“Nel complesso il Lazio è la seconda regione italiana dove si gioca di più in testa c’è la Lombardia”, ha detto il segretario generale della Uil Latina, Luigi Garullo. “Il rischio di sviluppo del gioco d’azzardo attraverso sale, biglietti, locali ed altre attività è sempre più alto. C’è una legge regionale ma non basta, pur prendendo atto degli interventi economici e formativi messi in campo dalla regione Lazio, occorre anche una strategia nazionale che anziché tener conto delle sole entrate, guardi alla prevenzione e al contrasto del fenomeno di tutte le ludopatie, occorrono ulteriori misure per contrastarlo e per evitare che intere famiglie possano finire sul lastrico”, ha aggiunto Maria Carla Pucci della UIL di Latina. “Nelle altre regioni – conclude Garullo – esistono ordinanze, regolamenti, divieti, nel Lazio vi è ancora molto da lavorare, escludendo Roma, Albano e Anzio, nessun Comune ha adottato specifici regolamenti”. cdn/AGIMEG