Panini (ass. Napoli): “Esaminata modifica a regolamento sul gioco. Estesi ai corner i limiti orari”

“La verifica del nostro Regolamento, perché noi non ci accontentiamo di aver regolato ma continuiamo a monitorarne l’applicazione, porterà a brevissimo ad un ulteriore intervento su iniziativa di un gruppo consiliare. Il primo colpevole circa l’attuale situazione si chiama Stato Italiano, un sepolcro imbiancato che mentre parla di “pericolo ludopatia” usa l’offerta di gioco come una importante fonte di finanziamento. Ci sono tre grandi poteri economici che condizionano le scelte economiche vere nel nostro Paese: il sistema bancario; le assicurazioni; e il mondo del gioco”. E’ quanto ha detto Enrico Panini, Assessore al bilancio, al lavoro e alle attività produttive, del Comune di Napoli. Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale a Napoli, la commissione Lavoro, che ha tra le proprie competenze anche gli Affari istituzionali, ha esaminato, con la partecipazione del vice Sindaco Panini che è anche assessore al Commercio, la delibera di iniziativa consiliare che, con primi firmatari i consiglieri dei Verdi Buono e Gaudini, propone alcune modifiche al regolamento sulle sale da gioco e giochi leciti approvato dal Consiglio nel 2015. Prima dell’approdo in Consiglio – fa sapere il Comune -, la commissione ha esaminato la proposta che, come ha spiegato il consigliere Stefano Buono (Verdi Sfasteriati) mira a contrastare la ludopatia riducendo l’offerta di gioco in città. Nella proposta, si estende ai “corner” la disciplina che il regolamento approvato dal Consiglio comunale nel dicembre 2015 applica alle “sale giochi”, ad esempio, il limite orario e la distanza dai punti sensibili. La proposta prevedeva anche una diversa articolazione degli orari di apertura delle agenzie per la raccolta di scommesse adeguandoli al calendario delle diverse manifestazioni sportive oggetto di scommesse. Sugli orari, la commissione ed i presentatori della proposta hanno deciso di non modificare il regolamento accogliendo le riserve contenute nei diversi pareri espressi dall’Avvocatura comunale, dalla Segreteria generale e dal servizio competente. In particolare, il parere dell’Avvocatura, esposto dall’avvocata Carpentieri, ha richiamato l’attenzione sulla posizione espressa dal Consiglio di Stato in una recente sentenza. Al Consiglio di Stato sono già arrivati tre dei ricorsi presentati contro il regolamento comunale; il massimo organo di giustizia amministrativa ha dato ragione al Comune, confermando la legittimità del regolamento comunale, e nel testo della sentenza ha valutato positivamente l’estensione ai corner del regolamento stesso che ha l’obiettivo di contrastare la ludopatia; una rimodulazione degli orari a seconda delle tipologie di gioco, invece, introdurrebbe disparità di trattamento e, prevedibilmente, causerebbe nuovi ricorsi. L’assessore Panini ha sottolineato che la posizione del Consiglio di Stato agevola il Comune nella lotta alla ludopatia, che rappresenta un grave fenomeno nella nostra regione, in particolare per i tanti adolescenti che coinvolge ed è un tema delicato sul quale il Comune di Napoli è stato tra i primi ad intervenire e sarà il primo, con le modifiche proposte, a regolamentare anche i corner; il giudizio mette anche in condizione il Comune di eliminare la concorrenza sleale dei punti gioco nei confronti delle sale scommesse regolamentate; la stessa posizione, però, rende a questo punto inopportuna, a causa dei ricorsi possibili, la rimodulazione oraria di cui pure si era discusso in diversi incontri con le associazioni rappresentative della categoria delle sale gioco. I consiglieri che sono intervenuti nel corso della riunione hanno sottolineato che: la questione va trattata con molta attenzione perché chi è affetto da ludopatia, con la ulteriore limitazione del gioco legale, potrebbe rivolgersi a quello illegale, così come, ad esempio, avviene con le migrazioni di giocatori dai Comuni dove ci sono limitazioni verso quelli che non hanno regolamentato la materia; è urgente sollecitare una disciplina nazionale per rimediare alla forte contraddizione di uno Stato che tutela la salute e, contemporaneamente, favorisce i giochi, anche quelli di minore rilevanza che, comunque, inducono una patologia gravissima, la malattia del gioco. cdn/AGIMEG