“Il più grande regalo che si possa fare alla criminalità organizzata è quello di ipernormare il settore del gioco. Una norma dannosa in questo senso è la Balduzzi del 2014, che ha al suo interno parametri eccessivi. Già nel 2002 è stato proposto alla Commissione, di cui ero consulente un Testo unico sui giochi, ma dopo 22 anni siamo ancora qui a parlarne”.
E’ quanto ha dichiarato Ranieri Razzante, Consulente della Commissione parlamentare
Antimafia, durante il seminario “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio” organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e powered by IGT.
“Le norme antiriciclaggio nel settore del gioco sono tra le più avanzate al mondo. Le imprese dei giochi segnalano tantissimo, in proporzione quasi più delle banche. Quindi la storiella che il settore del gioco favorisca consapevolmente la criminalità non ha alcun fondamento. L’infiltrazione mafiosa è a due livelli: nel territorio e, molto più marginalmente, nei concessionari. Chi dice quindi che gli operatori di gioco siano infiltrati sostiene una baggianata. Il problema è sul territorio perché non esiste un’industria così capillare come quella del gioco e quindi possono diventare punti di controllo territoriale”, ha aggiunto.
“Un problema di cui ci dobbiamo occupare è quello del rapporto con il sistema bancario. In un parere che ho dato ad una associazione per una interlocuzione con l’Abi ho sostenuto che non c’è una norma che imponga alle banche di chiudere i conti agli operatori di gioco. Un errore che si potrebbe fare è quello di limitare il contante per le ricariche, così come riporta l’ultimo disegno di legge governativo, poiché potrebbe essere un assist alle mafie. Bisogna avere massima attenzione quando si regola, perché la normazione non consapevole e non coordinata crea situazioni favorevoli alla criminalità organizzata”, ha concluso. ac/AGIMEG