Criminalità organizzata calabrese
Il 18 gennaio 2021 a Cittanova (RC) ed a Roma nell’ambito di attività coordinata dalla Procura di Reggio Calabria è stata eseguita la confisca di 16 beni immobili, 8 compendi aziendali operanti nei settori turistico-alberghiero, oleario, lavorazione legname e trasporto rifiuti, alcuni veicoli, diverse disponibilità finanziarie nonché numerosi titoli A.G.E.A. per un valore complessivo di 22 milioni di Euro nei confronti di un soggetto ritenuto contiguo alla cosca RASO-GULLACE-ALBANESE di Cittanova (RC) alla quale risulta legata anche da vincoli di parentela acquisita. Quest’ultimo nel luglio 2016 era stato colpito unitamente alla moglie e ad altri 40 sodali da un provvedimento restrittivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria all’esito dell’operazione “Alchemia”. E’ quanto emerge dalla relazione della DIA sul primo semestre 2021.
L’indagine aveva evidenziato l’interesse delle consorterie mafiose verso diversi settori quali il movimento terra, l’edilizia, il settore turistico-alberghiero, l’import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on-line, la lavorazione dei marmi, gli autotrasporti, nonché lo smaltimento e trasporto di rifiuti speciali. Il provvedimento che consolida specularmente il sequestro7 operato nell’aprile del 2018 ha altresì disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 3 anni. (…) Il 17 giugno 2021 in località Cittanova (RC) nell’ambito di attività coordinata dalla Procura di Reggio Calabria è stata eseguita la confisca28 di una villetta del valore di 200 mila Euro nei confronti di un pregiudicato organico alla cosca RASO-GULLACE-ALBANESE particolarmente attiva nei settori del movimento terra, edilizia, import-export alimentare, sale giochi, scommesse online, lavorazione marmi, autotrasporti e smaltimento rifiuti anche speciali all’interno dei quali riusciva ad operare grazie a numerose società compiacenti e/o intestate a prestanome. Il provvedimento che consolida specularmente il sequestro29 operato nel dicembre del 2019 ha altresì disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 4 anni. Il 27 maggio 2021 il Centro Operativo di Catania nell’ambito dell’operazione “Apate” ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 soggetti, uno in carcere e 12 agli arresti domiciliari, per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni. I predetti soggetti avrebbero operato attraverso agenzie e punti scommesse riconducibili a società operanti all’estero (Austria, Bulgaria e Malta) gestiti in violazione della normativa di settore e di quella fiscale nonché attraverso la creazione di diverse reti di gioco on line finalizzate alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi e al gioco d’azzardo su varie piattaforme. È emerso in particolare che la vasta rete di agenzie di scommesse e giochi on line aveva a capo nel ruolo di promotore-organizzatore un imprenditore vicino alle consorterie mafiose catanesi SANTAPAOLA e CAPPELLO, con le quali ha intrattenuto nel tempo relazioni che ne hanno favorito lo sviluppo imprenditoriale dapprima nel settore delle macchinette da gioco e dei videopoker e successivamente nel gioco a distanza. L’imprenditore infatti è riuscito nel tempo a estendere la propria area di influenza installando i propri apparati per giochi elettronici e on line con una vera e propria imposizione delle slot machine negli esercizi commerciali nelle aree ove era forte la presenza dei gruppi criminali avvalendosi della loro capacità di persuasione e di controllo del territorio. Nel medesimo contesto operativo inoltre è stato eseguito il sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p., di 38 agenzie di scommesse ubicate nella province di Catania, Agrigento, Messina, Siracusa ed Enna, con relativo patrimonio aziendale, beni mobili e immobili, conti correnti e rapporti finanziari per un valore di circa 30 milioni di Euro.
Altre organizzazioni criminali italiane
Il 4 gennaio 2021 ad Agrigento è stato eseguito il sequestro di 2 polizze del valore di quasi 200 mila Euro riconducibili a un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e particolarmente dedito a delitti concernenti il gioco d’azzardo e l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse anche online attraverso le quali riusciva a favorire tra l’altro le organizzazioni criminali operanti sul territorio. Dalla ricostruzione delle recenti vicende giudiziarie segnatamente l’operazione “Game Over” coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo del febbraio 2018 e “Galassia” coordinata da quella di Reggio Calabria del novembre 2018 è emerso che il soggetto oltre alla sua capacità di associarsi autonomamente con altri soggetti del territorio nazionale era il “referente” anche per le organizzazioni agrigentine e calabresi. Il provvedimento ablativo che integra i sequestri84 operati nell’ottobre del 2020 su beni del valore di oltre 1 milione di Euro scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA nel dicembre del 2019. Il 30 marzo 2021 in Leonforte, Nissora, Agira (EN) e Acireale (CT) è stata eseguita la confisca91 di terreni, fabbricati e beni immobili, 2 veicoli, 11 aziende tra cui diverse imprese operanti nel settore edile e 1 bar-ristorante situato, 1 quota societaria e 10 disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 4 milioni di Euro riconducibili a un imprenditore edile già condannato per reati di natura socio-economica e per traffico illecito di dati peraltro imputato per reati fiscali e legati al gioco d’azzardo oltre che di usura agevolati dalla fitta rete di complicità di cui godeva in seno alla criminalità ennese. Il provvedimento che consolida in parte il sequestro92 operato nel gennaio del 2019 scaturisce dalle proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA nel maggio del 2018.
PROIEZIONI MAFIOSE REGIONALI – SPECIFICITÀ PROVINCIALI
LAZIO – Provincia di Roma
Sul territorio capitolino risultano attive anche le consorterie maranesi NUVOLETTA, POLVERINO e ORLANDO. Queste esercitano per lo più il proprio potere economico attraverso il riciclaggio dei cospicui introiti delle attività di narcotraffico (soprattutto hashish importato dal Marocco) in molteplici attività imprenditoriali anche fuori Regione e oltre confine. Tra i segmenti economico-commerciali appetiti dalle cosche nella Capitale, si richiama anche quello legato al gioco lecito e illecito che rappresenta un settore ove operano sinergicamente gruppi di differente origine territoriale. Si evidenzia a tal proposito la nota inchiesta “Babylonia” della DDA di Roma (2017-2018), all’esito della quale nel mese di dicembre 2020 la Guardia di finanza e i Carabinieri avevano dato tra l’altro corso a un decreto di confisca10 avente ad oggetto società e imprese individuali, immobili, veicoli, rapporti finanziari e oggetti preziosi del valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro. (…) Appare opportuno segnalare nel complesso scenario della Capitale anche talune organizzazioni autoctone la cui connotazione mafiosa non ha però ancora trovato conferma in sentenze definitive. Si fa riferimento al clan GAMBACURTA, insediato nel quartiere di Montespaccato ma influente nei limitrofi quartieri di Primavalle, Boccea, Aurelia e Pisana. Il profilo criminale dei GAMBACURTA era chiaramente emerso nell’ambito dell’indagine “Hampa” (giugno 2018) che aveva altresì evidenziato la figura di uno storico esponente della BANDA DELLA MAGLIANA di origini siciliane e riconducibile al gruppo NICITRA. Questi, già protagonista con gli stessi GAMBACURTA dell’indagine “Jackpot” (febbraio 2020) sul gioco d’azzardo on line, secondo gli atti dell’inchiesta “Hampa” avrebbe ricoperto il ruolo di paciere a seguito di una controversia insorta tra i vertici di Montespaccato e personaggi riconducibili ai SENESE. (…) Con riferimento all’area meridionale della provincia capitolina32, seppur non si registrino evidenze di rilievo si segnala la coesistenza di diverse matrici mafiose in particolare calabresi e campane, che non disdegnano rapporti con altre compagini criminali autoctone e straniere. Qui i sodalizi investono i proventi illeciti in diversificate attività economiche (gestione di esercizi commerciali e di sale giochi, mercato immobiliare, servizi finanziari e di intermediazione, appalti pubblici, smaltimento di rifiuti, edilizia, ecc.) senza ovviamente tralasciare il settore degli stupefacenti.
Provincia di Frosinone
I traffici di stupefacenti continuano a rappresentare un’importante fonte di lucro per i gruppi organizzati attivi nella provincia così come l’usura, il riciclaggio, il settore dei giochi e delle scommesse e quello dei rifiuti, segmenti criminali sui quali le mafie hanno lucrato sfruttando le opportunità del territorio, con i conseguenti rischi di infiltrazione dell’economia legale alimentati dall’emergenza pandemica.
UMBRIA – Provincia di Perugia
Il territorio della provincia è del resto periodicamente caratterizzato dalla commissione di reati predatori, quali le rapine e i furti perpetrati da bande ben organizzate talvolta anche di origine straniera ovvero provenienti da aree extraregionali, sia ai danni di attività commerciali (banche, sale da gioco, agenzie di scommesse, laboratori orafi) sia di abitazioni private.
ABRUZZO – L’Aquila e il restante territorio regionale
La provincia di Pescara, mantiene sempre alto il rischio di infiltrazione criminale stante la peculiarità del vivace tessuto socio-economico dell’area. Il capoluogo, che rappresenta il più grande centro urbano della Regione, è anche uno snodo autostradale e ferroviario di principale importanza per quanto riguarda i collegamenti tra Roma ed il sud Italia ed è sede di uno dei più grandi porti marittimi della Regione. Anche in questa provincia la vicinanza territoriale con aree geografiche pugliesi e campane farebbe permanere alto il rischio di infiltrazione della criminalità da parte di gruppi provenienti da quelle regioni. Peraltro diverse attività illecite finalizzate allo spaccio di stupefacenti, all’usura, al gioco d’azzardo, alle truffe, alle estorsioni e al riciclaggio sarebbero da ritenersi appannaggio di taluni elementi appartenenti alla stanziale comunità rom.
Linee evolutive della criminalità organizzata
La ‘ndrangheta conferma la propria organizzazione su base territoriale saldamente strutturata su vincoli di parentela con articolazioni consolidate non solo in Calabria, ma anche nel centro e nel nord Italia oltre che in Paesi europei ed extracontinentali. Numerose attività di indagine hanno infatti evidenziato la spiccata autonomia per la gestione degli affari criminali dei locali situati nelle regioni settentrionali ma anche all’estero. Gli affiliati di queste strutture proiettate si attengono comunque alle stesse regole delle cosche calabresi da cui sono originate. Questa condivisione delle radici assieme ad una spiccata vocazione imprenditoriale rendono l’organizzazione mafiosa calabrese allo stesso tempo unitaria e dotata di forte capacità espansiva tra l’altro su scala internazionale. Le ingenti risorse economiche di cui la ‘ndrangheta dispone grazie alla commissione di attività illecite sempre più diversificate in quanto spaziano dal narcotraffico internazionale all’infiltrazione negli appalti pubblici, alle estorsioni, al gaming e al business dei prodotti petroliferi consentono alle consorterie di muoversi in posizione di vantaggio rispetto alle imprese “sane” e di vanificare e aggirare le regole della libera concorrenza anche utilizzando azioni intimidatorie e corruttive. (…) In Sicilia lo scenario criminale si presenta variegato in quanto nella parte occidentale dell’Isola Cosa Nostra conserva l’originaria struttura in mandamenti, mentre sul versante orientale sono attive numerose compagini storicamente radicate sul territorio tra cui la “stidda” e altre organizzazioni non inquadrabili nella struttura di cosa nostra. Tra le mafie straniere quella nigeriana appare ben insediata e particolarmente attiva in diversi ambiti criminali e verosimilmente senza aperte conflittualità con le storiche famiglie siciliane. Tutti i sodalizi inizialmente nati in contrapposizione a cosa nostra oggi in definitiva ricercherebbero con la stessa accordi funzionali alla cooperazione negli affari illeciti. La propensione di cosa nostra attualmente privilegia le attività affaristico-imprenditoriali di consistente redditività e difficile individuazione quali ad esempio la gestione tramite prestanome di imprese commerciali della ristorazione, dei servizi turistici, della movimentazione terra ed edili, della raccolta scommesse ed altro. (…) Per quanto attiene alla criminalità organizzata pugliese si distinguono varie espressioni legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento. Tra queste strutture delinquenziali qualificate non sembra esistere un rapporto gerarchico o funzionale. I diversi sodalizi pugliesi peraltro non sembrano in grado di stringere alleanze stabili tra loro diversamente appaiono teatro di cicliche esplosioni di faide interne. Essi manifestano in linea generale interesse principalmente per il contrabbando, il traffico di stupefacenti, le estorsioni e l’usura, nonché per la gestione delle scommesse on line. Un’attenzione particolare per le sue possibili dinamiche evolutive merita il contesto della “capitanata” dove operano le tre storiche organizzazioni della società foggiana, della mafia garganica e della delinquenza cerignolana. Tali consorterie stanno mostrando linee di tendenza evolutiva tese alla propensione affaristica che si concretizza in una spiccata duttilità operativa sui fronti socio-economico, finanziario e politico-amministrativo. Le infiltrazioni negli Enti locali e le pressioni hanno condotto anche nel semestre in esame a provvedimenti connessi con lo scioglimento di amministrazioni comunali per pressioni ed influenze da parte dei sodalizi criminali.
PROIEZIONI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SUL TERRITORIO NAZIONALE
LAZIO
Gli interessi connessi al gioco d’azzardo lecito e illecito continuano a far registrare nel Lazio una certa operatività spesso interessando in sinergia diverse matrici criminali. È quanto dimostra il provvedimento di confisca eseguito dalla Guardia di finanza e dai Carabinieri tra i mesi di dicembre 2020 e gennaio 2021 nell’ambito del complesso contesto giudiziario dell’inchiesta “Babylonia” (2017-2018) della DDA di Roma che ha disvelato la profonda infiltrazione criminale del settore del gaming e della ristorazione nella Capitale. Il provvedimento in questione ha riguardato beni per un valore di circa 300 milioni di euro riconducibili a soggetti contigui alla camorra napoletana, alla criminalità organizzata barese e romana e a frange inquinate dell’imprenditoria della Capitale.
ABRUZZO
Come già evidenziato nelle recenti relazioni riguardo alle organizzazioni camorristiche era stata rilevata la presenza di soggetti legati ad esempio al cartello dei CASALESI, ai marcianisani BELFORTE (inchiesta “Doppio gioco”), nonché ai gruppi napoletani CONTINI, AMATO-PAGANO, MOCCIA e MALLARDO per i quali il territorio abruzzese avrebbe rappresentato un punto di approdo soprattutto in riferimento alle attività di riciclaggio e alla vendita di sostanze stupefacenti anche attraverso figure criminali di minor spessore. (…) Sul fronte del traffico illecito dei rifiuti e la gestione non autorizzata degli stessi si segnala l’operazione dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Foggia e del N.O.E. di Bari e Pescara che il 21 aprile 2021 hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare209 nei confronti di 6 persone nell’ambito dell’operazione “Eco”. L’attività di indagine ha avuto inizio nel 2018 a seguito del sequestro di due discariche abusive rinvenute nei pressi di San Severo (FG). Successivamente l’inchiesta ha fatto emergere l’esistenza di un sistema criminale promosso da un gruppo di imprenditori di San Severo e della provincia di Caserta finalizzato all’illecita movimentazione di rifiuti speciali derivanti dallo scarto di rifiuti solidi urbani provenienti dalla Campania, nonché al successivo smaltimento in discariche abusive. Sono state rinvenute e sequestrate oltre 13 mila tonnellate di rifiuti non speciali (compattati in ecoballe) e stoccati tra la Puglia (San Severo) e l’Abruzzo (Vasto). Alcune famiglie di etnia rom insediate stabilmente nella Regione tra l’interno montano e lungo le fasce costiere pescaresi e teramane risulterebbero dedite alla consumazione di delitti contro il patrimonio ma anche alla gestione del gioco d’azzardo, alle truffe, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti. A tali attività si associa il reimpiego dei proventi illeciti nell’acquisto di esercizi commerciali, di immobili o in attività di natura usuraria.
MOLISE
Il Basso Molise e la provincia d’Isernia attraggono gli investimenti dei sodalizi criminali anche in misura maggiore per certi aspetti rispetto al capoluogo di Regione palesando particolare interesse rivolto al settore immobiliare, alle reti della grande distribuzione commerciale, al turismo e agli stabilimenti balneari, nonché al settore dei trasporti, delle scommesse e a quello estremamente remunerativo degli impianti eolici. A conferma del monito lanciato già tre anni fa dal Procuratore Nazionale Antimafia secondo cui il Molise stava perdendo le caratteristiche di “oasi felice” che l’avevano contraddistinta in passato la Regione ricomincerebbe a rappresentare un polo di attrazione per le mire espansionistiche extraregionali delle limitrofe organizzazioni delinquenziali campane e pugliesi che in maniera silente cercherebbero connivenze con pregiudicati locali anche stranieri o con rom stanziali. La mafia garganico-foggiana e le cointeressenze della mafia albanese si affiancano infatti alle realtà criminali legate a camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra e in tal modo il Molise presenterebbe, più di altre Regioni, la connotazione di essere il punto d’incontro fra diversi interessi economici appetibili per le consorterie criminali. Di conseguenza si registrano negli ultimi tempi significative infiltrazioni in tutti i comparti maggiormente esposti al rischio di riciclaggio di denaro di provenienza illecita quali le attività di rivendita di auto usate, di gestione dei locali notturni e delle sale giochi o quelle connesse con il settore dell’edilizia, l’acquisizione di attività commerciali, la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, nonché la gestione dei rifiuti e verosimilmente la fiorente green-economy.
SARDEGNA
La Sardegna appare tuttora estranea a forme di criminalità organizzata di tipo mafioso. Tuttavia nell’Isola è stata rilevata nel tempo la presenza di soggetti riconducibili alle c.d. “mafie tradizionali” impegnati in attività di riciclaggio e di reinvestimento dei proventi illeciti nella fiorente economia turistica sarda. In particolare è emerso il coinvolgimento di alcune famiglie pugliesi e della criminalità lucana e calabrese in attività illecite quali il settore della droga, il gioco d’azzardo e le scommesse on line.
Provincia di Lecce
26 marzo 2021. Le indagini si sono focalizzate nell’area di Campi Salentina (LE) dove è stata individuata la figura di un elemento affiliato al clan DE TOMMASI e vicino al sodalizio PEPE che è risultato capace di imporre la sua egemonia criminale sul territorio “attraverso metodi attualmente non più in voga, poiché soppiantati da forme di criminalità più scaltra e raffinata che cura i propri interessi nell’ombra, evitando azioni eclatanti che possano attirare l’attenzione investigativa”. La sua ascesa, dettata da un indiscusso carisma delinquenziale era finalizzata a scalzare in maniera prorompente altri suoi concorrenti già presenti con le loro illecite attività su quel territorio. La poliedrica indole criminale dei sodalizi leccesi si estrinseca anche nel mercato del gaming e del gioco d’azzardo. Diverse attività investigative e di analisi hanno infatti consentito di rilevare come le organizzazioni criminali siano sempre alla ricerca di nuove e più sicure forme di riciclaggio ed abbiano orientato il loro interesse verso attività commerciali ed imprenditoriali caratterizzate da grandi movimentazioni di denaro contante quali quelle operanti nel settore della gestione di sale da gioco e della raccolta di scommesse, nonché verso l’acquisizione di attività commerciali, bar e ristoranti per inserirsi nei circuiti dell’ economia legale. È del 26 marzo 2021 l’operazione “Doppio gioco” con cui la Guardia di finanza ha smantellato un’organizzazione che gestiva un vorticoso giro d’affari nel settore delle slot machines, dei videopoker e nella raccolta di scommesse per eventi sportivi fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker stranieri operanti sul territorio senza la prescritta autorizzazione rilasciata dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Le indagini hanno consentito di acclarare l’operato illecito di 3 fratelli neretini capaci di inserirsi nel tessuto dell’economia legale anche attraverso imprese individuali formalmente intestate a prestanome e società riconducibili ai vertici del sodalizio criminale. Significativo è emerso il ruolo di una donna amministratrice di due società la quale gestendo la cassa comune “si occupava del settore amministrativo e cantabile, dei rapporti con le banche, con i prestanome e con i dipendenti”.
LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA LUCANA
Nella provincia di Potenza sono stati accertati anche reati legati al gioco illecito perpetrati attraverso lo sviluppo e la gestione di complessi sistemi informatici su piattaforme estere che nel corso del tempo hanno catalizzato gli interessi di importanti consorterie criminali calabresi e campane tra cui anche il clan dei Casalesi. Ne è conferma la misura di prevenzione patrimoniale antimafia del sequestro anticipato di beni ai fini della confisca eseguito dalla Guardia di Finanza il 22 gennaio 2021 nei confronti di un imprenditore “vero e proprio punto di riferimento professionale in quanto depositario di uno specifico know how in materia”.
Provincia di Potenza
Il clan RIVIEZZI sembrerebbe aver assunto un ruolo centrale nelle dinamiche criminali della provincia soprattutto nella zona di Pignola (PZ) e Potenza anche grazie ad alleanze e sinergie con altre organizzazioni mafiose sia autoctone quale il clan CASSOTTA, sia calabresi e campane. L’endemica compenetrazione nel tessuto istituzionale ed imprenditoriale del sodalizio emerge dagli esiti investigativi dell’inchiesta “Iceberg” che ha lumeggiato la capacità del gruppo di condizionare anche alcuni settori della pubblica amministrazione locale. Nello specifico il clan RIVIEZZI “1) si apriva un canale potenzialmente utile per svolgere un’attività di riciclaggio di denaro di provenienza illecita in attività di raccolta di giochi e scommesse, sfruttando anche e soprattutto le nuove tecnologie online, anche estere, per la riscossione dei guadagni da impiegare in altre attività produttive, lecite e illecite; 2) riaffermava il suo prestigio criminale sul territorio, anche rispetto agli altri sodalizi locali ed al contesto malavitoso in genere, dimostrando la sua capacità di penetrazione in contesti economici di rilievo; 3) aveva il controllo di attività utili a sviluppare alleanze con sodalizi mafiosi di altri territori, quali quello di GRANDE ARACRI di Cutro (KR) che operava in tale settore e che era legato ai RIVIEZZI da rapporti di alleanza”. È emersa peraltro la particolare forza intimidatoria che il sodalizio è stato in grado di esprimere in danno di imprenditori e commercianti.
LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI STRANIERE
Criminalità Cinese
I reati tipici dei sodalizi cinesi perpetrati all’interno della loro stessa comunità etnica sono le estorsioni e le rapine. I delitti principali commessi all’esterno del loro alveo etnico risultano essere invece la contraffazione, il traffico e lo spaccio di metanfetamine, i reati finanziari e le illecite movimentazioni di denaro, il traffico illecito di rifiuti e la gestione di giochi e scommesse clandestine. Gli stessi sodalizi risultano attivi anche nella falsificazione di documenti finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la tratta di essere umani, quest’ultima collegata allo sfruttamento del lavoro e della prostituzione.
Criminalità Nord-Centro africana
Il 16 giugno 2021 la Polizia di Stato di Milano ha tratto in arresto in provincia di Monza 3 marocchini trovati in possesso di oltre 60 kg. di hashish. La sostanza è stata rinvenuta all’interno di dispositivi utilizzati per il gioco con consolle elettroniche. Si segnalano inoltre le seguenti attività di particolare interesse concernenti reati di carattere finanziario commesso verosimilmente anche sfruttando le “opportunità” indotte dall’emergenza pandemica.
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ITALIANA ALL’ESTERO E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Germania
L’insediamento di esponenti mafiosi della provincia di Caltanissetta era stato riscontrato nel 2017, a seguito dell’operazione “Druso – Extra Fines”, le cui risultanze avevano consentito di disarticolare il clan RINZIVILLO di Gela, che anche nel territorio tedesco era dedito al traffico di droga, riciclaggio ed autoriciclaggio, ricettazione, nonché intestazione fittizia di società. Al riguardo si segnala che nel mese di maggio 2021, durante le successive fasi dibattimentali, il Procuratore Generale di Caltanissetta ha chiesto la conferma della condanna per associazione mafiosa emessa, in primo grado, nei confronti di alcuni soggetti. La sentenza appellata riteneva che gli imputati, stabilmente domiciliati in Novara, erano “a disposizione” del capomafia gelese. Cosa nostra utilizza il territorio tedesco anche per svolgere attività di riciclaggio, come testimonia l’operazione “Doppio Gioco”, descritta successivamente, i cui esiti investigativi, conclusi il 3 marzo 2021, hanno accertato che alcuni soggetti, nell’interesse dell’associazione mafiosa SANTAPAOLA-ERCOLANO, riciclavano i proventi dei giochi on line nell’acquisito di terreni, fabbricati, società anche in Germania.
Austria
L’Austria si colloca quale privilegiato punto di accesso in Europa occidentale di quella che è nota come la “rotta balcanica”, percorsa da stranieri che accedono illegalmente in territorio nazionale, guidati dalle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. I migranti rintracciati negli ultimi anni sono principalmente cittadini pachistani, afghani e siriani, dediti anche ai reati legati agli stupefacenti. Al riguardo, un’attività investigativa internazionale della DDA di Ancona, descritta nel precedente paragrafo dedicato ai Paesi Bassi, ha consentito di accertare che nel territorio austriaco venivano stoccati ingenti quantitativi di stupefacenti, provenienti dai Paesi asiatici e diretti alle varie località italiane. Ad ulteriore conferma si ricordano gli esiti investigativi dell’operazione “Tibus” precedentemente descritta. L’operazione “Giallo Oro” della Procura di Treviso, conclusa il 22 marzo 2021, evidenzia che la “rotta balcanica” è un’area utilizzata anche nel traffico internazionale di prodotti petroliferi, che venivano prelevati da raffinerie ubicate in Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria per essere immessi in consumo in Italia. Lungo questa direttrice, altresì, le organizzazioni criminali nate nei Paesi della ex Unione Sovietica gestiscono il traffico di eroina e di armi provenienti dalla Turchia e dirette in Europa. Grazie alle evidenze emerse in complesse attività d’indagine, come le operazioni “Galassia” e “Game Over”, è stato possibile mappare la presenza di gruppi criminali legati a ‘ndrangheta e cosa nostra capaci di mettere in piedi attività criminali in grado di spaziare in vari settori criminali in special modo quelli del riciclaggio di beni attraverso investimenti immobiliari e del reimpiego dei proventi illeciti nel settore delle scommesse.
Romania
Da sottolineare c’è anche la presenza della camorra che, attiva nel settore delle scommesse on line, negli ultimi tempi è apparsa propensa a mettere in piedi complesse attività di riciclaggio sia utilizzando il settore degli immobili sia attraverso la costituzione di società commerciali attive nell’ambito alimentare.
Malta
L’Isola di Malta, con la sua strategica posizione geografica nel Mediterraneo e grazie al suo regime fiscale assolutamente vantaggioso e quasi privo del peso burocratico, rappresenta un contesto ideale per tutte quelle organizzazioni criminali coinvolte in attività illegali, quali il gioco d’azzardo, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di prodotti petroliferi. (…) Uno dei settori criminali che maggiormente si sono sviluppati sull’Isola di Malta è quello relativo al gioco d’azzardo, ove è molto marcata la presenza della ‘ndrangheta, come è più spesso stato evidenziato a seguito di complesse attività d’indagine. Al riguardo gli sviluppi investigativi dell’operazione “Galassia”, che aveva accertato un’attività di riciclaggio nell’ambito del gaming e del betting posto in essere dalla mafia reggina, il 16 giugno 2021, hanno dato luogo all’esecuzione del decreto di sequestro beni del Tribunale di Reggio Calabria a carico di imprenditori indiziati di contiguità con la cosca PIROMALLI, egemone nella Piana di Gioia Tauro. Lo specifico ambito criminale aveva registrato, precedentemente, l’infiltrazione della cosca TEGANO, grazie all’operazione “Gambling”, che ha visto, al termine delle varie fasi dibattimentali, la pronuncia di condanna definitiva, emessa il 27 marzo 2021, dalla Corte di Cassazione. Per quanto riguarda cosa nostra, appare favorevole, ai fini dello sviluppo dei traffici illeciti, la contiguità geografica tra l’isola di Malta e la Sicilia, come emerge dagli atti d’indagine dell’operazione denominata “Doppio Gioco”, di cui si è disquisito precedentemente, ove è emerso che la famiglia SANTAPAOLA-ERCOLANO ha ideato, in Italia, una piattaforma di gioco on line non autorizzata, attribuendone la proprietà a una società maltese, al fine di occultare il legame con il territorio nazionale e le connessioni con la criminalità organizzata. Inoltre il 30 marzo 2021, nell’ambito dell’operazione “Provinciale” della DDA di Messina, che ha consentito di documentare l’attuale operatività dei sodalizi mafiosi della città dello Stretto, è emerso un gruppo che conseguiva rilevanti proventi attraverso un’impresa operante nel settore delle scommesse e che aveva consolidati rapporti con dirigenti maltesi di notissimi “brand” di settore. Permane attuale l’importanza del porto di Pozzallo (RG) che, alla luce di pregresse evidenze, si conferma importante hub per i traffici illeciti da e per l’isola di Malta, tra cui il prolifico settore degli stupefacenti.
Canada
Nel semestre in riferimento sono proseguiti gli incontri con i rappresentanti del Royal Canadian Mounted Police (R.C.M.P.) relative alle attività di noti esponenti della ‘ndrangheta24 e di cosa nostra25 stanziati in Canada che risulterebbero in collegamento con l’Italia. In particolare Cosa nostra opererebbe prevalentemente nelle zone di Montreal, mentre la ‘ndrangheta a Toronto e Thunder Bay. Entrambe le organizzazioni sarebbero attive nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione nel settore degli appalti pubblici. Queste si sarebbero, nel tempo, profondamente radicate, assumendo posizioni di rilevo nella gestione degli affari criminali. cdn/AGIMEG