Ravà (ad Casinò di Venezia) “L’obiettivo comune dell’azienda e dei sindacati deve essere la salvaguardia di tutti i posti di lavoro”

Obiettivi prioritari: salvaguardia e consolidamento di tutti i posti di lavoro. E’ il grido d’allarme lanciato da Vittorio Ravà, ad del Casinò di Venezia ai sindacati che hanno proclamato lo sciopero degli operatori delle slot, sciopero che si protrae dal 26 dicembre scorso. “Mi rivolgo ad Angeletti, Bonanni e Camusso che rappresentano l’unico vero duraturo Abc del nostro Paese – scrive Ravà in un intervento pubblicato oggi dal Corriere della Sera – e che in questi anni hanno collaborato per gestire migliaia di crisi aziendali. Il 2013 si preannuncia come un altro anno di crisi senza speranze di una concreta ripresa. Il Nordest non è più l’isola felice, perché, dopo essere cresciuto per mezzo secolo a ritmi vertiginosi, oggi crolla con percentuali di decremento maggiori rispetto ad altre aree d’Italia che non hanno beneficiato del boom economico. II Casinò di Venezia, di proprietà del Comune, ha attuato una impegnativa operazione di riorganizzazione economica e patrimoniale, avendo come obiettivo primario la salvaguardia dell’occupazione e per questo si è scelto di tenere aperte entrambe le sedi dl Venezia e Ca’ Noghera che danno lavoro a 650 dipendenti, oltre all’indotto. Oggi l’azienda è messa in crisi da uno sciopero degli operatori delle slot, proclamato da Cisl e da una sigla autonoma. Lo sciopero, che si protrae dal 26 dicembre 2012, viene svolto con modalità di comunicazione dl alcune ore prima dell’Inizio dello stesso e sabato sera questo sciopero proclamato per le ultime 2 ore del turno di lavoro ci ha fatto chiudere In anticipo le sale slot e abbiamo dovuto mandare via 3.000 persone con forti ripercussioni sugli incassi. L’astensione di sabato è l’ultima di una lunga serie di azioni che hanno bloccato l’operatività di entrambe le sedi nei weekend e festività di maggior afflusso degli ultimi 40 giorni. Lo sciopero è un diritto inviolabile dei lavoratori e per questo va rispettato e non contrastato, ma le conseguenze negative sugli incassi creeranno un futuro incerto per tutti i lavoratori. I nostri dipendenti sono tra i più pagati al mondo del settore e nel caso specifico gli addetti a tale reparto hanno avuto nel 2012 guadagni medi che sono stati tra i 56 e i 68 mila euro lordi a cui si aggiunge un reddito medio proveniente dalle mance di 15 mila euro aumentato del 10% sull’anno precedente. L’origine delle azioni di sciopero è sostanzialmente determinata dalla mancata erogazione di uno dei premi di risultato che non è stato pagato in quanto la soglia minima di incasso su cui era parametrato non è stata raggiunta. La situazione sta diventando insostenibile, i nostri clienti ci guardano senza parole di fronte alle drammatiche crisi aziendali che stanno colpendo il Nordest. Penso – conclude Ravà – che oggi gli obiettivi prioritari dell’azienda devono essere la continuità aziendale e quelli del sindacato la salvaguardia e il consolidamento, prima dl tutto, di tutti i posti di lavoro e non la semplice salvaguardia dei privilegi delle corporazioni.” sb/AGIMEG