Il Secondo Rapporto Lottomatica-Censis riprende parte dei temi più rilevanti emersi nel Primo Rapporto realizzato nel 2021 poiché, a questo stadio, è essenziale fissare alcuni punti fermi sul significato sociale e le funzioni del settore del gioco legale, affinché una volta per tutte si possa andare oltre letture semplificatorie, alla base di interventi inutili o addirittura dannosi per la collettività.
Ci sono due verità elementari – si legge nel rapporto – da cui partire: il gioco è un’attività ordinaria, di puro divertimento, che milioni di italiani svolgono in modo assolutamente spontaneo e naturale; il gioco legale è il nemico più irriducibile del gioco illegale, di solito gestito dalla criminalità organizzata.
I dati di questo Rapporto certificano queste due verità elementari, in continuità con quelli della prima edizione. Confermano la relazione irriducibilmente inversa tra gioco legale e gioco illegale, sia le dinamiche emerse in pandemia, quando il blocco del settore legale ha spianato la strada al decollo di quello illegale, sia il common sense degli italiani.
Ecco perché è tempo che il confronto nel dibattito pubblico si fondi su una concezione del gioco legale come risorsa da valorizzare per le molteplici funzioni che esercita in ambito sociale ed economico, come ecosistema che favorisce la creazione di imprese e nuova occupazione, ridistribuisce redditi e genera benefici per la fiscalità a vantaggio della spesa pubblica.
Sono argomenti sufficienti per andare oltre pregiudizi, bias cognitivi e luoghi comuni mettendo finalmente il settore del gioco legale e i suoi tanti e diversi protagonisti, dai concessionari alle imprese, nelle migliori condizioni di operare per massimizzare il valore economico e sociale che la loro attività genera.
Al 47% degli italiani è capitato di giocare a uno o più giochi legali nel corso dell’ultimo anno tra Lotto, Lotteria, Superenalotto, scommesse sportive e no, Bingo, giochi online, slot machine. Si tratta di quasi 23 milioni di persone: è la dimostrazione che il gioco è un’attività insita nella cultura e nella quotidianità degli italiani, praticabile in maniera responsabile, misurata e sana.
La scelta di giocare è trasversale ai gruppi sociali e ai territori e infatti giocano il 65,2% dei giovani, il 56,7% degli adulti e il 16,5% degli anziani; il 53,1% dei bassi redditi e il 37,5% dei redditi più alti; il 38,9% di chi vive nei Comuni più piccoli, il 52,5% in quelli intermedi e il 58,2% in quelli più grandi; il 42,3% di chi risiede nel Nord-Ovest, il 36,7% nel Nord-Est, il 46,5% al Centro e il 57,1% nel Sud e Isole; il 54% degli uomini e il 40,4% delle donne.
Tra coloro che giocano, al 56,4% è capitato nell’anno di farlo online: al 17,2% è capitato spesso, al 39,2% di tanto in tanto. Il 43,6% di chi ha giocato legalmente nell’ultimo anno, invece, non lo ha mai fatto online.
Hanno fatto più ricorso al gioco legale online i giovani (il 74,7%, di cui il 20,1% spesso), gli uomini (il 63,5%, il 20,1% spesso), i laureati (il 61,8%, di cui il 15,9% spesso) e i residenti al Sud e Isole (62,2%, il 24,6% spesso).
Riguardo alle motivazioni per cui le persone giocano, il 61,1% dichiara che è divertente, emozionante, il 59,5% spera di vincere, al 22% piace e, in alcuni casi, è una passione, per il 17% è un’abitudine che rilassa e per il 2,8% è occasione per relazionarsi con gli altri. Più in generale, per il 69,4% degli italiani il gioco è un’attitudine umana, nel praticarlo non c’è nulla di male, l’importante è dare delle regole. ac/AGIMEG