“Siamo in pandemia, abbiamo i due terzi dell’Italia garantita che sta guardando un terzo dei lavoratori non garantiti che stanno morendo, non accorgendosi di tutta questa gente che oggi sta manifestando. Sono rimasto ferito dal fatto che il rapporto della CGIA di Mestre, un ente importantissimo, è stato additato di falsità, il che significa che non si combatte più ad armi pari. Ora la palla passa alla maggioranza, questo governo regionale è stato votato e nel programma elettorale si parlava di gioco. Vediamo quello che succede, ma voglio abbracciare tutti i lavoratori che stanno soffrendo, speriamo che prevalga un po’ di ragione”. Lo ha detto Massimiliano Pucci, presidente As.Tro, davanti ai lavoratori del gioco legale del Piemonte riuniti da questa mattina davanti al palazzo dove si sta tenendo il Consiglio regionale per discutere della legge sul gioco. Il Presidente di As.Tro era nella delegazione ricevuta oggi dai consiglieri regionali, ai quali ha esposto le problematiche del settore a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale Piemonte il prossimo 20 maggio, che causerà la perdita di oltre 5 mila posti di lavoro e l’espulsione del gioco legale dal territorio. “In apertura di incontro, abbiamo rinnovato la piena solidarietà al consigliere Pd Diego Sarno, che era stato minacciato nei giorni scorsi attraverso un post sui social. C’è una battaglia in corso sui numeri: la maggioranza sembra compatta contro il diffondersi dell’illegalità e nella difesa dei posti di lavoro, di questo li ringraziamo. A proposito dell’idea di togliere le slot dai bar – emersa nelle ultime ore – la nostra posizione è stata chiara: il movimento in Piemonte nasce da gestori, baristi e tabaccai, non è il caso di intervenire in quel modo in una fase così critica per tutta l’economia. In questo momento drammatico, evitiamo di dividere lavoratori e attività di Serie A e B. C’è stata e c’è una battaglia in corso sui numeri: è stato un peccato ascoltare alcuni consiglieri mettere in dubbio la veridicità delle perizie tecniche sui territori di Torino e Chieri, il report della Cgia di Mestre e addirittura il principio di retroattività della legge. Quando si parla di gioco, in questo Paese, non si riesce a combattere ad armi pari. Ho fatto un invito al confronto in aula”, ha detto.
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