Nuovo DPCM: linea del rigore ma senza penalizzare attività. Per sale giochi, sale scommesse e sale bingo si punta alla riapertura in zona gialla

Si avvicina la tanto attesa data del prossimo DPCM visto che quello in vigore cesserà i suoi effetti il 5 marzo. Il premier Mario Draghi è già al lavoro, insieme ai ministri, per individuare le linee guida del prossimo decreto. Si tratta di gettare le basi di un DPCM molto atteso viste le due strade che potrebbe percorrere. Da una parte ci sono il Comitato Tecnico Scientifico e l’Istituto Superiore di Sanità che sono per la linea del rigore, preoccupati dalla contagiosità delle nuove varianti del virus e della possibile terza ondata di contagi. Dall’altra ci sono le categorie economiche chiuse da mese e che sono ormai allo stremo.

Le prime indicazioni del confronto con i ministri vedono Draghi orientato verso una linea del rigore ma senza penalizzare le attività produttive. Un equilibrio complicato da gestire, visto che la tutela della salute è al primo posto ma anche l’economia del paese è in ginocchio con le gravissime conseguenze che questo comporta.

Si andrebbe quindi, nel prossimo DPCM, verso una conferma dell’Italia divisa a “colori” a seconda delle fasce di rischio, con la possibilità di intervenire anche a livello comunale e provinciale. Bocciata dalle Regioni l’idea di una zona arancione nazionale e chiesta che la comunicazione di cambio di fascia di un territorio avvenga con il giusto anticipo.

Una situazione che è dunque complicata anche per le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. Al netto della zona “bianca” (sfiorata recentemente dalla Valle d’Aosta e dalla Sardegna) dove è prevista la riapertura di tutte le attività, le associazioni di settore puntano ad una riapertura entro metà marzo nelle zone “gialle”. Si tratterebbe di riaperture che seguirebbero le modalità di altre attività, come ad esempio di ristoranti, per quanto riguarda distanziamenti ed orari di apertura. Per le sale scommesse ci potrebbero essere delle limitazioni anche riguardanti monitor e televisori (che dovrebbero rimanere spenti) e l’utilizzo delle slot.

L’ipotesi di una riapertura limitata non piace però a molti esercenti che hanno dichiarato che a fronte di queste limitazione è forse meglio non riaprire affatto. sb/AGIMEG