“Si sono concluse le interlocuzioni con i soggetti istituzionali (Tesoro, UIF e Banca d’Italia) e l’ABI relativamente al disegno di legge n. 1712 (Disposizioni in materia di utilizzo ed erogazione del rapporto di conto corrente ndr.) e la conseguente proposta verrà presto trasmessa al relatore e alla Commissione.
Quanto invece all’ipotesi di estendere le disposizioni del provvedimento anche ai settori dei giochi e dei compro oro, al fine di superare le difficoltà nell’aprire un conto corrente per lo svolgimento delle rispettive attività, è stato trovato un accordo con i soggetti istituzionali, mentre è ancora in corso il confronto, pur difficile, con il mondo bancario.
Assicuro comunque che a breve il Governo darà un’indicazione precisa su entrambe le questioni”. E’ quanto ha detto il sottosegretario Maria Cecilia Guerra (MEF) in VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
L’obiettivo del disegno di legge a cui si riferisce il sottosegretario Guerra è quindi quello di fare chiarezza sulla funzione degli istituti di credito a seguito delle normative vigenti sulle limitazioni dell’utilizzo del contante: un metodo di controllo al quale il Governo Monti ha scelto di accompagnare anche un limite di utilizzo del denaro contante, introdotto per la prima volta attraverso il decreto « Salva Italia » che ha fissato la soglia di utilizzo ad un massimo di 1.000 euro. Con la legge di stabilità 2016, il Governo Renzi non ha cancellato questo limite ma si è limitato a triplicare l’ammontare di tale soglia, portando il limite di utilizzo del contante a 3.000 euro. La legge di bilancio ha poi stabilito un tetto di 2.000 euro a partire da luglio 2020, per scendere a 1.000 euro dal 2022.
La normativa in materia impone, inoltre, al cittadino l’esclusivo utilizzo di un conto corrente sul quale canalizzare emolumenti derivanti dal rapporto di lavoro, pensioni e ogni altra transazione proveniente da uffici pubblici o negozi privati oltre una somma determinata ed è, quindi, importante chiarire che il conto corrente deve essere considerato uno strumento da garantire a chiunque e in dispensabile per la sopravvivenza nel ciclo economico e sociale del Paese e non può mai e in nessun caso essere negato, né prima della sua apertura né tantomeno successivamente.
Il disegno di legge è dunque volto ad eliminare la possibilità per gli isti tuti di credito di recedere dal contratto senza che vi sia un motivo grave e inserisce l’impossibilità per la banca di esimersi dall’accendere un rapporto di conto corrente e re cedere dal contratto qualora i saldi risultino in attivo. cdn/AGIMEG