Auto-certifica di essere in possesso di tutti i requisiti per l’iscrizione al registro Ries, ma paga un F24 da 150 euro con tre mesi di ritardo e viene cancellato. E’ quanto è successo a un esercente romano che ha immediatamente intentato ricorso al Tar: i giudici però hanno difeso l’operato dell’Amministrazione. “I requisiti prescritti dal regolamento devono indubitabilmente essere posseduti all’atto di presentazione dell’istanza, al fine di consentire all’Amministrazione, nella fase successiva, una completa e certa verifica in ordine alla sussistenza degli stessi”, spiega il Tar. A nulla valgono l’entità lieve della “dimenticanza”, e il fatto che lo stesso ricorrente avesse pagato dopo pochi mesi il bollettino: “la norma in esame non richiede alcuna valutazione circa il dolo o la grave colpa del medesimo, anche in considerazione della sua ratio volta a semplificare l’azione amministrativa facendo leva sul principio di auto-responsabilità del dichiarante” scrive il Tar. E ancora, “la non veridicità di quanto autodichiarato rileva sotto un profilo oggettivo e conduce alla decadenza dei benefici così ottenuti indipendentemente da ogni indagine dell’Amministrazione sull’elemento soggettivo del dichiarante, giacché non vengono in gioco particolari risvolti sanzionatori, ma solo le necessità di spedita esecuzione della legge sottese al sistema di semplificazione”. lp/AGIMEG