Giorgi (ass. Comune Trieste) ad Agimeg: “Contrari al proibizionismo sul gioco e combattiamo la piaga dell’offerta senza tutele che arriva da Croazia e Slovenia”

Ha ospitato ed è stato tra gli organizzatori, insieme all’Istituto Milton Friedman, del convegno “Gioco patologico e gioco irregolare” che si è svolto nella sede del Comune di Trieste venerdì scorso. Lorenzo Giorgi, assessore comunale al volontariato, ha rilasciato ad Agimeg questa intervista nella quale ha chiarito meglio le sue posizioni in merito alle problematiche legate al gioco.

Il problema del gioco è sentito a Trieste?
Certamente. Anche per la vicinanza del confine, quindi della presenza molto aggressiva di sale slot Slovene e Croate, che mandano a prendere soprattutto persone anziane con taxi e pulmini e le portano a giocare, offrono il pranzo e la cena.

Quello che una volta facevano i mobilifici.
Esatto. Ma i mobilifici ti vendono una camera una volta e poi passano degli anni prima che ti vendono qualcos’altro; una cucina non si compra ogni settimana. Qui invece c’è un problema quotidiano e chiaramente questo comporta un problema patologico che è molto sfruttato da chi sta oltre confine. E che di fatto toglie il controllo sul gioco, sulla legalità del gioco e sulle situazioni sociali che questo comporta.

E i triestini sono molto sensibili a questa offerta?
Direi proprio di sì. Anche perché il triestino è un cittadino fra i più anziani d’Italia. E l’età avanzata stimola questa voglia di azzardo. Se si va nelle decine di sale che si trovano addirittura già a 10 metri dal confine di Trieste, troviamo soprattutto persone anziane. E questo poi comporta un problema sociale ma anche la mancata ricaduta sul territorio italiano degli introiti. Ma soprattutto un gioco che non è controllato e tutelato come, invece, avviene in Italia.

Attualmente il Comune di Trieste che iniziative ha preso in merito e come le concilia con la legge regionale?
Per quello che riguarda la concorrenza con oltre confine, ben poco possiamo fare se non giornate come questa dove si parla del problema. Dall’altra parte, la Regione ha provato una sorta di iniziativa slot free che però non ha avuto grande successo. Ne abbiamo parlato anche oggi: vietarlo completamente comporta l’aumento del gioco da qualche altra parte. Per cui bisogna piuttosto ragionare con una pianificazione. Certo, magari lontano dalle scuole e non nelle piazze principali ma dando la possibilità di lavorare in maniera responsabile. Bisogna lavorare sulla responsabilità.

E per aumentare il senso di responsabilità l’educazione al gioco potrebbe essere una via. Avete mai pensato a qualcosa su questo tipo di interventi?
Questo di oggi credo che sia stato il primo degli interventi che vorremmo fare in quest’ambito. Spero che ce ne saranno tanti altri perché serve parlarne oggi. La politica parla poco di questo. Tende più che altro a vietare, magari con regolamenti astrusi e complicati, e poco a educare. E invece credo che sia proprio questo lo strumento che può avere un efficacia.

È stato detto che la politica a volte ha cavalcato la paura del gioco d’azzardo, la voglia di proibizionismo, per prendere voti. Ma lei che come amministratore conosce da vicino i cittadini che votano, pensa che realmente vogliano premiare chi proibisce?
Io credo che il proibizionismo sia sbagliato. È vero che si possono prendere alcuni voti ma sono sicuramente una minoranza. La maggioranza non vuole i divieti e la maturità degli italiani nel 2019 credo che sia molto superiore a quello che la politica immagina. Non siamo nel primo dopoguerra quando magari poteva esserci un livello culturale diverso. Credo che sarebbe offensivo oggi pensare che quel proibizionismo potrebbe risolvere e lo vediamo anche oggi con il dibattito sulla cannabis light. Vediamo poi che la stampa ci mette anche un po’ del suo con il copia incolla di affermazioni avventate che andrebbero invece approfondite. Io credo che si debba studiare, conoscere, parlare, soprattutto essere trasparenti e seri senza prendere in giro. E proibire a volte è una presa in giro. gpm/AGIMEG