Ranieri Razzante (Dir. Centro Ricerca Sicurezza e Terrorismo) risponde all’ ‘Avvenire’: “Nessuno può permettersi di offendere i lavoratori del gioco legale scrivendo cose non documentate e frutto di pregiudizio ideologico”. IL VIDEO

“Quelle di ‘Avvenire’ sono invettive non documentate, l’autore del pezzo (Umberto Folena ndr) dovrebbe documentarsi su iniziative e norme che disciplinano il settore del gioco. Il gioco è un’attività riservata allo Stato, più il gioco si criminalizza, più le mafie gestiscono l’illegale. Le infiltrazioni ci sono ovunque, ma ci sono anche nel settore degli appalti, dei rifiuti o dell’energia alternativa. Il fenomeno delle infiltrazioni criminali nel gioco interessa solamente una piccolissima percentuale”. E’ la dura risposta del Professor Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza e il Terrorismo e Docente di Legislazione antiriciclaggio nell’Università di Bologna, all’articolo pubblicato su ‘Avvenire’ che ha attaccato ancora una volta il settore del gioco, esultando per la chiusura delle sale da gioco e criticando la pubblicità della doppia manifestazione a Roma e Milano dei lavoratori del settore.
“Ci sono 150 mila famiglie che operano nel settore del gioco, che sono imprese legali, nessuno può permettersi di offendere questi lavoratori. Fino alla Cassazione sono tutti innocenti. L’autore del pezzo afferma che chi opera in questo settore fa gioco d’azzardo, ma è gioco consentito, lo Stato mi consente di rischiare. L’autore dell’articolo parla di 1,5 milioni di italiani ‘malati’ di gioco, ma l’ISS ha smentito questi dati, le persone a rischio sono molte meno. Non si può abolire un intero settore solamente perché qualcuno esagera nell’uso di un prodotto. Chi devia dalle regole va punito, se incappa in una dipendenza va seguito dal SSN, non sono problemi di chi lavora onestamente in questo settore. Cerchiamo di non scrivere quindi cose non documentate e frutto di pregiudizi ideologici. L’autore del pezzo non puo’ ergersi a censore di un altro quotidiano (su una pagina del Corriere della Sera nei giorni scorsi era stata pubblicizzata la doppia manifestazione di Roma e Milano dei lavoratori del settore del gioco pubblico ndr). Ognuno è libero di poter fare su un giornale una pubblicità a pagamento, che tra l’altro non pubblicizzava alcun marchio di imprese di giochi, inoltre la libertà di espressione non deve portare mai ad offendere come fatto da Avvenire”, conclude Razzante.

ECCO IL VIDEO

lp/AGIMEG