1° luglio 2020 sono consentite anche le attività di ballo all’aperto, nonché le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

Alla luce di tale ordinanza non si comprende quale siano i criteri adottati per giungere alla data di apertura delle sale al 1 luglio 2020.

Nelle premesse della stessa ordinanza Sig. Presidente ha evidenziato come :” l’andamento della situazione epidemiologica del territorio regionale che si attesta, allo stato attuale, ad un indice di contagiosità in progressivo decremento e considerata l’esigenza, pur nel costante e prioritario interesse della tutela della salute pubblica, di proseguire con la ripresa del tessuto economico e sociale della Regione attraverso un ulteriore definizione della Linee guida adottate per la riapertura delle attività economiche, produttive e sociali”.

Appare evidente che a posticipare  le aperture delle sale giochi  alla data del 01 luglio non vi siano ragioni legate alla salute pubblica potendo tali sale rispettare i requisiti di sicurezza previsti dai protocolli approvati in conferenza delle regioni. Le sale per la loro conformazione e dimensione possono garantire il distanziamento sociale senza determinare situazioni di pericolo né per il personale dipendente né per i clienti.

Alla luce di quanto su esposto la sua ordinanza non esplicita ragioni sanitarie, le sole giuridicamente ammissibili, che impedirebbero la riapertura di sale giochi, sale bingo e sale scommesse a partire dal 15/6, differendola addirittura al 1/7. Poiché non è  provato, e neppure addotto, un diverso e maggior grado di rischio sanitario derivante dallo svolgimento di tali attività rispetto a quelle riaperte o autorizzate a riaprire, si deve concludere che il provvedimento in esame sia viziato quantomeno sotto il profilo dell’eccesso di potere per carenza di motivazione, difetto di istruttoria ed erronea valutazione dei fatti. La Confederazione dei 7000 di Piazza del Popolo, ne chiede perciò l’urgente annullamento in autotutela”.

Le associazioni

CNI, A.D.A.S.I., A.G.S.I., A.Gi.Sco., A.Gi.S.i., A.Gi.R.E., C.G.S.S., AIGL, C.G.L.A., AIESS, A.Gi.Le., E.M.I. Rebus, Res Cogitans, UTIS, ASCOB.