Da circa un mese le attività di gioco pubblico hanno riaperto i battenti. Una riapertura che fa seguito ad una chiusura, tra i due lockdown, di circa 350 giorni e che ha creato al settore molti problemi dal punto di vista economico e sociale. Oltre alla perdita di molti posti di lavoro, la chiusura prolungata delle attività ha infatti permesso all’illegalità di occupare gli spazi lasciati liberi dall’offerta legale. Insomma un panorama complesso, sul quale non bisogna abbassare la guardia.
E’ tra coloro che stanno proseguendo nell’attività di prevenzione e gestione delle problematiche che attanagliano il settore c’è l’EGP, l’Associazione Esercenti Giochi Pubblici. L’Associazione nasce dall’esperienza di collaborazione in FIPE tra alcuni dei principali gruppi del retail gaming italiano. L’obiettivo di EGP è quello di portare all’attenzione di tutti gli stakeholder istituzionali il ruolo strategico della rete distributiva specializzata e dedicata all’offerta dei giochi pubblici, per continuare ad elevare gli standard di qualità e professionalità nei punti vendita, prevenire le dipendenze patologiche e proseguire a contrastare efficacemente il gioco illegale.
In questa fase EGP è impegnata in un’azione di comunicazione verso gli interlocutori istituzionali, nazionali e territoriali, per affrontare e superare la difficilissima contingenza del COVID-19, garantendo, allo stesso tempo, il mantenimento dei livelli occupazionali, delle entrate erariali e della sostenibilità delle attività economiche del retail specializzato dei giochi pubblici. Insomma un impegno importante di tutela di un settore, quello del gioco pubblico, troppo spesso oggetto di interventi illogici e scoordinati. Di questo impegno continuo e degli sviluppi che potrà avere il settore nei prossimi mesi, ne parla Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-FIPE, in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici.
EGP-FIPE, un progetto che sottolinea l’importanza dell’accostamento dei giochi pubblici al comparto dei pubblici esercizi
“Storicamente, l’intrattenimento è sempre stato collocato nella rappresentanza di comparto dei pubblici esercizi; si tratta quindi per noi della sede naturale, anche perché nell’ambito della più grande federazione italiana di esercenti.
Il progetto associativo è nato dalla collaborazione in FIPE tra alcuni dei principali gruppi del retail gaming con i sindacati nazionali di settore che ha inizialmente dato vita, nel 2019, all’Accordo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle Gaming Hall e Sale Bingo.
Una collaborazione molto solida a livello sia organizzativo che istituzionale, che ha poi permesso di fronteggiare da subito l’emergenza pandemica del 2020 con il Protocollo di regolamentazione delle misure di sicurezza COVID-19, adottato anche da aziende non aderenti a FIPE e grazie al quale si è potuta rappresentare fin dal maggio dell’anno scorso con forza, in tutte le sedi politiche e tecniche, la capacità degli esercizi del settore di lavorare anche nel permanere delle condizioni di circolazione del virus”.
L’attività associativa non conosce sosta anche a mercato riaperto. Quali sono gli obiettivi a cui state lavorando?
“Anche prima di crescere in fretta affrontando l’emergenza COVID, la scelta di FIPE di sostenere una organizzazione di categoria nel mercato dei giochi pubblici aveva alla base la volontà di qualificare ulteriormente l’offerta, tenendo conto di una domanda di gioco comunque esistente e diffusa, tanto negli esercizi specializzati quanto nei generalisti.
L’emergenza di questi ultimi due anni ha rafforzato questo obiettivo generale, evidenziando come solamente aziende solide, ben organizzate, con risorse umane formate e specializzate possano affrontare non solo la straordinarietà di una pandemia, ma anche le sfide – per così dire – ordinarie dell’offerta di gioco, a partire dalla prevenzione delle dipendenze patologiche che è alla base di molte delle pagine ancora da scrivere sulla definitiva evoluzione del settore, sul fronte politico e, quindi, regolamentare.
Nel breve periodo, occorre comprensibilmente ridare un quadro giuridico ed operativo certo alle aziende che gestiscono le concessioni ed i punti vendita, un quadro proporzionato non solo agli effetti economici della pandemia su domanda e offerta, ma anche alla necessità per le aziende di tornare ad investire per la diffusione della legalità e la tutela dei consumatori.
Per conseguire questi risultati possiamo contare su un Tavolo permanente con le organizzazioni sindacali di settore, nonché su una positiva collaborazione con diverse altre associazioni della filiera; punti importanti anche per un confronto franco e concreto con tutti gli interlocutori istituzionali, assolutamente indispensabile in questi mesi”.
Riaprire non vuol dire ripartire. Che tempi ci saranno per il settore per un ritorno alla “normalità”?
“La pandemia ha cambiato fortemente diversi elementi della nostra vita quotidiana e dobbiamo essere consci che influirà sulle nostre vite e sulle attività economiche ancora per diverso tempo.
È sempre necessario cogliere i cambiamenti imposti dal contesto come opportunità: ad esempio, il controllo di accesso alle sale può essere occasione, oltre che la tutela della salute nel permanere della pandemia, per garantire meglio il divieto di gioco minorile e la prevenzione delle dipendenze; ma non può essere certamente imposto a livello territoriale e senza un disegno più ampio come accaduto nelle scorse settimane a Bolzano, portando ad una – a nostro avviso – giusta sospensione del provvedimento provinciale, non coordinato con le disposizioni nazionali.
Per queste ragioni è necessario lavorare già dalle prossime settimane ai tavoli di revisione temporale degli affidamenti concessori e di riordino distributivo, tenendo conto del dato ineliminabile degli effetti del COVID, tali da modificare i parametri di domanda ed offerta di gioco rispetto al passato, certamente nel 2020 e nel 2021 ma, probabilmente, anche negli anni futuri”. ff/AGIMEG