Martinelli (CIO Sisal): “Puntiamo sull’acquisizione di startup per attuare strategie di open innovation”

Mario Martinelli, CIO Sisal Group, sarà per il secondo anno consecutivo tra i giurati dei Digital360 Awards, iniziativa del Gruppo Digital360 per promuovere la cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità in ambito digitale in Italia. In un’intervista a EconomyUp sottolinea quanto al Gruppo stia a cuore esplorare l’ecosistema per ricercare idee e contributi esterni.
“Abbiamo appena concluso l’acquisizione di una startup di Torino che ha sviluppato una soluzione software per il retail. Il loro asset si interfaccerà con le nostre soluzioni. Noi, d’altra parte, ne agevoleremo la diffusione sul mercato e punteremo a valorizzarla. Ma stiamo valutando anche altre acquisizioni. È un modo efficace per avere una vetrina delle proposte innovative in circolazione – dichiara Martinelli -. Sisal punta sull’acquisizione di realtà innovative per attuare la sua strategia di open innovation. Ci sembra la migliore modalità per integrare soluzioni evolute in tempi brevi. Il primo anno erano più numerose le soluzioni portate dalle aziende rispetto a quelle delle startup, quest’anno il riconoscimento si focalizza sulle giovani realtà innovative. Bene, perché ci capita spesso di confrontarci con grandi società, meno con le startup”.
Ma cosa cerca Sisal nelle startup? “L’evoluzione tecnologica, la trasformazione digitale e l’aumento della competitività ci hanno portato a focalizzarci sempre più sull’experience dei giochi e sui servizi di pagamento. Perciò siamo interessati a realtà in grado di offrire soluzioni tecnologiche innovative in questi campi. Manifestiamo il nostro interesse sia attraverso operazioni di fusioni e acquisizioni, sia con l’integrazione di soluzioni innovative individuate attraverso scouting . Lo facciamo anche solo come sperimentazione, senza iniziali velleità di ritorno economico”.
“Fino a poco tempo fa – ha proseguito Martinelli – non eravamo strutturati per partecipare attivamente a un mondo non facile da intercettare: non sono così frequenti le iniziative di confronto tra industrie e startup in Italia (Digital 360 Awards è una di queste). Ma la situazione sta evolvendo rapidamente e le occasioni stanno diventando più numerose rispetto al passato. D’altra parte noi ci stiamo strutturando per seguire lo scouting e valutare le possibilità di collaborazione e le modalità di investimento. Non abbiamo ancora una struttura dedicata a questo tipo di attività, ma alcune delle divisioni maggiormente esposte sulle tematiche dell’innovazione e della Digital Transformation si stanno dando un’organizzazione per potersi focalizzare sull’open innovation. Ci crediamo, è un pillar della nostra strategia aziendale”.
Come si posiziona l’Italia in tema di open innovation rispetto agli altri Paesi? “L’Italia è ancora indietro negli investimenti in startup rispetto ad altri Paesi come Stati Uniti, Israele, Germania o Francia, anche perché il Paese è in generale poco propenso a questo tipo di rischio. Si cerca di andare su investimenti più sicuri rispetto a venture capital o equity crowdfunding. Invece dovremmo fare un salto culturale e adottare una cultura più propensa al fallimento, perché è normale che le realtà innovative possano fallire. D’altra parte abbiamo una regolamentazione che tende a ingessare i processi”, ha concluso il CIO Sisal. lp/AGIMEG