Raganini (ANBI) ad Agimeg: “Il settore del puro intrattenimento ha bisogno di norme meno stringenti ed una burocrazia più snella. Ci auguriamo che arrivi presto una riforma”

“Come ANBI da due anni monitoriamo il fenomeno degli eSports, perché ci interessava molto anche per inserirlo nelle nostre strutture. Abbiamo notato che si stava evolvendo e che attirava sempre più attenzione da parte dei giovani. Il fenomeno eSports come eventi, gare sportive e di ritrovo dei giovani è al momento un’attività che si svolge una tantum, è ancora allo stato embrionale. Già due anni fa, alla Fiera Enada, abbiamo partecipato all’evento sugli eSports, lo abbiamo sponsorizzato e abbiamo fatto partecipare gratuitamente i nostri associati. Ciò che è stato subito chiaro è il fatto che non esiste una normativa chiara. Probabilmente il CONI, attraverso le varie federazioni sportive, avrebbe dovuto gestire questa situazione, passando attraverso il tesseramento dei giocatori tramite associazioni sportive o polisportive. Ma abbiamo capito che questo discorso era ancora in stato embrionale”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Marco Raganini, Presidente ANBI Associazione Nazionale Bowling e Intrattenimento.

 

Per quanto riguarda gli apparecchi senza vincita in denaro, Raganini ha sottolineato che: “praticamente in concomitanza con il lockdown è iniziata la riforma burocratica sull’attivazione e la distribuzione di giochi Comma 7. Gli iter burocratici sono stati portati al livello di quelli per gli apparecchi con vincita in denaro. Anche i diritti acquisiti, cioè il comparto dei giochi che già avevamo già in casa, rischiano di non poter essere più mantenuti, perché deve si deve ripercorrere tutto l’iter dell’autocerficazione e poi dell’omologa. Il dialogo aperto con gli Stati Generali ci ha portato ad avere qualche concessione, come le due proroghe per l’autocerficazione. Ma siamo ancora a metà strada. Una prima scadenza importante è fissata per la fine del 2022, quando una parte dei nostri giochi dovranno passare l’omologa. Successivamente tutti i giochi, anche meccanici, come i calciobalilla ed i biliardi, dovranno passare una omologa per la fine del 2023. Si tratta di una procedura che fatta quando si deve immettere sul mercato un prodotto nuovo è sicuramente più semplice. Fatto successivamente, con macchine già presenti sul territorio, è molto più complicato. Questo fatto ci sta preoccupando”.

Su quanto accaduto pochi giorni fa in diverse sale LAN, “ci auguriamo si risolva tutto nei tempi più brevi possibili – ha continuato Raganini -per tornare a lavorare nella tranquillità e nella legalità. Sicuramente però, se solo l’Italia dovesse normare questo settore in modo diverso rispetto allo standard internazionale, sarebbe difficile far sviluppare questo mercato. La bomba mediatica esplosa in questi giorni ha dei lati negativi, ma da un certo punto di vista ci aiuterà ad anticipare i tempi della riforma del comparto degli apparecchi senza vincita in denaro. L’iter attuale è troppo stringente e può essere corretto per i giochi con vincita in denaro, dove è giusto che ci siano più controlli, ma non ha senso nei giochi senza vincite in denaro”.

“La sopravvivenza di queste sale è compromessa ed è un peccato visto che si tratta di luoghi di aggregazione e socializzazione. Le sale dove abbiamo le piste da bowling, ad esempio, sono anche impianti sportivi. Qui facciamo attività ludico-sportiva con le scuole, facciamo giocare gratuitamente circa 50mila ragazzi in tutta Italia per accedere al Campionato studentesco. Nei nostri locali si va con le famiglie, si organizzano feste, eventi, siamo nei centri commerciali e in strutture importanti per il tessuto sociale. Più le normative burocratiche sono stringenti e fanno morire ed estinguere queste attività, più verranno fuori attività con vincite in denaro che sono dal punto di vista gestionale più semplici, ma dove c’è meno rapporto con il cliente”.

“Abbiamo fatto fare uno studio, insieme alle altre Associazioni, dall’Università di Roma sulle ticket redemption che in questi anni sono state prese di mira. Abbiamo cercato di far capire che questo tipo di attività non porta alla ludopatia. Questo studio, che non era mai stato fatto, ci ha portato ad ottimi risultati che abbiamo divulgato all’Enada di quest’anno. Dobbiamo continuare su questa linea, dobbiamo far capire che le sale giochi senza vincite in denaro non hanno nulla di pericoloso al loro interno. Abbiamo la normativa che ci impone di dare premi che non superano il valore di 20 euro, una cifra anche questa che dovrebbe essere rivista. Se la normativa non verrà snellita le case di produzione dei giochi non verranno in Italia. Questo potrebbe succedere anche per le sale eSports: l’attività non viene portata avanti perché richiede un impegno economico e gestionale troppo gravoso. Nelle nostre sale, se si vuole investire in apparecchiature più moderne dobbiamo fare investimenti molto elevati, oltre al fatto che poi queste macchine non si possono più aggiornare o modificare. E sappiamo che dopo qualche anno un gioco non è più attrattivo. Per questo le sale giochi si stanno estinguendo mentre le sale LAN stanno nascendo. Ora, questo paradosso burocratico deve essere sciolto”, ha concluso. lp/AGIMEG