Regioni impegnate in misure volte a tutelare imprese e lavoratori colpiti dall’Emergenza Coronavirus. Se ne discute in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta

Continua l’impegno delle Regioni volto a tutelare imprese e lavoratori colpiti dall’Emergenza Coronavirus. Attivare misure economiche a sostegno del lavoro autonomo alle prese con l’Emergenza Coronavirus, con particolare attenzione ai liberi professionisti. E’ la richiesta che arriva in Emilia-Romagna da Giancarlo Tagliaferri (Fdi), che, in un’interrogazione, ha sottolineato come il decreto Cura Italia “abbia previsto importanti quanto parziali misure di sostegno all’economia, alle imprese e ai lavoratori, ma non disponga sufficienti interventi a favore del lavoro autonomo e sostanzialmente escluda da concreti interventi i professionisti iscritti alla casse di previdenza professionale come gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti, i commercialisti e i geometri”.

“La sospensione dei servizi educativi, scolastici, sociosanitari e socioassistenziali rischia di creare non solo grandi difficoltà all’utenza ma soprattutto di portare al crollo economico della cooperazione sociale con conseguenze per migliaia di lavoratori. Come sta giustamente accadendo in diversi settori economici e produttivi, anche in questo caso è necessario intervenire velocemente per scongiurare malaugurate ipotesi sul fronte occupazionale, ma prima ancora vorremmo che le pubbliche amministrazioni provassero, ove possibile, ad attivare le nuove modalità e prestazioni alternative previste dal decreto del Governo”. Sono le parole del consigliere regionale del Pd in Friuli Venezia Giulia, Francesco Russo, firmatario di un’interrogazione in cui si chiede alla Giunta di “sapere che azioni intenda intraprendere al fine di dare piena attuazione all’articolo 48 del dl 18/2020 anche sul territorio del Friuli Venezia Giulia, limitando così, almeno in parte, i danni economici, reddituali e occupazionali derivanti dal perdurare dell’emergenza epidemiologica da Covid19”.

In Valle d’Aosta, la Commissione “Affari generali” ha deciso di concentrare il proprio lavoro sul trasferimento di liquidità a favore dell’economia e delle famiglie, favorendo l’accesso al credito anche da parte dei soggetti che non possiedono garanzie con la creazione di un fondo per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato. Sono poi previste misure integrative al decreto “Cura Italia”: indennizzi per la chiusura forzata o la sospensione dell’attività nonché il calo di produttività; contributi a fondo perso per i titolari di contratti di locazione sia commerciale sia artigianale; ammortizzatori sociali quali l’integrazione al reddito di ultima istanza. Vi sono poi misure per le famiglie che comprendono un intervento sull’addizionale regionale all’IRPEF e azioni di sostegno al reddito delle famiglie valdostane nell’ambito dei servizi erogati dall’Amministrazione regionale.

“Per andare incontro a famiglie in difficoltà e ad attività commerciali e produttive costrette alla chiusura per decreto, lo Stato deve intervenire immediatamente consentendo ai proprietari degli immobili di defalcare dall’IMU i canoni d’affitto di marzo e aprile non riscossi”. Ha chiesto in Veneto il consigliere regionale di Veneti Uniti, Massimiliano Barison. “Lancio questa proposta al Governo perché non possiamo lasciare da sole le persone che sono a casa dal lavoro e devono vivere solo con i soldi della Cassa integrazione, quando arriverà, e non possono quindi far fronte al pagamento degli affitti delle abitazioni. La stessa cosa vale per negozi e attività produttive in affitto che sono chiuse per decreto, mentre continuano a correre le spese, in particolare quelle degli affitti da pagare, con il rischio che queste attività non riaprano più A questo punto, nel decreto economico di aprile, serve una misura speciale e immediata per chi deve pagare l’affitto e non ce la fa”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG