A Prato è stato sgominato e smantellato un giro di fatture false in tre sale Vlt che così facendo evadevano il fisco e omettevano i versamenti al concessionario. Il tutto è partito da una segnalazione della Finanza di Roma che ha notato delle anomalie sul numero elevato di giocate, ma anche sulla quantità soldi spesi. Nell’inchiesta sono finiti nel mirino tredici soggetti fra titolari, prestanome, collaboratori e tuttofare, per i quali la Procura aveva chiesto arresti domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a reati fiscali e autoriciclaggio di denaro.
Le indagini della Guardia di Finanza – riporta la Nazione – partite nel 2018, hanno ricostruito il modus operandi: i bar interni alle sale Vlt dati in gestione a prestanome (di solito parenti e amici) emettevano fatture a carico della sala scommesse in modo che il titolare potesse scaricarle. Quanto veniva risparmiato era poi reinvestito nelle stesse sale slot, da qui l’accusa di autoriciclaggio. Il gip, però, non ha riconosciuto il reato di autoriciclaggio ma solo i reati fiscali e ha ordinato il sequestro di 3 milioni di euro, ovvero il presunto profitto derivante dalle fatture false, ma quando i finanzieri hanno eseguito i sequestri hanno recuperato poco più di centomila euro.
Sul caso, il tribunale di Prato si deve ancora pronunciare. Intanto sono state sequestrate anche le quote societarie. Le sale Vlt sono state affidate ad un amministratore giudiziario. ac/AGIMEG