Le memorie delle audizioni sulla Legge di Bilancio al Senato. Ecco tutti gli interventi sul gioco

“L’esigenza di evitare appesantimenti e complicazioni ulteriori alle attività di impresa è anche alla base della proposta che abbiamo avanzato in tema di “lotteria degli scontrini”(art. 20). Aver reso note solo nei giorni scorsi le regole applicative e tecniche rende tecnicamente impraticabile l’adeguamento degli esercenti. Per questo abbiamo proposto un rinvio dell’entrata in vigore della norma insieme alla sospensione di 6 mesi del sistema sanzionatorio”. E’ quanto sottolineato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane in audizione presso le Commissioni congiunte Bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sulla Legge di Bilancio.

“Il Capo II, recante “disposizioni in materia di giochi”, si compone di 8 articoli che contribuiscono alla manovra con un miglioramento netto, in termini di indebitamento, pari a 668,32 milioni di euro nel 2020 e 617,72 milioni di euro dal 2021. Sul piano quantitativo, la misura in assoluto più rilevante è quella recata dall’art. 26 che dispone l’aumento del “prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento (498,9 milioni di euro nel 2020 e 524,7 milioni di euro dal 2021)”, ha sottolineato il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

“In proposito, pur ribadendo il nostro apprezzamento per il disinnesco delle clausole di salvaguardia, va rimarcato come l’inasprimento della tassazione finisce comunque per ripercuotersi, con impronta settoriale, sul consumo di specifici beni e servizi: dalla
plastica monouso alle bevande zuccherate, passando per i giochi, i servizi digitali, i tabacchi e i prodotti accessori, per finire alle auto aziendali. Si tratta di un’azione di bilanciamento irragionevole per il mondo produttivo, senza considerare i rischi legati all’uso della leva fiscale in chiave “educativa”. Come già evidenziato, gli impatti comportamentali di strumenti come le plastic e sugar tax appaiono incerti, a fronte di effetti economici deleteri sui relativi comparti produttivi assai più concreti e di magnitudo imprevedibile, anche in termini occupazionali”, ha affermato Confindustria.

“Articolo 92 – Concessione per il gioco mediante apparecchi da intrattenimento. Si affronta la situazione, in scadenza, delle concessioni relative agli apparecchi per il gioco. Viene omessa la questione da noi sempre evidenziata della mancanza di una normativa organica che regoli il gioco e lo renda davvero legale contrastando l’enorme piaga della ludopatia, considerando tutti i lavoratori che operano nel settore (diverse decine di migliaia). Non è sufficiente quanto sinora già previsto, ovvero l’inserimento nel periodo CE dei rappresentanti e delle sedi legali di queste società, è necessario ricostruire a monte il quadro completo degli azionisti, individuare chi c’è dietro le imprese e valutare i requisiti. Senza queste premesse l’articolo diventa un puro esercizio numerico per assegnare le concessioni senza affrontare i reali e grandissimi problemi”, ha sottolineato la CISL nelle memorie dell’audizione.

“Misure in materia di gioco. Concessioni per il gioco mediante apparecchi da intrattenimento. La disposizione interviene sull’attuale disciplina riguardante la concessione per gli apparecchi da gioco con vincite in denaro prevedendo un nuovo modello distributivo basato su due tipologie di concessioni: una per la gestione degli apparecchi da gioco tipologia AWPR e VLT, l’altra per la gestione dei locali e delle sale da gioco i n cui collocare gli apparecchi. La disposizione tuttavia non affronta la cosiddetta “questione territoriale”, che determina l’impossibilità di individuare localizzazioni per le nuove concessioni a causa delle misure imposte da Regioni e Comuni per disincentivare la distribuzione del gioco, e in particolare la previsione di distanze minime da una pluralità di luoghi ritenuti sensibili (i cosiddetti distanziometri espulsivi relativi a scuole, ospedale ecc.) che di fatto determinano un sostanziale divieto del gioco pubblico nella quasi totalità del territorio, provocando la conseguente marginalizzazione dell’offerta legale. Non si può quindi non rilevare come il disegno del modello concessorio di AWP e VLT individuato dalla disposizione in commento non possa che essere inserito nel più ampio contesto di riordino del gioco e non, certamente, relegato in un articolo del disegno di legge di bilancio. Per altro, ancora una volta, il modello indicato non contiene elementi che diano certezza alle remunerazioni per le attività concessorie da svolgere, considerate le continue riduzione alle marginalità apportate, fino alla non sostenibilità, dai continui e ripetuti aumenti di tassazione registrati negli anni”, ha commentato R.ETE. Imprese Italia.

“Nell’articolo 92 sono definite le concessioni sui giochi che l’Agenzia delle Dogane è autorizzata a concedere con procedura aperta entro il 31 dicembre 2020. Le concessioni hanno durata di nove anni, non rinnovabili. Nel complesso, il governo stima entrate minime per 1.818 milioni di euro, per un totale di poco meno di 315mila diritti, equivalenti ad altrettanti punti utilizzabili in ambiente remoto (250mila), collegati alla rete (58mila), in bar e tabacchi (35mila) e nuove sale dedicate (50). Con l’articolo 93 viene anche incrementato il prelievo sulle vincite sugli apparecchi videolottery e sui giochi numerici a totalizzatore nazionale e alle lotterie nazionali a estrazione istantanea. Viene introdotta una aliquota per le vincite fino a 500 euro (1,8% nel 2020, poi 1,3% per il 2021) e incrementata l’aliquota sulle vincite superiori ai 500 euro (dal 12% al 15%), comprese quelle sulle lotterie istantanee. Le misure entrano in vigore in maniera differita fra aprile e maggio 2020. Per quanto di poco conto, l’incremento del prelievo fiscale sulle vincite finisce per penalizzare il giocatore. Altre volte si sono giustificate alcune misure, richiamando la volontà di contrastare il gioco”, ha sottolineato l’UGL. cdn/AGIMEG