Relazione DIA al Parlamento: tutte le inchieste su giochi e scommesse illegali nel secondo semestre 2021

“L’analisi sui fenomeni delittuosi condotta dalla D.I.A. nel secondo semestre 2021 sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione, conferma ancora una volta che il modello che ispira le diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a manifestazioni di violenza e diversamente rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria”. E’ quanto sottolineato nella Relazione sull’attivita’ svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (Secondo semestre 2021) pubblicata al Senato.

PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Nel comprensorio di Rosarno e San Ferdinando si registra l’operatività delle cosche P. e B. particolarmente capaci nell’infiltrare l’economia locale ma anche impegnati in diversi traffici illeciti specie in ambito portuale, nelle estorsioni, nell’usura e nella gestione dei giochi e delle scommesse. I gruppi sono stati interessati nel semestre in esame da varie decisioni giudiziarie e azioni investigative che ne hanno affievolito la capacità operativa.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SICILIANA

Un settore verso il quale la criminalità mafiosa dell’Isola mostra vivo interesse è quello dei giochi e delle scommesse in concessione dello Stato che genera elevati e rapidi guadagni a fronte di bassi rischi. La mafia continua ad investire consistenti capitali attraverso la gestione diretta o indiretta di società concessionarie di giochi e di sale scommesse o mediante l’imposizione di slot machine. Non solo cosa nostra ma più in generale la criminalità organizzata di tipo mafioso risulta attivarsi per assumere la gestione dei centri scommesse riuscendo a realizzare un controllo diffuso sul territorio di competenza nel mercato legale dei giochi e scommesse on line sfruttando società di bookmaker con sede formale all’estero.

PROVINCIA DI PALERMO

Non trascurabile poi l’interesse mafioso verso la gestione del gioco illegale, un settore che negli ultimi decenni ha avuto un notevole sviluppo grazie all’ampliamento dell’offerta di gioco da parte dello Stato a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso. In tale “giro d’affari” inevitabilmente, si creano “nuove opportunità” per la criminalità organizzata sempre pronta ad infiltrarsi nella filiera del gioco lecito. L’interesse di cosa nostra per il redditizio settore di giochi e scommesse è stata riscontrato nel semestre dagli esiti dell’operazione “Game Over II” conclusa dalla Polizia di Stato il 18 novembre 2021 con l’arresto di 7 persone la sottoposizione di altre 5 al divieto di dimora nella provincia panormita, nonché il contestuale sequestro preventivo di 13 agenzie di scommesse dislocate a Palermo e nei comuni limitrofi. In particolare l’attività investigativa ha confermato il dato già emerso in pregresse attività di indagine di analogo tenore ovvero “…l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa cosa nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, di non facile quantificazione, che va a rimpinguare significativamente le “casse” della associazione mafiosa fino a diventarne la più cospicua fonte di reddito degli ultimi anni.”. L’illecita attività si ritiene fosse gestita da soggetti intranei a cosa nostra riconducibili ai mandamenti cittadini confinanti tra loro della N. e di P. di R.-B. di F. costantemente impegnati nella raccolta illegale di scommesse di vario genere anche per via telematica tramite siti web locati su server aventi sede in Malta. Nel più recente passato le indagini su tale specifico settore hanno coinvolto vari esponenti di spicco appartenenti a diversi mandamenti mafiosi palermitani consentendo di confermare ulteriormente come la mafia del capoluogo siciliano abbia intensificato sempre più l’attività di riciclaggio di denaro frutto di provento illecito avvalendosi spesso di proiezioni criminali sul territorio nazionale soprattutto nel settore dei giochi e scommesse mediante la oramai consolidata prassi “…di servirsi di cc.dd. “teste di legno”, ossia di prestanome compiacenti (incensurati e non direttamente a essi riconducibili, ndr) ai quali intestare i beni accumulati illecitamente, per fuorviare eventuali indagini patrimoniali mirate alla confisca dei proventi dei reati commessi.”. Nel periodo di riferimento oltre alla citata illecita gestione delle scommesse le estorsioni (c.d. “messa a posto”) e il traffico di sostanze stupefacenti restano tra le primarie fonti di guadagno per cosa nostra. Assunto confermato anche nella citata relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021 – Corte di Appello di Palermo- “il traffico degli stupefacenti gestito da cosa nostra, nonostante il “martellamento” costante delle operazioni anti-droga, a parte un modesto rallentamento nel periodo più acuto della crisi epidemiologica, non conosce crisi, anzi appare in espansione”. Non a caso nella quasi totalità delle attività d’indagine condotte tra i reati contestati sono sempre presenti l’estorsione (o tentata) – spesso con l’aggravante del metodo mafioso – e il traffico di droga.

PROVINCIA DI TRAPANI

E’ da ritenere che cosa nostra trapanese continui a mantenere alto l’interesse nel gaming, settore che ben si presta come strumento di riciclaggio dei capitali illeciti oltre che come fonte primaria di guadagno al pari del traffico di stupefacenti, delle estorsioni, dell’usura, etc.. Lo sfruttamento di tale specifico settore viene realizzato attraverso la tradizionale attività estorsiva ai danni delle società concessionarie oppure infiltrando e controllando direttamente società, punti scommessa e sale da gioco mediante l’intestazione fittizia a prestanome. L’interesse di cosa nostra per il redditizio comparto nel semestre è stato confermato dagli esiti della citata operazione “Game Over II” conclusa il 18 novembre 2021 che seppur incentrata sulle consorterie palermitane ha visto indagati tra gli altri due soggetti. Uno è stato ritenuto contiguo al mandamento di C. e l’altro già emerso in precedenti indagini sullo specifico settore delittuoso riguardanti il trapanese è stato indagato per concorso in associazione per delinquere per aver posto a disposizione del sodalizio la propria piattaforma di gioco/scommesse con sede a Malta.

PROVINCIA DI AGRIGENTO

Altro settore di interesse mafioso è quello del controllo del gioco d’azzardo. Da anni le mafie tradizionalmente opportuniste e costantemente alla ricerca di nuove modalità di arricchimento considerano lo specifico settore oltre che fonte primaria di guadagno verosimilmente superiore al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e all’usura, uno strumento che ben si presta a qualsiasi forma di riciclaggio.

CITTA’ DI CATANIA

Droga, usura, estorsioni ma anche edilizia, commercio, gioco d’azzardo, ristorazione, trasporto, agroalimentare e rifiuti permangono tutt’oggi i settori di maggior interesse criminale.

Anche la famiglia M. radicata nel cuore del capoluogo etneo conta su articolazioni operanti a Bronte, Maletto, Maniace e a Scicli (RG) sul gruppo dei M.. L’organizzazione appare allo stato depotenziata dalle indagini e dalle condanne irrogate ai maggiorenti nel corso degli ultimi anni. Alla stregua degli altri consessi criminali anche tale consorteria oltre ad essere attivamente inserita nel campo degli stupefacenti, delle estorsioni, delle scommesse illegali e dei rifiuti si sta affermando nel nuovo business riguardante il traffico di prodotti petroliferi.

I clan C. – B. e L. risultano tra i più attivi nel panorama criminale etneo in virtù del numero degli affiliati e per l’organizzazione tipicamente militare che li caratterizza. Il sodalizio dei C.-B. ha mantenuto un rilevante spessore criminale anche fuori provincia in particolare a Siracusa e Ragusa con interessenze in alcuni Comuni dell’ennese e nell’intera fascia jonica ove è rappresentato dal gruppo mafioso dei C. sorto nel centro di Calatabiano (CT). Nel semestre il clan ha confermato la capacità di estendere i suoi interessi anche al di fuori dei contesti regionali stringendo patti e alleanze con mafie differenti. È quanto emerge dagli esiti dell’operazione “Crypto” conclusa dalla Guardia di Finanza di Catanzaro il 14 settembre 2021 che ha svelato e disarticolato una complessa consorteria criminale composta da soggetti di vertice delle ‘ndrine operanti nei territori di Rosarno e Gioia Tauro dedita al narcotraffico internazionale declinato sulla nuova rotta Rosarno – Catania – Malta. L’organizzazione transnazionale che pianificava importazioni di cocaina dall’Olanda, Germania, Belgio e Spagna riusciva ad approvvigionare le più importanti piazze di spaccio locali e Malta. Il collegamento Rosarno – Catania ha evidenziato come “…i legami tra i rosarnesi e gli esponenti del clan “C.” di Catania, avevano origini storiche, a voler significare che gli affari tra i due gruppi criminali andavano avanti da diversi anni e non si erano interrotti nemmeno dopo che la famiglia … era stata decimata”. Il sodalizio attivo tra l’altro nel settore delle scommesse illegali e dei giochi online nel semestre ha confermato la sua vitalità nel traffico di stupefacenti.

Le numerose attività repressive condotte nell’arco degli anni hanno determinato l’arresto dei vertici e creato dei vuoti nelle posizioni di comando determinando così uno stato d’instabilità fra le varie frange del clan. Sembrerebbe dunque plausibile ritenere come il sodalizio dei C. storico antagonista dei C. abbia trovato proprio nell’assenza di capi dal carisma criminale riconosciuto anche da altre consorterie terreno fertile per il violento scontro a fuoco che nel mese di agosto 2020 ha portato all’omicidio di due affiliati ai C. nel quartiere di Librino. Oltre alla conflittualità con il clan C., i C. si affermano sul territorio per le estorsioni, rapine, gioco d’azzardo e traffico di droga. Particolarmente violenti e avvezzi all’uso delle armi sono divisi in due frange, quella dei C. catanesi e quella dei C. milanesi, questi ultimi sarebbero maggiormente attivi nel panorama criminale intrattenendo rapporti anche con sodalizi dell’ennese.

PROVINCIA DI SIRACUSA

Accanto alle tradizionali organizzazioni criminali ne coesistono altre che pur non potendosi definire “di tipo mafioso” hanno una loro incidenza nel panorama delinquenziale provinciale con interessi che continuano a svilupparsi nei settori tipici del traffico e dello spaccio di stupefacenti, delle estorsioni, dell’usura e del gioco d’azzardo. In tema di stupefacenti nel semestre si richiamano gli esiti dell’operazione “Coca Drive in”, da cui è emersa l’operatività di un gruppo malavitoso dedito al traffico e allo spaccio di cocaina ad Avola (SR). La compagine si riforniva dello stupefacente a Catania. Tra i soggetti attinti da provvedimento di custodia cautelare in carcere anche un esponente del clan T. già interessato da provvedimento restrittivo eseguito nell’ambito dell’indagine “Robin Hood” del precedente semestre. Il fenomeno dell’usura si conferma tra le forme delittuose più ricorrenti e spesso collegato allo sfruttamento della “ludopatia” favorita dal sistema delle piattaforme online di gioco e scommesse. In tal senso depongono le risultanze dell’indagine “Ludos” che il 30 settembre 2021 ha condotto all’arresto di 11 soggetti per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali, esercizio abusivo dell’attività di credito ed usura. L’operazione in parola ha consentito di disarticolare un’associazione transnazionale operante ad Augusta (SR) con propaggini e collegamenti tra Catania e Malta il cui “core business” si sostanziava nell’esercitare abusivamente l’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti internet non registrati in Italia. I capi dell’organizzazione fungendo da raccordo tra due distinti gruppi di gestione dei siti illegali di scommesse ed avvalendosi del rapporto con gestori nazionali ed esteri riuscivano ad ottenere il credito necessario per l’esercizio del gioco senza anticipare denaro così fidelizzando i giocatori e assumendo credito anche usurario nei loro confronti. Inoltre nonostante il giro d’affari di migliaia di euro alcuni dei partecipi all’associazione mediante dichiarazioni mendaci e senza i requisiti prescritti percepivano il reddito di cittadinanza.

PROVINCIA DI MESSINA

Si evidenzia la capacità di alcune organizzazioni mafiose messinesi di espandersi in altre province confinanti dove hanno esportato una specifica competenza nell’acquisizione illecita di finanziamenti pubblici destinati al settore agro-pastorale. Tale aspetto unitamente alla gestione del gioco d’azzardo190 sottolinea l’evoluzione di alcune consorterie messinesi capaci di affiancare ai reati tipici dell’associazione mafiosa abilità imprenditoriali nella gestione di attività criminali più remunerative e meno esposte al rischio di contrasto da parte delle forze di polizia.

Nel capoluogo si registra l’operatività di una “cellula” di cosa nostra catanese riconducibile ai R.-S. capace di coesistere con altri clan orientanti prevalentemente nel traffico di stupefacenti e nella gestione di scommesse clandestine.

CITTA’ DI MESSINA

Riguardo alla capacità di intrattenere rapporti con altre consorterie l’attività investigativa denominata “Provinciale” conclusa nell’aprile 2021 nel ricostruire le dinamiche mafiose insistenti nel centro città ha evidenziato come un esponente del clan S. avesse fornito in passato un sostegno economico al capo clan del quartiere “Provinciale” una volta scarcerato. Nel centro di Messina, infatti, il quartiere “Provinciale” è appannaggio del clan L. D. atti vo nel c.d. fenomeno della “messa a posto” e nel traffico di sostanze stupefacenti. La predetta operazione “Provinciale” ha disvelato l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso composta da “…tre gruppi associativi stanziati in diverse parti centrali della città che cooperano tra loro, invece di fronteggiarsi, secondo un patto tacito di pace reciproca: un gruppo, facente capo a …omissis…, è stanziato nel territorio di Provinciale, un altro gruppo, facente capo a …omissis…, coesiste nel territorio di Provinciale (e, in particolare, nel rione denominato “Fondo Pugliatti”, ndr), e un terzo gruppo, facente capo a …omissis…, opera nella zona di Maregrosso.”. L’inchiesta che ha coinvolto numerosi affiliati se da un lato ha confermato la presenza “dominante” del clan L. D. nel quartiere “Provinciale” grazie al controllo del traffico di sostanze stupefacenti proveniente da Reggio Calabria e delle estorsioni, dall’altro ha appurato la presenza nella zona delle altre consorterie precedentemente citate. Quella operante nel rione “Maregrosso” nel tempo ha gestito mediante una rete di accoliti il controllo della sicurezza nei locali notturni e il traffico di sostanze stupefacenti. L’altra egemone nella zona denominata “Fondo Pugliatti” attraverso un’impresa operante nel settore dei giochi e delle scommesse fittiziamente intestata ma di fatto riconducibile al sodalizio in parola ha rimpinguato le proprie “casse” grazie ai rilevanti introiti derivanti dalla criminale “gestione aziendale”. Inoltre il capo di quest’ultimo clan si era reso responsabile del reato di scambio elettorale politico-mafioso fornendo sostegno a un politico locale nel corso delle elezioni amministrative di Messina svoltesi il 10 giugno 2018. Gli sviluppi investigativi della descritta attività hanno portato nel semestre all’esecuzione di una misura cautelare personale e reale nei confronti della figlia del predetto boss, ritenuta responsabile del reato di cui all’art. 512 bis c.p. nonché al sequestro di due attività commerciali operanti nel settore della ristorazione, ubicate nel centro cittadino, formalmente intestate alla predetta ma di fatto gestite dal capo clan.

Sempre nel centro cittadino, nel rione “Camaro” pur in assenza di evidenze investigative opererebbe il clan V.-F. nel rione “Mangialupi” risulterebbe operativo l’omonimo clan rappresentato da storiche famiglie e attivo come emerso da pregresse attività investigative soprattutto nel traffico di stupefacenti per l’approvvigionamento dei quali si relaziona con i vicini clan calabresi. L’operazione “Dominio” del 2017 ha acclarato l’interesse del citato clan anche per il settore delle scommesse clandestine e del gioco d’azzardo. Altro clan attivo nella zona centrale in particolare nel rione “Gravitelli” sarebbe quello riconducibile ai M. sebbene nel semestre non sono registrati coinvolgimenti di propri affiliati in attività investigative. Nel quadrante settentrionale della città segnatamente nel rione “Giostra” risulta radicato il clan G.-T. avvezzo all’illecita organizzazione di corse clandestine di cavalli, nonché al narcotraffico perpetrato in collaborazione con consorterie catanesi e calabresi, come dimostrato dalle operazioni “Festa in maschera” e “Scipione”. Quello di “Giostra” è un contesto criminale particolarmente delicato in cui in passato si sono registrati violenti episodi delittuosi ed in continua evoluzione.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CAMPANA

Quanto all’aggressione dei patrimoni illeciti la DIA di iniziativa e con il coordinamento dell’A.G. ha eseguito numerosi sequestri e confische di beni riconducibili a soggetti di camorra ubicati anche in altre Regioni (Toscana e Friuli Venezia Giulia). In alcuni casi le indagini preventive a sostegno delle proposte di misure di prevenzione patrimoniali hanno avuto origine da approfondimenti di segnalazioni di operazioni sospette che rappresentano il fulcro dell’attività antiriciclaggio per la quale la DIA ha uno specifico mandato legislativo. Per il periodo in esame si richiamano nel dettaglio i provvedimenti eseguiti a carico di soggetti riconducibili al clan napoletano P. e a quello casertano Z.. Decisivi interventi sono stati effettuati anche dai Prefetti campani in primo luogo attraverso le inchieste delle commissioni ispettive che tra il giugno 2021 e il febbraio 2022 hanno determinato lo scioglimento di ben 3 consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Inoltre solo nel secondo semestre del 2021 i Prefetti di Napoli e Caserta hanno rispettivamente emesso 39 e 24 interdittive antimafia nei confronti di ditte operanti per lo più nei settori edile, agricolo, del commercio (immobiliare, delle auto e degli imballaggi), dei servizi medico-sanitari, della ristorazione, delle onoranze funebri, dei centri estetici, del ciclo di smaltimento dei rifiuti, delle pulizie, dei giochi e scommesse, nonché dei trasporti. Rimanendo nel campo dell’antiriciclaggio i più recenti esiti investigativi hanno confermato come i sodalizi campani sempre più spesso stiano sfruttando quale nuovo canale del business illegale quello delle frodi fiscali, realizzate attraverso società spesso operanti all’estero nel commercio degli idrocarburi. Mediante società “di comodo” e transazioni giustificate da titoli contrattuali fittizi i clan alimentano rilevanti flussi finanziari tanto con gli ingenti profitti derivanti dal risparmio per il mancato pagamento di imposta, quanto con la reimmissione nei circuiti economico-finanziari legali del denaro provento delle più tradizionali attività criminali. Al tal fine peraltro un ulteriore settore privilegiato dalla criminalità organizzata resta quello delle scommesse e dei giochi online. Si tratta di un ambito nel quale da tempo si incontrano gli interessi della camorra e delle altre matrici criminali (calabrese, siciliana e pugliese). Attraverso piattaforme operanti su circuiti nazionali e transnazionali il gaming illegale consente operazioni di ripulitura del denaro su vasta scala diventando una delle principali fonti di guadagno utilizzate per il mantenimento degli affiliati e delle famiglie dei detenuti ma anche per effettuare lucrosi investimenti nei Paesi a regime fiscale agevolato. Come confermato dai collabo ratori di giustizia “il ruolo della criminalità organizzata nel settore delle scommesse illegali si evidenzia nel sud Italia perché la camorra ha i contatti sul territorio e quindi può imporre il gioco illegale ai bar ed anche quello legale, diversamente da quanto avviene nei territori del nord Italia dove la diffusione sul territorio delle piattaforme illegali avviene per il tramite di una contrattazione diretta con il singolo esercente il quale riceve una parte del guadagno. Allo stesso modo per le piattaforme legali al nord la trattativa avviene con ogni singolo esercente. Dunque nelle aree della Campania e nelle altre aree del Sud dove vi è la criminalità organizzata basta parlare con il capo del locale clan di camorra o di ‘ndrangheta ed in quella zona avviene la diffusione delle piattaforme illegali e legali senza dover contattare i singoli esercenti”.

CITTA’ DI NAPOLI

Area Occidentale – Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Rione Traiano e Soccavo. “La zona occidentale di Napoli, nel corso degli anni, è stata sempre caratterizzata da una elevata pluralità di gruppi camorristici che rispecchia fedelmente le realtà sociali ed urbanistiche dei singoli quartieri, Fuorigrotta, Soccavo, Pianura e Bagnoli, nonché la concomitante presenza all’interno di questi comprensori di cosche malavitose particolarmente agguerrite: i G. ed i V. a Soccavo, i B., i P. ed i C. nel Rione Traiano, territorio ad altissima densità criminale rientrante nel quartiere di Soccavo, i B. ed i T. a Fuorigrotta, i L., poi soppiantati dai M.-P. a Pianura, i D’A. a Bagnoli, che hanno determinato nel tempo la continua composizione e lo sfaldamento di alleanze e di equilibri … a seconda degli interessi in gioco e delle situazioni contingenti, con il periodico acuirsi di violenti scontri provocati dalla necessità di evitare sconfinamenti territoriali da parte delle cosche avverse e di mantenere in maniera monopolistica il controllo dei mercati illeciti nell’ambito del proprio territorio. In questa suddivisione dei territori e del relativo controllo sugli stessi ne hanno approfittato negli anni i L., i C. ed i M. che, nella prospettiva di investimenti pubblici di notevole rilievo da parte dello Stato , hanno sempre avuto dei referenti (gestori di esercizi commerciali quali bar o pizzerie) sulla zona al fine di poter intercettare in anticipo i fondi destinati all’area occidentale di Napoli”. “Da ultimo… deve sottolinearsi come le attuali fibrillazioni registratesi tra Bagnoli e Fuorigrotta (soprattutto a seguito dell’omicidio di stampo chiaramente camorristico avvenuto il 15 marzo 2021…) siano in realtà riconducibili alla strategia espansionistica del gruppo attualmente egemone su Bagnoli … che, forte del rapporto instauratosi con il clan L., lascia intravedere segnali di espansione verso il quartiere di Fuorigrotta, oggi più che mai quartiere privo di un leader. In tale panorama di influenze e controlli “macrocriminali”, si inserisce la struttura organizzativa riferibile al gruppo camorristico T.

PROVINCIA DI CASERTA

Il 15 novembre 2021 i Carabinieri hanno invece eseguito una misura restrittiva nei confronti di un elemento di spicco del clan già in passato indagato nella veste di referente del capoclan Z. per la gestione dei giochi e delle scommesse sui territori di Casapesenna, Trentola Ducenta e San Marcellino e il reinvestimento di capitali illeciti. Inserito nel cd. gruppo G.. Successivamente alla cattura di altri elementi apicali del sodalizio avrebbe anche assunto stabili funzioni direttive. Il provvedimento ne ricostruisce la storia criminale a partire dal periodo 2009-2011 quando si occupava di curare gli spostamenti del boss latitante fino alla stabile relazione sentimentale con la nipote di quest’ultimo. Grazie a tale legame il pregiudicato era riuscito ad espandere la sua attività imprenditoriale anche fuori Regione in particolare in territorio emiliano e soprattutto toscano. Quanto alle modalità operative del gruppo G. le intercettazioni hanno documentato condotte quali “impiego di utenze cellulari dedicate, utilizzo di social network, possesso di strumenti di bonifica ambientale, vigilanza dinamica sul territorio, controllo degli spostamenti delle Forze di Polizia – poste in essere dagli indagati, …, incompatibili con la condivisione di un’attività lecita”.

Resta alto l’interesse dei clan casertani per la gestione delle slot machine e delle scommesse sportive online come confermato dall’operazione “Nautilus” eseguita l’11 gennaio 2022 dai Carabinieri nelle province di Salerno, Ascoli Piceno, Agrigento, Avellino, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Latina, Lecce, L’Aquila, Messina, Napoli, Potenza, Ravenna, Roma, Varese e in diversi stati esteri (Panama, Romania e Malta). L’inchiesta ha fatto luce su un gruppo criminale che operando come una multinazionale dei giochi e delle scommesse online gestiva ingenti flussi di denaro tra l’Italia e l’estero. A capo dell’organizzazione alla quale partecipavano soggetti legati ad organizzazioni mafiose calabresi, siciliane e pugliesi vi era un soggetto vicino al clan dei C.. Ciò attraverso una piattaforma di gestione ed amministrazione telematica ideata nei primi anni 2000 e nel tempo incrementata per quanto riguarda potenzialità e diffusione utilizzando le ragguardevoli competenze nel settore tecnico-informatico di uno dei sodali. Il sistema permetteva in pratica di “giocare” il denaro da riciclare che veniva così “ripulito” dal banco. Il profitto del clan era quindi esponenzialmente incrementato sia per le attività di riciclaggio, sia per gli ingenti profitti derivanti dagli ingaggi connessi alle prestazioni fornite da ciascun componente della piramide del gioco ma anche indirettamente per le attività usuraie connesse al fenomeno della ludopatia. Come si legge nel comunicato stampa divulgato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno “gli introiti stimati dall’asset criminoso nel suo complesso sono stati quantificati – nell’arco temporale di circa due anni delle attività investigative – in oltre 5 miliardi di euro. Qualora i giochi fossero stati svolti in forma lecita, le entrate per l’erario sarebbero state di circa 500 milioni di euro”. Interessante la figura del principale indagato che già negli anni ’90 quando era appena maggiorenne si era reso protagonista in posizione di leadership di attività criminali di elevatissimo allarme sociale condotte in concorso con altrettanto pericolosi esponenti della ‘ndrangheta calabrese e per le quali ha riportato numerose condanne. Successivamente celandosi dietro prestanome ed immagini societarie è diventato imprenditore nei settori del commercio di caffè torrefatto e della installazione e gestione di apparecchi automatici del tipo slot-machines presso bar, esercizi pubblici ed altri luoghi di ritrovo. Infine stabilitosi nel Salernitano avviava anche qui una strategia di infiltrazione nel tessuto economico della zona.

CITTA’ DI BARI

Nella città di Bari l’analisi dei dati riferiti al periodo in esame conferma l’esistenza di un panorama criminale estremamente frammentato in numerosi clan capaci di evolversi e di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto sociale produttivo compresi quelli che necessitano di particolari competenze tecniche come il gioco d’azzardo e le scommesse on-line.

PROVINCIA DI LECCE

Il business dei giochi rappresenta un altro dei campi prediletti dai clan della provincia come ad esempio quello dei C. di Noha di Galatina che sebbene più volte scompaginato dalle inchieste degli ultimi anni e in ultimo indebolito dalla collaborazione con la giustizia di un suo noto esponente si è mostrato particolarmente interessato a infiltrare l’economia legale. L’operazione “Dirty slot” del gennaio 2020 aveva proprio evidenziato la gestione da parte del clan di un enorme giro d’affari nel settore delle slot e nella raccolta di scommesse di eventi sportivi fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker esteri privi di concessione statale.

PROVINCIA DI BRINDISI

Di particolare interesse sono stati i riscontri investigativi della recentissima indagine “Nautilus” dell’11 gennaio 2022 che ha fatto luce su un gruppo criminale accusato di aver costituito una vera e propria holding dedita al gaming on line illecito sul territorio nazionale ed estero, avvalendosi anche dei legami con i vertici dei C.I. Fra gli indagati emerge un personaggio di spicco del vecchio contrabbando di tle brindisino dedito per conto della scu brindisina “anche ad altri affari illeciti fra i quali quelli connessi alla gestione delle slot machine, dei videopoker e dei giochi elettronici in generale e delle scommesse online”.

PROVINCIA DI POTENZA

La comune sfera d’interessi che distingue i rapporti tra il sodalizio lucano e quello calabrese, inoltre, non risulta circoscritta solo ad aspetti di stretta relazione criminale come le estorsioni ai danni di imprese edili e società di capitali, il traffico e lo spaccio di droga o la gestione del gioco d’azzardo attraverso le macchinette videopoker ma si connota per una proiezione più ad ampio raggio che mira all’acquisizione e gestione di lavori, appalti pubblici e acquisti di immobili, nonché volto alla realizzazione di parchi eolici con apporti di capitali propri “in aderenza a protocolli criminali finalizzati anche a schermare la provenienza degli stessi consentendone il reimpiego in affari apparentemente leciti e puliti”.

LAZIO

Nella provincia di Frosinone invece si confermerebbe la presenza “storica” dei clan V. e M. nonché per la vicinanza all’area del casertano si registrerebbe l’influenza del clan B. di Marcianise soprattutto nella zona di Cassino. Inoltre personaggi legati ai C. e ai clan napoletani L., D. L., M. e M. troverebbero in questi territori ampie possibilità di riciclaggio che verrebbe realizzato anche attraverso la gestione dei locali di gioco e scommessa rivolgendo particolare interesse ai videopoker, alle slot machine, alle sale bingo e alle scommesse sportive. Ambito quest’ultimo nel quale sarebbero stati registrati interessi anche della cosca calabrese G.-A. di Cutro (KR). Le proiezioni camorristiche anche in provincia di Frosinone devono comunque coesistere con formazioni autoctone ben radicate sul territorio e dedite principalmente ad estorsioni, usura e traffico di stupefacenti.

MOLISE

I settori economici più esposti al rischio di infiltrazione sono quelli della grande distribuzione, della rivendita di auto usate, della gestione dei locali notturni, degli esercizi pubblici, delle sale gioco/scommesse, delle aste giudiziarie, nonché delle attività connesse all’edilizia, alla gestione dei rifiuti e in genere alla fiorente green-economy.

FROSINONE E PROVINCIA

Nella provincia oltre alle sopra citate presenze riconducibili ai V. e M., per la vicinanza all’area del casertano si registra l’influenza del clan B. di Marcianise soprattutto nella zona di Cassino. Inoltre personaggi legati ai C. e ai clan napoletani L., D. L., M. e M. troverebbero in queste aree ampie possibilità di reinvestimento e di riciclaggio, quest’ultimo realizzato anche attraverso la gestione capillare dei locali di gioco e scommessa rivolgendo particolare interesse ai videopoker, alle slot machine, alle sale bingo e alle scommesse sportive, ambito nel quale si sarebbero registrati interessi anche della cosca calabrese G.-A. di Cutro (KR).

TOSCANA

A Livorno il 13 settembre 2021 i Carabinieri di Livorno unitamente alla Guardia di finanza di Pisa nell’ambito dell’operazione “Garuffa” hanno dato esecuzione nelle province di Livorno e Pisa ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Livorno nei confronti di 11 persone per reati di omicidio premeditato, associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione aggravata e porto abusivo di armi da sparo. Il provvedimento è stato emesso a conclusione di articolate indagini avviate nel 2017 sulla scorta di significative emergenze indiziarie acquisite nell’ambito di 2 filoni investigativi denominati “Akuarius” e “Akuarius 2-Mexcal” coordinati dalla DDA di Firenze ed incentrati su associazioni dedite al traffico internazionale di cocaina, importata dalla Colombia, in cui è confluito anche il contributo di un collaboratore di giustizia. La Procura di Livorno ha proseguito le indagini della DDA di Firenze e gli ulteriori riscontri acquisiti dai Carabinieri hanno consentito a distanza di quasi 20 anni di fare luce sull’omicidio di un uomo avvenuto il 30 giugno 2002, ricostruendo le fasi dell’esecuzione ed individuandone il movente. Per l’omicidio il GIP del Tribunale di Livorno ha disposto infatti l’arresto eseguito dai Carabinieri a settembre 2021 del presunto autore materiale, di un complice e del soggetto che avrebbe reperito l’arma da fuoco poi utilizzata. Il movente sembrerebbe riconducibile a contrasti sorti all’epoca per la gestione delle bische clandestine e del gioco d’azzardo all’interno di un circolo.

ABRUZZO

La provincia di Pescara mantiene sempre alto il rischio di infiltrazione criminale. Infatti il capoluogo oltre ad essere il più grande agglomerato urbano della Regione rappresenta uno snodo di primaria importanza per quanto riguarda i collegamenti autostradali in particolare tra Roma ed il Sud Italia tra l’Adriatico settentrionale e meridionale ed è inoltre sede del più importante porto della Regione. L’area metropolitana in virtù anche della sua posizione geografica parrebbe esposta al pericolo di infiltrazioni malavitose da parte di organizzazioni criminali in particolare pugliesi e campane, soprattutto nel settore industriale e commerciale. Nel territorio in esame grazie anche ai collegamenti con i paesi balcanici si evidenziano significative presenze di comunità straniere, in particolare albanesi e macedoni, spesso coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti, nonché nello sfruttamento della prostituzione. Inoltre dalle risultanze investigative sull’intera area metropolitana si evidenzia la presenza di altri gruppi di etnia Rom che contribuiscono a fattispecie illecite quali spaccio di sostanze stupefacenti, usura, gioco d’azzardo, truffe, estorsioni e riciclaggio.

CRIMINALITA’ CINESE

La criminalità organizzata cinese in Italia si è dotata nel tempo di una strutturazione gerarchica incentrata principalmente su relazioni familiari e solidaristiche. I sodalizi cinesi si caratterizzano per la loro sostanziale impermeabilità rispetto ad altri gruppi criminali, che li rende chiusi e inaccessibili da contaminazioni o collaborazioni esterne. Solo occasionalmente si rileva la realizzazione di accordi funzionali con organizzazioni italiane o la costituzione di piccole consorterie multietniche per la gestione della prostituzione, la commissione di reati finanziari e il traffico di rifiuti. Oltre alla Toscana dove i sodalizi cinesi si sono sviluppati parallelamente agli storici insediamenti da decenni presenti nel distretto tessile di Prato tale criminalità etnica è presente anche in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania e nel Lazio. In tali contesti sociali sono state avviate attività commerciali di vario genere nell’ambito delle quali sono frequenti anche i reati connessi con lo sfruttamento del lavoro. Talvolta infatti i connazionali vengono costretti a lavorare in assenza dei requisiti minimi di sicurezza e di tutela igienico-sanitaria. Le evidenze investigative hanno dimostrato nel tempo che all’interno di tali comunità etniche si riscontra la commissione di reati quali estorsioni e rapine in danno dei connazionali. L’attività illecita verso l’esterno si esprime invece nella contraffazione di marchi, nel traffico e spaccio di metamfetamine, nel traffico illecito di rifiuti, nella gestione di giochi e scommesse clandestine e nella commissione di reati economico – finanziari.

REGNO UNITO

L’operazione “Scommessa”, che già nel 2018 aveva permesso di disvelare l’operatività di un sodalizio, dedito principalmente all’abusiva raccolta e gestione di scommesse sportive sul territorio nazionale e nelle Isole Vergini britanniche, Malta, Antille olandesi, e Seychelles, il 22 settembre 2021 ha dato luogo all’emissione da parte del Tribunale di Bari di un provvedimento di confisca per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro, tra le quali partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, automezzi, imbarcazioni, accessori di lusso e immobili.

GERMANIA

Recenti attività investigative hanno accertato l’insediamento di esponenti mafiosi del clan R. di Gela, che era dedito al traffico di droga e riciclaggio e la presenza di alcuni soggetti riconducibili alla famiglia S.-E. che riciclavano i proventi dei giochi on line nell’acquisito di terreni, fabbricati e società.

AUSTRIA

Il territorio austriaco può considerarsi uno snodo strategico della rotta balcanica, percorsa dalla criminalità organizzata dei Paesi dell’Est per perpetrare vari reati, soprattutto legati al settore degli stupefacenti, in particolare eroina proveniente, attraverso la Turchia, dal Medio Oriente. Recenti attività investigative hanno evidenziato che il medesimo “percorso” è utilizzato, altresì, nel traffico internazionale di prodotti petroliferi, che venivano prelevati da raffinerie ubicate oltre che nel territorio austriaco, anche in Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria per essere immessi in consumo in Italia. Benché non si registrino presenze radicate di organizzazioni mafiose italiane, quel Territorio, vista anche la vicinanza geografica con il nostro Stato, è “attenzionato” da alcune consorterie calabresi, e da ultimo siciliane, per la realizzazione di reati di tipo economico. In particolare grazie alle evidenze emerse in complesse attività d’indagine, quali le operazioni “Galassia” e “Game Over”, è stato possibile mappare la presenza dei gruppi criminali legati alla ‘ndrangheta e a cosa nostra. Questi clan si sono dimostrati capaci di effettuare attività criminali in grado di spaziare in vari settori tra cui il riciclaggio di beni attraverso investimenti immobiliari e il reimpiego dei proventi illeciti nel settore delle scommesse.

ROMANIA

Si rileva inoltre anche la presenza della camorra, che opera nel settore delle scommesse on line e, negli ultimi tempi, è apparsa propensa a realizzare complesse attività di riciclaggio nel settore degli immobili e nell’ambito alimentare, attraverso la costituzione di società commerciali costituite ad hoc.

MALTA

Il 30 settembre 2021 l’operazione “Ludos”, coordinata dalla Procura di Siracusa ha individuato un’associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali che aveva propaggini a Malta.

Il 18 novembre 2021, nell’ambito dell’operazione “Game Over II” dell’AG di Palermo, è stato disarticolato un sodalizio, composto da soggetti riconducibili alle famiglie della N. e di P. D. R., che raccoglievano illegalmente scommesse di vario genere, anche telematicamente tramite siti web appartenenti a bookmakers con server aventi sede in Malta.

Infine, il 20 luglio 2021 un’attività investigativa della Procura di Messina è sfociata nell’esecuzione, a Malta, di un decreto di sequestro di beni del valore di 3,5 milioni di euro, nei confronti del legale rappresentante di una società maltese, che aveva stabilito nel Peloritano una stabile organizzazione dedita all’esercizio abusivo della raccolta delle scommesse on line. Appare opportuno evidenziare che l’intervenuta cooperazione giudiziaria internazionale tra Italia e Malta, in perfetta sinergia tra le rispettive Autorità Giudiziaria, si è avvalsa delle possibilità offerte dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale, a decorrere dal 19 dicembre 2020, sono applicabili negli Stati membri dell’Unione Europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca emessi da altro Stato membro. La criminalità pugliese, alla stregua delle altre matrici mafiose, è proiettata al prolifico settore del gaming, come aveva accertato l’operazione “Scommessa”, che il 22 settembre 2021 ha dato luogo all’emissione da parte del Tribunale di Bari di un provvedimento di confisca che hanno riguardato partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, automezzi, imbarcazioni, accessori di lusso e immobili.

CANADA

In Canada, la criminalità organizzata di origine italiana interesserebbe prevalentemente le zone di Montreal (cosa nostra), Toronto e Thunder Bay (’ndrangheta). Entrambe sarebbero attive nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione nel settore degli appalti pubblici. Le citate organizzazioni si sarebbero, nel tempo, profondamente radicate, assumendo posizioni di rilevo nella gestione degli affari criminali.

SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI FINANZIARIE SOSPETTE (SOS)

Nel delineato contesto, attenendosi al solo secondo semestre 2021 la DIA ha proceduto all’analisi di 68.955 segnalazioni di operazioni sospette riconducibili a 639.074 soggetti segnalati dei quali 437.372 costituiti da persone fisiche. Il flusso documentale in questione risulta superiore del 17% circa rispetto a quello dell’analogo intervallo temporale dello scorso anno, in cui sono state analizzate complessive 58.985 segnalazioni. La crescita osservata non è peraltro circoscritta ai soli semestri presi in esame ma investe le rispettive annualità evidenziando un incremento5 superiore nel complesso al 21% circa. Nell’ambito del predetto processo di analisi massiva delle 68.955 SOS hanno assunto rilievo per i profili d’interesse della DIA 10.485 segnalazioni. Più in dettaglio 1.982 SOS hanno evidenziato profili di attinenza alla criminalità mafiosa mentre 8.503 SOS sono risultate riconducibili a c.d. reati spia/sentinella. In dettaglio, come evidenziato nel grafico che segue circa il 15% del flusso documentale analizzato è risultato suscettibile di sviluppi operativi. Con riferimento alla riconducibilità del flusso in esame ai rispettivi soggetti segnalanti e in analogia a quanto verificato nel corso dell’analisi condotta sulle SOS complessivamente processate nel semestre è emerso che la maggior parte delle stesse, corrispondente al 93% circa, è stata originata da intermediari bancari e finanziari in seno ai quali la categoria preponderante è costituita dalle banche (42%). Seguono a notevole distanza gli operatori di gioco e scommesse con il 3% circa, i professionisti e gli altri operatori non finanziari rispettivamente con il 2% e l’1%.

Per quanto riguarda cosa nostra si cita l’indagine “Stirpe e Tentacoli” del luglio 2021 che ha pesantemente colpito il mandamento palermitano di C. rivelando come il sodalizio fosse in grado di far convivere interessi illeciti che spaziavano dalle mediazioni legate ai fondi agricoli alle scommesse on line, unitamente alla gestione delle acque irrigue e alla pianificazione strategica dei traffici di droga anche sfruttando collegamenti con narcotrafficanti calabresi. cdn/AGIMEG