dal nostro inviato a Milano – In tema di contrasto alla ludopatia “serve una prevenzione che possa essere sottoposta alla popolazione generale, e non solo a chi è colpito dalla patologia legata al gioco d’azzardo. Serve un intervento preventivo per abbassare la prevalenza di giocatori che sviluppano la dipendenza”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Mauro Schiavella, psicologo psicoterapeuta e research manager Bicocca Statistic Center, a margine della presentazione della ricerca “Costi sociali del gioco d’azzardo problematico”. “La dipendenza può arrivare o allo stesso tempo essere evitata a più livelli, dall’area dell’individuo, a quella dei genitori, della scuola, della comunità e società. In ogni area notiamo che ci sono dei fattori di rischio e fattori protettivi. La familiarità ha un suo peso nelle dipendenze, non solo per quanto riguarda il gioco. Serve evitare il primo contatto con il gioco. A livello individuale serve rafforzare le competenze sociali, di relazionarsi con gli altri. Serve anche un’educazione familiare, con comportamenti che possano aiutare i giovani, così come è importante la scuola, che può avere un ruolo cruciale nella capacità protettiva dell’individuo. In generale, in tutti i livelli, è necessario ci siano regole chiare e che esistano anche programmi per far rispettare quelle regole: quando vengono infrante devono essere applicate conseguenze, questo è un fattore protettivo”.
Ma quanto è importante conoscere i dati sul fenomeno del gioco problematico? “Ci sono limiti intrinseci dovuti a mancate informazioni, più ne abbiamo più possiamo avere un risultato attendibile. In ogni caso – ha concluso Schiavella – serve investire nella ricerca, servono programmi governativi che prevedano allocazioni annuali di risorse sia per trattamenti, sia per la prevenzione, in modo che ogni anno meno persone diventino dipendenti o a rischio di gioco problematico”. gm/AGIMEG
