Pucci (Pres. As.Tro) ad Agimeg: “Chi dà numeri sbagliati, per errore o malafede, per attaccare il settore del gioco pubblico dovrebbe pagare per diffamazione. Indispensabile sospendere le rate del Preu”

“Credo che davanti a certe notizie si debba adire i tribunali. Non si può affermare che in Italia vi siano 10 milioni di ludopati, è un numero totalmente sbagliato. O il docente non ha studiato, ed è colpevole, o se si è documentato per dire questo è doppiamente colpevole”. Massimiliano Pucci, presidente As.Tro, commenta nella diretta facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, i dati forniti questa mattina sul servizio pubblico, a Uno Mattina su Rai1. “Se un professionista dichiara che vi sono 10 milioni di malati di gioco, deve pagare per diffamazione del settore, è questa l’unica strada. Del resto non è la prima volta che si danno numeri inesistenti. In Piemonte ad esempio è stato creato ad hoc un ‘pacchetto’ con un numero non reale di ludopati, i malati di gioco nella regione sono gli stessi dal 2012 ad oggi”.

Per Pucci “la discriminazione del comparto del gioco è endemica, esisteva prima, c’è ora e ci sarà anche dopo. Purtroppo nella pandemia i lavoratori del settore stanno pagando più di dipendenti statali e pensionati, che contano su stipendi e tredicesime, a differenza degli autonomi. Aziende che fatturavano un milione di euro l’anno, ora incassano 16 mila euro di ristori, una vera presa in giro. Ora il problema più urgente è l’assenza della sospensione della rata del Preu, le due mensilità che ci stanno richiedendo le abbiamo trattenute per affrontare le spese correnti. Noi non abbiamo mai chiesto l’abolizione della tassa, ma senza questo spostamento dobbiamo pensare a cosa fare, se lo Stato ci chiede quei soldi cadrà tutto a catena all’interno della filiera. Credo – ha proseguito Pucci – che se non facciamo pace con i cittadini la politica non ci ascolterà. Appena ripartiamo vanno affrontati questi problemi, le riaperture non saranno la soluzione. Le aziende riapriranno con un Preu innalzato, sia per quanto riguarda le scommesse sia per le slot. Un settore maturo deve reagire quando qualcuno afferma che il comparto crea 10 milioni di malati di gioco. Un cittadino che vede quella trasmissione pensa che ci siano 10 milioni di zombie e pensa che il settore vada chiuso. Questa comunicazione va contrastata: nessun politico vorrà salvare 150 mila persone che lavorano in un settore che crea dieci milioni di ludopati”, ha concluso. cr/AGIMEG