“Volevo leggere la storia di Giovanni. Giovanni in un bar si fionda sulle slot dopo aver infilato la prima moneta da 2 euro nella fessura tira un sospiro di sollievo. Il mondo che gli sta intorno non esiste più. E’ solo davanti alla macchinetta, sa che può vincere e farsi un gruzzoletto oppure no. E’ questa l’adrenalina che lo spinge a giocare fino all’ultimo centesimo. Che lo fa scappare di casa dopo aver rubato gli ultimi soldi alla moglie. Si riduce a mangiare pane raffermo, solo nella sua disperazione. Lui e la sua malattia del gioco pubblico che da anni lo tiene prigioniero. Giovanni ha 68 anni ed è in pensione. Si è approcciato al gioco per caso e in poco tempo è sprofondato nella dipendenza”. E’ quanto ha detto Giuliano Ferrari, consigliere del PD a Reggio Emilia. Dopo essersi rivolto a varie finanziarie, “aggredisce il patrimonio della suocera utilizzando degli assegni. Giovanni accetta di farsi aiutare. Va al Serd per un anno e mezzo. Vuole guarire, per saldare i debiti accumulate cede un quinto della pensione”. Ma ricade nel gioco, si rivolge per i soldi ad amici e finanziarie. “La sua massima vincita è stata 800 euro dopo 3 ore di gioco. Ai debiti si accumulano debiti. La situazione si fa disperata. Fugge, raggiunge Parma. Finisce tutti i soldi, e mangia pane trovato in macchina. Sono queste le persone che dobbiamo tutelare da loro stesse. La delibera di oggi va in quella direzione”, ha concluso. cdn/AGIMEG