Ravà (pres. Federgioco) “Nel primo trimestre 2014 incassi stabili per le quattro case da gioco italiane”

“Vogliamo avviare una presidenza obiettiva. Oggi abbiamo anche divulgato i dati del bilancio del primo trimestre dei 4 casinò italiani. C’è una stabilità rispetto ai cali dell’ultimo triennio”. Sono le parole di Vittorio Ravà, presidente di Federgioco che sta presentando a Roma, in un incontro con i giornalisti, il nuovo programma dell’associazione che rappresenta le case da gioco italiane. “Vorrei chiarire innanzitutto un punto sulla concorrenza dei casinò: sono quattro casinò di vicinanza, non esiste attività concorrenziale. Non ha senso parlare di chi primeggia negli incassi, ma ha invece senso riportare i casinò ad essere delle aziende. Essendo i casinò municipalizzati, nel sistema dei comuni per anni le case da gioco sono state utilizzate come bancomat, facendo uscire dai casinò più di quello che si poteva produrre. Il segnale che abbiamo voluto dare, nel mio caso a Venezia, è stato quello di dover risanare il bilancio, di avviare un trend di sanificazione. Purtroppo il grande assente nella storia dei casinò da un lato è stata la politica, che ha sempre cercato consensi, dall’altro la creazione di una sorta di corporazione dei dipendenti delle case da gioco. Con Federgioco, in riferimento a questo aspetto, abbiamo avviato la strada della concertazione per il contratto collettivo nazionale del lavoro, ma tutti otterremmo migliori risultati valutando gli aspetti sindacali e non quelli di tipo corporativo. Federgioco vuole essere vicina ai casinò con soluzioni differenziate, a seconda della casa da gioco. Avvieremo subito il nuovo programma che prevede la ripresa dei rapporti e del dialogo con il nostro ministero di riferimento, quello dell’Interno, la creazione di un tavolo interministeriale per discutere di vari aspetti tra i quali l’inserimento di nuovi giochi e slot e il ruolo di supporto che avrà Federgioco nei confronti delle 4 aziende”. Una puntializzazione viene da Ravà sulla questione dei contanti: “non è mia intenzione – conclude Ravà – fare una battaglia sui contanti in un momento in cui si richiede la quasi esclusività dei pagamenti elettronici. Credo che si tratti di una battaglia politicamente non accettabile”. im/AGIMEG